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Caltanissetta. Sciascia, la Dirigente: “Nessun rimbalzo. Abbiamo valutato tutte le alternative a disposizione”

Redazione 2

Caltanissetta. Sciascia, la Dirigente: “Nessun rimbalzo. Abbiamo valutato tutte le alternative a disposizione”

Ven, 09/10/2020 - 14:10

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Riceviamo e pubblichiamo dalla dirigente della Leonardo Sciascia, Giuseppa Mazzarino, una lettera in risposta della <<Lettera aperta. La protesta dei genitori della 5C della Sciascia: “I nostri figli diserteranno l’aula, no allo smembramento”>> pubblicata nelle nostre pagine.

Da giorni la scuola Sciascia è attaccata puntualmente sui quotidiani e sui social con articoli tendenti a svilirla agli occhi dell’opinione pubblica. Fino ad ora, in quanto rappresentante legale dell’istituzione, non ho voluto dare seguito alle tante ingiuste e spesso strumentali voci che si sono levate contro la scuola che dirigo, da sempre considerata tra le più qualificate della città, grazie alla sua offerta formativa e a un team di docenti professionali e coinvolgenti.

La Leonardo Sciascia ha un’utenza di circa 800 alunni, un numero in assoluto tra i più alti della città. Essa è anche l’unica scuola alla quale, nei vari passaggi della razionalizzazione della rete scolastica, nonostante il suo vasto bacino di utenza, non è mai stato attribuito lo “status di istituto comprensivo” con l’acquisizione di locali aggiuntivi necessari per dare vita a una scuola secondaria di primo grado.

L’esistenza di almeno un altro edificio, probabilmente, avrebbe evitato il drammatico scenario al quale stiamo assistendo. Al contrario, a una delle strutture più vitali della città sono stati tolti i locali della scuola “San Giusto” e, successivamente, quelli della scuola “San Michele”. Questo ha portato una crescita sproporzionata dell’edificio “Sciascia” che si è riempito fino a non avere più neanche una sola aula libera. Il covid ha aggravato tale criticità. Le classi esistenti, infatti, si sono rivelate numericamente inadeguate rispetto al limite imposto dal distanziamento, con un esubero di 176 alunni da estrapolare, in misura diversa, dalle varie classi. In considerazione della riapertura dell’anno scolastico, nell’immediato post- lockdown, questa dirigenza si è impegnata a chiedere al Comune, in quanto Ente proprietario, i locali mancanti, indicando anche alcune pertinenze esterne alla scuola.

Il documento, datato 09 giugno 2020, riporta questa specifica dicitura: “… si chiede il completamento dei locali sottostanti la zona refettorio, antistanti l’ingresso della scuola “L. Sciascia” e il loro adattamento al fine di ospitare gli alunni in attività differenziate e di distanziamento” ( Capienza 100 unità)” e ancora, “ l’attribuzione , nell’immediato, di locali esterni, situati in prossimità della scuola es: aule del plesso “S. Michele”, a suo tempo concesso dalla scrivente al comando dei vigili urbani, dove si trovano parecchi locali non utilizzati o altri edifici, da utilizzare anche in forma precaria e temporanea, considerata l’assenza totale di aule, laboratori e spazi residui nei plessi “Sciascia e Pantano”.

L’ente Locale, al quale spettano i compiti definiti nelle linee-guida Nazionali e regionali (nei seguenti termini: “Gli Enti locali effettuano, pertanto, nei territori di rispettiva competenza, la ricognizione degli spazi scolastici esistenti, anche con la collaborazione delle scuole, per conoscere dati o approfondire specifiche situazioni di contesto; predispongono l’adeguamento di spazi mai (o non più) adibiti ad edifici scolastici… anche procedendo all’assegnazione , in uso alle scuole di spazi solitamente destinati alla cittadinanza, da riadattare ai fini della frequenza scolastica,. (Pag. 10 piano scuola naz. 2020-2021)” non ha mai individuato all’interno della scuola locali utili o adattabili per sopperire alle sopravvenute esigenze di spazio. Al contrario, non avendone evidentemente identificati, ha prontamente messo a disposizione i locali della ex – facoltà di ingegneria, posta in via Real Maestranza. Quelli erano, infatti, gli unici ritenuti in grado di ospitare le 11 classi mancanti e accogliere i 176 bambini in sovrannumero. Di fronte a tale scelta ci si chiede perché l’ente locale, in presenza di spazi all’interno alla scuola, avrebbe dovuto cercare locali esterni, con tutte le complicazioni derivanti da questa decisione.

Se avesse individuato una possibilità di sistemazione o riadattamento lo avrebbe fatto certamente senza impegnarsi con la scuola in un iter lungo e farraginoso che ha avuto come tappe la ricerca di aule presso l’Istituto “Signore della città”, ex Gil, Seminario Vescovile e altre sedi potenzialmente fruibili. La scrivente, inoltre, nel tentativo di collaborare alla risoluzione della questione, ha segnalato anche i locali del “Palacarelli”, quelli del palazzo Telecom di via Niscemi e ricercato spazi presso il costruttore Baio, in un edificio posto in via degli Orti. Ma tutto questo non ha avuto esiti positivi.

Tenendo in considerazione il disagio, espresso anche dal Consiglio di Circolo, in rappresentanza dei genitori, a causa della lontananza della facoltà di ingegneria dal nostro istituto, il Comune ha lanciato successivamente un “Avviso” per il reperimento di locali in affitto nelle vicinanze della scuola. Ma, ancora una volta senza esiti positivi.

La domanda, a questo punto, dovrebbe essere “perché mai tutto ciò”?

