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Caltanissetta, Tilde Falcone confermata consigliera comunale

Lino Lacagnina - La Sicilia

Caltanissetta, Tilde Falcone confermata consigliera comunale

Sab, 27/06/2020 - 09:18

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Nessuna incompatibilità per Matilde (“Tilde”) Falcone con la carica di consigliere comunale a cui è stata eletta il 28 aprile dello scorso anno, quando – candidata nella lista “Diventerà Bellissima” – ottenne 374 voti di preferenza e uno dei nove scranni a disposizione dei consiglieri di opposizione. Ieri la Corte d’Appello di Caltanissetta (presidente Giuseppe Melisenda Giambertoni, consigliere relatore Emanuele De Gregorio, consigliere Giacomo Rota) ha probabilmente messo fine alla controversia innescata da una elettrice subito dopo l’insediamento del nuovo Consiglio comunale nisseno avvenuto il 29 maggio.

Ad ipotizzare che Tilde Falcone fosse incompatibile con la carica assunta, era stata Graziella Letizia Augello (assistita dagli avvocati Sergio e Vincenzo Sparti di Palermo) convinta che Tilde Falcone (assistita dagli avvocati Daniele e Alessandro Gabriele) fosse incompatibile con la carica di consigliere in quanto socio accomandatario e legale rappresentante della società in accomandita semplice Ottica Cigna che al momento delle elezioni comunali aveva due “liti” con il Comune, la prima quale ricorrente nel giudizio riguardante le autorizzazione rilasciate alcuni anni fa a 5 negozi di ottica, la seconda per ottenere il risarcimento dei danni causati dall’apertura dei suddetti negozi.

In primo grado, il Tribunale civile aveva affermato che Tilde Falcone non è incompatibile con la carica di consigliere comunale. Stessa cosa ha fatto ora la Corte d’Appello, evidenziando che l’incompatibilità era venuta meno a seguito della donazione dell’intera quota societaria fatta dalla Falcone alla figlia Alexia Cigna con atto del 20 maggio 2019 con fuoruscita della stessa dalla compagine della società.

I magistrati hanno anche affermato che non vi era prova che tale atto di donazione fosse simulato. Per di più è stato evidenziato che i ricorsi al Tar presentati in nome e per conto della società confermano che la “lite” con il Comune è della società e non del socio accomandatario che la rappresenta. Per cui la Corte d’Appello, con sentenza pubblicata ieri, ha rigettato la domanda di incompatibilità della eletta «per insussistenza “ab origine” della causa di incompatibilità per lite pendente in capo al consigliere comunale.

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