La ricerca del lavoro è, per i giovani, un’operazione di fondamentale importanza: in questo processo si investono risorse, tempo ed energie. Un elemento essenziale quando ci si propone per i colloqui è il curriculum vitae, che riporta tutte le informazioni di carattere professionale relative al candidato, oltre ai contatti, all’indirizzo, ad un eventuale portfolio e così via.
Il documento in oggetto sta per andare incontro a una vera e propria rivoluzione. È stato progettato, infatti, un curriculum digitale, annunciato dall’On. Manuel Tuzi del Movimento 5 Stelle. Si tratta di un portale pubblico che prevede il rilascio di una certificazione garantita dallo Stato, valida per qualunque posizione lavorativa. In tal modo sarà molto più semplice, per i giovani, capire come fare un curriculum vitae: basterà accedere al sistema e inserire le proprie competenze. Una soluzione di questo tipo è senza dubbio più attendibile rispetto ai CV autodichiarati, che spingono i datori di lavoro a fare delle indagini per verificare la veridicità dei dati. Grazie al portale, in aggiunta, saranno messe da parte anche le piattaforme social private con sponsorizzazioni a pagamento, oggi spesso utilizzate per l’incrocio di domanda e offerta.
Sono diversi i lati positivi del curriculum digitale. Esso, innanzitutto, renderà più rapida la comunicazione tra le aziende e i giovani e permetterà a questi ultimi di trovare un impiego molto più facilmente. Inoltre, tale iniziativa rappresenterà lo spunto per intraprendere un’analisi a livello territoriale incentrata sulle abilità professionali: sarà possibile, cioè, capire quali regioni hanno più bisogno di investimenti di carattere economico-culturale. Nel complesso, si elaboreranno politiche attive in maniera più accurata e mirata, prestando particolare attenzione alle esigenze delle singole aree.
Non solo: i curricula digitali consentiranno di conoscere in anticipo, in maniera piuttosto attendibile, l’evoluzione del mercato del lavoro. Questo è un fattore davvero importante, poiché è direttamente collegato alla riduzione degli sprechi di risorse e all’ideazione di validi interventi. Per citare un’efficace espressione dello stesso Tuzi, il portale in questione è la prima tappa della creazione di un autentico “ecosistema dedicato ai giovani”, i quali costituiscono il fulcro indispensabile per costruire un futuro migliore.
Ancora una volta, la tecnologia si rivela necessaria ai fini dello sviluppo della società. Il curriculum digitale aiuterà senza dubbio i ragazzi italiani disoccupati e mostrerà alle aziende le loro skills, accumulate in anni e anni di studi, corsi di formazione ed esperienze professionali varie.
Al curriculum digitale si accederà tramite Spid
Per avere accesso al portale bisognerà richiedere le credenziali Spid, acronimo di Sistema Pubblico di Identità Digitale. Quest’ultimo, nato da un decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri risalente al 2014, è impiegato per beneficiare di diversi servizi online: il nome utente e la password si possono ottenere gratuitamente rivolgendosi a una serie di identity provider, tra cui Poste, Aruba e Tim. Il procedimento è molto semplice e prevede la presentazione di alcuni documenti, ovvero la carta di identità (o il passaporto) e la tessera sanitaria. Per l’autenticazione non è obbligatorio recarsi presso una sede del gestore, ma il tutto può avvenire anche a domicilio oppure a distanza. In tal caso si effettuerà l’identificazione tramite webcam o documenti digitali.
Per il resto, i giovani che decidono di usufruire di questa opportunità devono soltanto fornire un numero di cellulare e un indirizzo e-mail. Al termine dell’operazione, le credenziali saranno usate per compilare in piena comodità il curriculum vitae digitale. A questo punto potrebbe sorgere spontanea una domanda: qual è la differenza tra Spid e Carta nazionale dei servizi? Il primo, al contrario della seconda, è del tutto dematerializzato, non ha bisogno di un lettore di carte ed è utilizzabile tanto dal PC quanto dal cellulare. I due strumenti, comunque, coesisteranno parallelamente all’inizio; in un secondo momento, tutti i servizi saranno assorbiti da Spid.
Il Sistema Pubblico di Identità Digitale, pertanto, sarà il mezzo per accedere al portale preannunciato da Tuzi. Spid è attivo dal 15 marzo 2016 e, da allora, sono stati compiuti grandi passi in avanti: il curriculum digitale, in un certo qual modo, ne rappresenta l’apice.
Quali altri servizi prevedono l’identità digitale?
Una piccola precisazione sulle credenziali: esse si suddividono su tre livelli diversi. Di questi, il primo comprende i classici servizi online che richiedono solo nome utente e password; il secondo riguarda quelli che necessitano anche di una one-time-password; il terzo, infine, include nella maggior parte dei casi dispositivi fisici di sicurezza.
Da ciò si può capire quanto siano variegati i servizi permessi da Spid. Essi sono connessi a numerosi ambiti differenti, dall’edilizia all’istruzione, dal versamento delle tasse al controllo dei pagamenti. Con le credenziali dell’identità digitale, per esempio, è possibile mandare la dichiarazione dei redditi sul sito dell’Agenzia delle Entrate, iscriversi all’INPS, inviare documenti, eseguire fatturazioni elettroniche e così via. Tra non molto, si potrà anche compilare il proprio curriculum e godere di un contatto diretto e immediato con il mondo delle aziende.