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Mafia, traffico rifiuti: il pentito-boss Carbonaro tra i 15 arrestati, indagini anche a Caltanissetta

Redazione

Mafia, traffico rifiuti: il pentito-boss Carbonaro tra i 15 arrestati, indagini anche a Caltanissetta

Gio, 24/10/2019 - 09:34

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Tra i quindici arrestati nell’operazione “Plastic free”, condotta dalle Squadre mobili di Ragusa e Catania e coordinata dalla Dda etnea, c’è il pentito Claudio Carbonaro, a capo dell’organizzazione che gestiva il traffico di rifiuti dalla Sicilia. Dopo aver completato il percorso come collaboratore di giustizia, ha fatto ritorno dal 2013 a Vittoria, dove negli anni 80/90 si era reso responsabile di 60 omicidi, assumendo un ruolo fondamentale per l’associazione mafiosa e ponendosi a capo dello storico clan della Stidda Carbonaro-Dominante. Era lui che dirigeva le attivita’ economiche legate alla raccolta e al riciclaggio della plastica dismessa dalle serre a Vittoria e nelle provincia di Ragusa e Caltanissetta. Carbonaro ha promosso, organizzato e diretto il gruppo, d’intesa con l’imprenditore Giovanni Donzelli, accusato di concorso esterno, e con l’ausilio di Salvatore D’Agosta detto “turi mutanna”, reclutando e coordinando l’attivita’ di raccolta della plastica svolta dagli imprenditori Minardi, tra gli arrestati di oggi, come il boss Carbonaro per associazione a delinquere di stampo mafioso. Quest’ultimi, detti i “barbani”, avvalendosi della capacita’ di intimidazione legata all’appartenenza al clan, si assicuravano in via esclusiva la raccolta della plastica, per poi conferirlo, in forza di precedenti accordi, esclusivamente presso le imprese della famiglia Donzelli. L’intervento di Carbonaro nel 2015 ha inoltre permesso di raggiungere un accordo criminale con la famiglia gelese dei Trubia (anche loro colpiti da provvedimenti nel 2016) per la spartizione dei terreni, difatti i Minardi ottenevano l’esclusiva per la provincia di Ragusa.

Nell’ipotesi investigativa, le materie plastiche di scarto – provenienti dal territorio ibleo – venivano recuperate prevalentemente dai teloni di copertura degli impianti serricoli del vittoriese, e risultavano inquinate da agenti altamente tossici (fitofarmaci e pesticidi). E’ partita, cosi’, una complessa e articolata attivita’ di indagine, svolta dalle Mobili di Catania e di Ragusa con il coordinamento del Sco della Direzione centrale anticrimine della polizia di Stato, dalla quale e’ emerso che le principali imprese vittoriesi attive nel settore della raccolta e trasformazione di rifiuti plastici si approvvigionavano dei teli di copertura periodicamente dismessi dalle serre presenti nel territorio ricompreso fra le provincie di Ragusa, Siracusa e Caltanissetta. C’erano attriti e contrapposizioni tra gli interessati durante il periodo di dismissione dei teli di copertura delle serre, anche in virtu’ del rilevante valore economico del settore, pari a svariati milioni di euro all’anno. Di conseguenza vi era una forte concorrenza tra le aziende che si occupavano della raccolta della plastica, le quali cercavano di ottenere il monopolio, anche attraverso il ricorso all’intimidazione mafiosa. ‘SERRE D’ORO’ E MONOPOLI In particolare, e’ stato accertato che il sistema messo in atto dagli indagati era finalizzato ad ottenere il conferimento, in via esclusiva, della plastica dismessa dalle serre alla Sidi della famiglia Donzelli, tanto che il gip ha applicato la misura cautelare nei loro confronti per il reato di concorso esterno in associazione mafiosa. I Donzelli, titolari di piu’ impianti per il riciclo di materie plastiche, riuscivano ad ottenere tale vantaggio economico attraverso l’intimidazione sistematica dei serricoltori e dei raccoglitori di plastica, messa in atto dall’associazione mafiosa, acquisendo una posizione di sostanziale monopolio nel settore, difeso a suon di intimidazioni e incendi. IL PENTITO-BOSS A capo dell’organizzazione Claudio Carbonaro. Dopo aver completato il percorso come collaboratore di giustizia, ha fatto ritorno dal 2013 a Vittoria, dove negli anni 80/90 si era reso responsabile di atroci crimini (tra gli altri piu’ di 60 omicidi), assumendo un ruolo fondamentale per l’associazione mafiosa e ponendosi a capo dello storico clan Carbonaro-Dominante.

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