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Ripreso il processo al sistema Montante, per legali l’imprenditore è depresso ma “crede nella giustizia”

Redazione

Ripreso il processo al sistema Montante, per legali l’imprenditore è depresso ma “crede nella giustizia”

Lun, 06/07/2020 - 19:27

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“Per rispetto delle istituzioni non rilascio dichiarazioni. Ho fiducia nella giustizia”. Lo ha detto Antonello Montante, ex leader di Confidustria, parlando con i cronisti, al termine della prima udienza celebrata a Caltanissetta nell’ambito del processo che si celebra con il rito abbreviato in Corte d’Appello nei suoi confronti e di altri quattro imputati. Montante, che ha l’obbligo di dimora ad Asti, e’ apparso visibilmente provato. E’ la prima volta che l’ex paladino dell’antimafia partecipa ad un’udienza dopo che in primo grado era stato condannato a 14 anni reclusione. Montante – secondo quanto sostengono i suoi legali, gli avvocati Giuseppe Panepinto e Carlo Taormina – sarebbe depresso. Ad avvalorare la loro tesi, anche le varie perizie che sono state depositate e che hanno attestato l’incompatibilita’ con il regime carcerario poiche’ Montante sarebbe affetto da uno stato depressivo. Da qui la decisione degli avvocati, di chiedere nei motivi di appello la nullita’ del processo di primo grado per l’incapacita’ dell’imputato di partecipare coscientemente al giudizio.

Nel corso dell’udienza di oggi, il collegio difensivo ha sollevato l’incompatibilita’ territoriale e di escludere la costituzione di alcune parti civili. La Corte, presieduta da Andreina Occhipinti (a latere Giovanbattista Tona e Alessandra Giunta) si e’ riservata di decidere. La prossima udienza e’ fissata per il 14 luglio. Gli altri imputati sono l’ex comandante della Guardia di Finanza di Caltanissetta Gianfranco Ardizzone, il sostituto commissario di polizia Marco De Angelis, il responsabile della sicurezza di Confindustria ed ex poliziotto Diego Di Simone e il questore Andrea Grassi. Gli imputati, sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata alla corruzione, al favoreggiamento, rivelazione di segreto d’ufficio e accesso abusivo al sistema informatico.

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