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Autostrade, il viceministro Cancelleri ‘tuona’: “I Benetton devono uscire dall’azionariato”

Redazione

Autostrade, il viceministro Cancelleri ‘tuona’: “I Benetton devono uscire dall’azionariato”

Gio, 12/11/2020 - 09:10

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“Io spero che entro la fine del mese si concluda la trattativa fra Aspi e Cassa depositi e prestiti per estromettere definitivamente Atlantia. Se ci saranno ulteriori ritardi, Conte non potrà che valutare la revoca della concessione ad Autostrade”. Così il viceministro delle Infrastrutture Giancarlo Cancelleri in un’intervista a Repubblica. Cancelleri parla di “agghiacciante soap opera cui mettere subito fine”.

“È sempre la stessa storia, che va avanti dai report falsi di Spea sulle gallerie e poi è proseguita con inadempienze messe in luce dalle inchieste giudiziarie. Non cambia il copione, non cambiano gli attori. Può solo allargarsi l’elenco delle infrastrutture senza manutenzione: le barriere antirumore, le gallerie, il ponte. E i responsabili sono lì, sempre gli stessi. Hanno intascato il malloppo dei pedaggi e hanno sorvolato in modo criminale – ora lo possiamo dire – sui requisiti di sicurezza”.

“Io spero che un giorno, presto, possiamo dire a questa gente che giustizia è stata fatta. E non bastano i risarcimenti, per quanto robusti. Chi ha responsabilità deve pagare, con il carcere e le altre sanzioni previste dall’ordinamento. Le vittime di Genova non può riportarle nessuno in vita, ma lo Stato deve dare una risposta chiara punendo i colpevoli”, rimarca Cancelleri, “il governo ha intrapreso un percorso lineare.

La revoca della concessione ad Aspi è l’extrema ratio cui giungere se, dopo vari tentativi, non saremo riusciti a far fare al concessionario alcune cose. Per essere chiari, Aspi può restare se fa investimenti per svariati miliardi di euro sul potenziamento della rete e su lavori straordinari e urgenti. E se dalla compagine azionaria andranno via i Benetton”.

Nella trattativa per l’ingresso di Cassa depositi e prestiti “c’è stato un rallentamento a fine settembre, in presenza del quale abbiamo dato dieci giorni perché Aspi e Cdp superassero le frizioni. I rapporti si sono riallacciati e c’è un nuovo dialogo. Attendiamo delle risposte entro fine mese, quando i soci di Aspi devono far sapere se accettano l’offerta dell’interlocutore.

I fatti di oggi confermano che questa non può essere una trattativa infinita”, conclude Cancelleri, “il governo non entra nella trattativa economica. Ma a questo punto o si attua il piano sottoscritto a luglio o si va alla revoca ad Aspi. Questo provvedimento non è scomparso. È sempre sul tavolo di Conte“. 

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