Salute

Caltanissetta, processo a Messina Denaro. Riina voleva uccidere Falcone a Roma

Redazione

Caltanissetta, processo a Messina Denaro. Riina voleva uccidere Falcone a Roma

Gio, 02/07/2020 - 15:27

Condividi su:

C’era un piano della mafia per uccidere a Roma Giovanni Falcone e il ministro della Giustizia Claudio Martelli ma anche alcuni giornalisti. A raccontare i particolari della cosiddetta “missione romana” di Cosa nostra e’ stato il procuratore aggiunto di Caltanissetta Gabriele Paci nel corso della requisitoria al processo al boss latitante Matteo Messina Denaro, accusato di essere uno dei mandanti delle stragi di Capaci e Via D’Amelio. Il dibattimento si celebra davanti alla Corte d’Assise di Caltanissetta. “Nell’ottobre del 1991 – ha detto Paci – si tenne una riunione alla quale parteciparono Toto’ Riina, Matteo Messina Denaro, Mariano Agate, Vincenzo Sinacori e i fratelli Graviano. Nel corso di quella riunione Riina annuncio’ la volonta’ di lanciare un’offensiva per dare risposta a quella che ormai era una disfatta annunciata (l’esito infausto del maxi-processo) e i cui responsabili erano a suo parere il ministro Martelli, Giovanni Falcone e l’onorevole Lima. Fu una sorta di chiamata alle armi”.

Riina, ha raccontato il magistrato – avrebbe detto ai suoi ‘dovete andare a Roma’ . Nella Capitale ad aspettare i boss ci sarebbe stato Antonio Scarano, un calabrese che avrebbe dovuto dare un appoggio nel corso della cosiddetta “missione romana” per cercare gli obiettivi, che erano Falcone, Martelli, Maurizio Costanzo e altri giornalisti, tra i quali Andrea Barbato, Michele Santoro, Enzo Biagi e il presentatore Pippo Baudo. A Roma avrebbero dovuto prendere l’esplosivo.

Pubblicità Elettorale