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L’APPROFONDIMENTO. Migranti, basi in Tunisia e Sicilia: catturato il boss tunisino “Barbanera”

Redazione

L’APPROFONDIMENTO. Migranti, basi in Tunisia e Sicilia: catturato il boss tunisino “Barbanera”

Mar, 15/01/2019 - 10:26

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Basi diffuse tra Italia e Tunisia e un piccolo impero economico costruito nel tempo. Era florido il giro d’affari dell’organizzazione di trafficanti di uomini e di sigarette, sgominata dalla Guardia di finanza di Palermo, con l’esecuzione di 14 fermi a carico di stranieri e italiani. Basi operative a Mazara del Vallo, Marsala, Palermo, Lampedusa e Chebba, in Tunisia. Il gruppo criminale utilizzava gommoni carenati, dotati di potenti motori fuoribordo, con i quali era in grado di coprire il tratto di mare che separa le due sponde del Mediterraneo in poche ore, trasportando, per ciascuna traversata, dai 10 ai 15 migranti, che pagavano a testa circa 3 mila euro, e le sigarette di contrabbando. La banda diversificava, sistematicamente, le rotte e le modalita del contrabbando di sigarette sfruttando anche due pescherecci di stanza a Lampedusa. Al vertice dell’organizzazione ci sarebbe il tunisino Fadhel Moncer, alias “Giovanni”, alias “Boulaya”, riconosciuto anche per la caratteristica e folta barba nera, (da qui il nome dato all’operazione, “Barbanera” appunto). Secondo gli inquirenti la sua caratura criminale “emergeva, inoltre, da alcune conversazioni telefoniche in cui lo stesso ammetteva di avere, quanto meno in una circostanza, personalmente sollecitato la falsificazione di verbali di arresto e di aver pagato una tangente ai funzionari locali della polizia tunisina della citta di Kelibia in occasione del fermo, avvenuto in quell’area, di uno dei sodali dell’organizzazione”.

Sono almeno sette i viaggi dalla Tunisia perfezionati in cui il gruppo criminale ha introdotto illegalmente in Italia svariati quintali di sigarette del valore di centinaia di migliaia di euro. Sequestrati 360 chili di tabacchi lavorati. Fadhel Moncer, vertice indiscusso dell’organizzazione e responsabile delle componenti criminali rispettivamente operanti in Italia e in Tunisia – avrebbe corso dell’ultimo biennio promosso e diretto una molteplicita di trasporti via mare, provvedendo al parziale reimpiego delle ingenti somme di denaro contante provenienti dalle attivita illecite attraverso ingenti investimenti, realizzati con l’acquisizione di un’azienda agricola, di un cantiere nautico e di un ristorante di pregio ubicato sul centralissimo lungomare di Mazara del Vallo, tutti fittiziamente intestati a terze persone. Cosi’ e’ scattato il sequestro delle tre aziende, nonche’ di diversi immobili, automezzi, due pescherecci, denaro contante e disponibilita’ finanziarie per un valore complessivo di oltre 3 milioni di euro. Alcuni dei destinatari del fermo di indiziato di delitto sono stati bloccati al porto di Palermo, agli ormeggi per l’imbarco su motonavi in partenza per la Tunisia, in un caso pronti a esportare illecitamente denaro contante per oltre 30mila euro. Le indagini sono state condotte dal dal Nucleo di polizia economico finanziaria, guidato dal colonnello Cosmo Virgilio. L’esecuzione del provvedimento e’ stato invece affidato al Gico della Guardia di finanza, guidato dal colonnello Massimo Fortino. Il provvedimento e’ stato emesso dalla Direzione distrettuale antimafia di Palermo, guidata da Francesco Lo Voi, e disposto dall’aggiunto Marzia Sabella e dai sostituti Calogero Ferrara, Claudia Ferrari e Federica La Chioma.

I fermati: Fadhell Moncer, nato in Tunisia 38 anni, Fakhri Moncer, nato in Tunisia 35 anni, Bessem Elaiba, nato in Tunisia 34 anni, Moussa Hedhili, nato in Tunisia 26 anni, Nabil Zouaoui, nato in Tunisia 55 anni, Filippo Solina, nato a Lampedusa (Ag) 51 anni, 8. Salvatore Spalma, nato ad Agrigento 30 anni, Francesco Sacco nato a Porto Empedocle (Ag) 53 anni, Antonino Lo Nardo, 43 anni, nato a Palermo, Giulio Di Maio, 32 anni, nato a Palermo, Vincenzo Corda, 35 anni, nato a Palermo, Pietro Ilardi, nato a Palermo, 44 anni.