Se all’interno della scuola “Sciascia” ci fossero stati degli spazi utilizzabili, perché procedere alla tanto affannosa ricerca di locali esterni dei quali non c’era alcun bisogno, per ritornare ancora una volta alla proposta della sede di via Real Maestranza?

Forse per nuocere gratuitamente all’utenza? Forse per far scoprire agli alunni una nuova zona della città? Forse per qualche altro “strano e misterioso” motivo?

La risposta è molto chiara: il Comune, non avendo individuato locali all’interno della scuola, si è prodigato, per fornire le strutture atte ad assicurare, in ogni caso, un servizio essenziale ed immancabile, come è quello dell’istruzione, destinando, fra l’altro, i fondi per “l’edilizia leggera” a opere ben diverse da quelle dell’approntamento di nuove aule, nei plessi “Sciascia”, “Pantano“ e “Faletra” (tramezzature, sanitari, rubinetteria e altro ancora. Tutti indispensabili ma certamente da non preferire all’approntamento delle aule).

Oggi, 9 ottobre 2020, apprendiamo, attraverso la stampa di” ripensamenti sull’uso dei locali disponibili in via Real Maestranza”, senza che la dirigenza ne sia informata e dopo che, a causa della proposta di tali locali, dovuti alla riconosciuta assenza di quelli del plesso “Sciascia”, a questo punto non certo per colpe della scuola, la dirigente e il personale hanno subito assalti , ingiurie e mortificazioni di ogni tipo per un periodo che si prolunga ormai dall’inizio dell’anno scolastico.

Si apprende anche, a sorpresa, che da lunedì prossimo, 12 ottobre, i locali saranno disponibili per ospitare i bambini, preannunciando date che, ancora una volta, sono ignote alla scuola e che inevitabilmente metteranno i genitori in agitazione, e la scuola in cattiva luce, visto che la stessa, non solo non ha ricevuto ancora ufficialmente in consegna i locali, ma deve ancora provvedere alle pulizie, al trasferimento degli arredi, alla segnaletica sulla sicurezza e a tanti altri adempimenti dei quali non si tiene conto nel rassicurante articolo.

Si aggiunge, infine, con toni molto romantici che, nel caso di “ripensamenti”, i genitori sarebbero disposti al “sacrificio” del turno pomeridiano che, in termini reali, non solo rappresenterebbe la continuazione di un’offerta formativa monca e ridotta, come quella attuale, ma che comunque, dovrebbe passare dall’approvazione del Consiglio di Circolo, unico organo deputato a deciderlo, e non certo dal consigliere Bruzzaniti che si fa portavoce “fuori campo“ di bisogni che vanno recepiti dagli organi istituzionalmente preposti.

Dopo i lavori di un tavolo tecnico durato due giorni, tra scuola e Comune, nel quale si sono messe in evidenza tutte le criticità derivanti dall’assenza di locali appare paradossale la domanda: “ come mai solo questa scuola si trova in difficoltà nel fornire una didattica in sicurezza?”

Resta l’amara constatazione che un malinteso senso della “partecipazione” ha condizionato e continua negativamente ad influenzare la soluzione di un problema oggettivo, provocando disagi enormi al personale, il cui equilibrio è minato da giorni.

Questo, infatti, ha dovuto suo malgrado sperimentare il senso del sospetto e della sfiducia da parte di un’utenza che è sempre stata oggetto di cura e di attenzione, in considerazione dell’unico obiettivo condiviso tra famiglia e scuola: il bambino!

Verso i bambini, infatti, la scuola, docenti in testa, ha attuato tutte le misure volte alla salvaguardia della salute, dell’istruzione e della formazione adottando quanto, di volta in volta, ritenuto più opportuno dagli organi collegiali, sia pure con dei limiti organizzativi. Tutto ciò con la consapevolezza che ogni disagio sarebbe stato transitorio e si sarebbe concluso con la consegna futura dei locali.

Per evidenziare l’effetto dei veleni circolanti, giorno 8 ottobre è giunto l’ennesimo attacco in seguito, tra l’altro, al succitato tavolo tecnico durante il quale, sono stati rivisti tutti passaggi e confermate dal RSPP tutte le decisioni assunte in merito ai numeri e alle misure adottate.

Con assoluta indelicatezza e senza romanticismo alcuno, con la lettera aperta di ieri è stato “messo in piazza” il riferimento a quattro alunni disabili, a un alunno con Bes e a un soggetto che “non frequenta”. È stato, inoltre, effettuato un confronto con altre scuole (dimenticando le differenze dei contesti), criticate le scelte operate a monte da esperti, sulla base di normative nazionali e linee guida di sicurezza, ed effettuati “conteggi” sui numeri degli alunni, senza alcuna cognizione della modalità di funzionamento della scuola. Tutto ciò dimenticando che il tanto invocato “diritto allo studio” è naufragato dietro alla totale assenza degli alunni alle lezioni.

Concludo questo intervento, dando risposta a tutti i genitori che hanno scritto richiedendo informazioni e invitando chi ha responsabilità istituzionali, e i genitori in particolare, a collaborare, a proporre soluzioni e a stabilire un dialogo costruttivo, poiché educare le nuove generazioni significa adottare comportamenti corresponsabili il cui esito dipende molto dall’esempio degli adulti”.

Per approfondire:

Caltanissetta: mancano le aule alla Sciascia. Lettera aperta della dirigente ai genitori

Istituto Scolastico L. Sciascia di Caltanissetta: i chiarimenti sulla situazione da parte di alcuni genitori

Lettera aperta. La protesta dei genitori della 5C della Sciascia: “I nostri figli diserteranno l’aula, no allo smembramento”