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Calabria, Bufera su Morra che “affonda”. Lui resiste ma anche M5S lo scarica: “Mi scuso ma non mi dimetto”

Redazione

Calabria, Bufera su Morra che “affonda”. Lui resiste ma anche M5S lo scarica: “Mi scuso ma non mi dimetto”

Sab, 21/11/2020 - 09:11

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Bufera sul presidente della commissione Antimafia, Nicola Morra. Le frasi del senatore M5S su Jole Santelli e sul voto dei calabresi innescano la rivolta del centrodestra, l’ira di Italia Viva, lo sdegno del Pd e perfino la presa di distanza del suo partito.

Morra dovrebbe chiedere scusa per quanto affermato. Quanto detto è inaccettabile”, chiede il capogruppo del M5S alla Camera, Davide Crippa. “Lo conosco e credo che, quelle pronunciate ieri, siano parole molto lontane dal suo modo di pensare. E’ errato unire logiche politiche a temi molto delicati come quelli della malattia oncologica”, aggiunge.

“Mi scuso con chi è malato ma sono stato strumentalizzato, non mi dimetto”, è la trincea di Morra che, in una diretta facebook, risponde punto per punto a chi lo bolla come “infame”: “i partiti si sono mangiati la sanità calabrese e il problema sarei io?”.

L’ultima puntata dell’ “Odissea” politica (e sanitaria) della Calabria inizia quando, nella giornata di ieri, Morra viene intervistato da Radio Capital sul presidente del Consiglio Regionale Domenico Tallini, finito ai domiciliari. “Tallini è stato il più votato nel collegio di Catanzaro. È la dimostrazione che ogni popolo ha la classe politica che si merita”, spiega Morra che, insistendo nel suo personale “rimprovero” ai suoi corregionali, passa oltre: “Sarò politicamente scorretto, era noto a tutti che la presidente della Calabria Santelli fosse una grave malata oncologica. Umanamente ho sempre rispettato Santelli, politicamente c’era un abisso. Se però ai calabresi questo è piaciuto, è la democrazia, ognuno dev’essere responsabile delle proprie scelte”. Ed è su queste parole che si scatena la tempesta. Con Matteo Salvini, Giorgia Meloni e l’intera FI a guidare la rivolta.

Anche la presidente del Senato Casellati prende le distanze: “È una frase grave – ha detto interpellata dall’ANSA – che disonora le istituzioni. Perché infanga la memoria di Jole Santelli ritenuta colpevole di essere stata malata; perché discrimina senza umanità i malati specie quelli oncologici; perché delegittima la libera scelta degli elettori, perché offende i calabresi come fossero tutti delinquenti”.

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