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Caltanissetta: notificato un “Cold Case” per una faida tra clan

Redazione 2

Caltanissetta: notificato un “Cold Case” per una faida tra clan

Mer, 11/11/2020 - 11:56

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Un’ordinanza di custodia cautelare per un cold case di camorra e’ stata notificata dai carabinieri, nelle carceri di Caltanissetta e Rossano, agli esponenti del clan dei Casalesi Corrado De Luca e Salvatore Verde.

Il provvedimento e’ stato emesso dal tribunale del Gip di Napoli su richiesta della Direzione Distrettuale Antimafia partenopea, che ha accertato, grazie alle dichiarazioni convergenti di diversi collaboratori di giustizia, il coinvolgimento dei due esponenti della cosca nell’omicidio di Nicola Cioffo, avvenuto a Villa Literno (Caserta) il 3 febbraio del 1990.

Dalle indagini e’ emerso che gli esecutori materiali del delitto sarebbero stati De Luca, Verde e Luigi Venosa, quest’ultimo deceduto il 7 agosto del 2018.

E’ stata ricostruita anche la cruenta dinamica del delitto Cioffo, alias “Torroncino”, trucidato perche’ appartenente alla fazione dei Casalesi guidata dal fondatore del clan Antonio Bardellino; Cioffo fu una delle vittime della sanguinosa faida che contrappose, tra la fine degli anni ’80 e l’inizio dei ’90, le varie famiglie che formavano l’organizzazione camorristica casertana, e che vide le fazione facenti capo agli Schiavone e ai Bidognetti uscire vincitori a scapito proprio dei bardelliniani.

Cioffo – hanno accertato la Procura e i carabinieri del Nucleo Investigativo di Caserta – fu condotto presso l’abitazione di Luigi Venosa, nel 1990 capo dell’omonimo gruppo facente parte della “federazione” criminale casalese, alleato delle famiglie vincenti, fu violentemente pestato e poi raggiunto da diversi colpi di pistola; ancora vivo, Cioffo fu caricato dai killer a bordo di una vettura e trasportato nelle campagne di Villa Literno, in localita’ “Ciannitiello”, ove fu dato alle fiamme e finito con altri colpi d’arma da fuoco. Venosa agi’ per conto degli Schiavone, che con i Bidognetti, dopo aver eliminato la maggior parte dei fedelissimi di Bardellino, hanno poi gestito per anni nel Casertano tutti gli affari illeciti, dall’estorsioni alla gestione illecita dei rifiuti, all’aggiudicazione degli appalti delle opere pubbliche.

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