Salute

Ravenna, sequestrati 8 quintali di droga: in manette originario di Marianopoli

Redazione

Ravenna, sequestrati 8 quintali di droga: in manette originario di Marianopoli

Gio, 26/07/2018 - 17:20

Condividi su:

Quasi otto quintali di stupefacenti, tra marijuana e hashish, divisi in “balle” e grossi panetti, pronti per essere smerciati all’ingrosso su chissà quali piazze del centro nord Italia. È questa la “sorpresa” alla quale si sono trovati di fronte i Carabinieri del Comando Provinciale di Ravenna, da mesi sulle tracce di possibili spacciatori e trafficanti nelle campagne della zona di Russi.

Una pattuglia dell’Aliquota Radiomobile, presente sul territorio per monitorare la zona, l’ha subito notata e fermata: al suo interno, un 70enne della provincia di Monza/Brianza, apparso subito molto agitato agli occhi dei militari, che hanno così deciso per la perquisizione del veicolo: nel bagagliaio, malamente occultate, due balle di marijuana da 70 kg, avvolte in sacchi neri dell’immondizia.

I militari hanno così seguito a ritroso il percorso della Citroen, chiedendo, quasi casa per casa, agli abitanti di Russi, cercando di rintracciare il casolare da cui proveniva l’auto, trovando tra l’altro grande disponibilità nella popolazione. Il percorso li ha portati nella zona dello zuccherificio ormai chiuso, fino ad una ex porcilaia, che è risultata poi essere stata presa in affitto da un 40enne di origine albanese, da tempo presente in Italia e residente a Russi. Al suo interno, senza alcuna particolare sorveglianza esterna (evidentemente i trafficanti contavano sull’”insospettabilità” del luogo) sono stati rinvenuti circa 600 kg di marijuana suddivisi in balle di diversa pesatura e 128 di hashish, nascosti sotto teloni e coperte. Gli imballaggi della droga nel deposito erano identici a quelli rinvenuti nell’auto.

Sia il 70enne italiano trovato alla guida della Citroen che il 40enne albanese, affittuario del deposito, sono stati immediatamente arrestati e si trovano attualmente in carcere a Ravenna a disposizione della magistratura. Il caso è affidato alla PM dott.ssa Angela Scorza.

Il Maggiore dei Carabinieri Pisapia ha sottolineato la “velocità con cui si sono svolte le operazioni. L’attività informativa risaliva a qualche mese prima: avevamo avuto continui segnali dalle nostre fonti informative che nel circondario di Russi a ridosso della campagna ci fossero movimenti sospetti, con persone che andavano e venivano da alcuni casolari in maniera anomala. Anche le informazioni rilevate tra gli abitanti del posto andavano nella stessa direzione”.

“Ora le indagini mirano ad individuare da dove sia giunto lo stupefacente – ha precisato il comandante provinciale Roberto De Cinti -. Non si esclude che il canale sia quello ormai noto dei Balcani, ma non siamo sicuri di come l’ingente quantitativo di droga sia stato trasportato a Ravenna. Dagli involucri non sembra sia giunto via mare, perché sono risultati polverosi e senza tracce di sale marino, come tipicamente accade quando il trasporto avviene su imbarcazioni, spesso di piccolo calibro. È più probabile che sia stato utilizzato un  varco doganale più convenzionale”.

Le indagini sulla purezza dello stupefacente sequestrato sono ancora in corso, ma considerato il quantitativo (quasi 8 quintali) e il suo valore sul mercato, si può pensare che la vendita al dettaglioavrebbe potuto fruttare circa 8 milioni di euro.

Il 70enne italiano, nato a Marianopoli in provincia di Caltanissetta, arrestato è risultato incensurato ed è un piccolo imprenditore della provincia di Monza/Brianza, dove è proprietario di una piccola fabbrichetta artigianale. L’altro uomo, il 40enne albanese, risulta invece da tempo residente in Italia, già gravato da precedenti specifici per droga e con precedenti arresti. È residente a Russi, dove è responsabile di una piccola attività di gestione di rifiuti speciali.

Le indagini sono ora concentrate a scoprire le fonti di approvvigionamento e dunque i canali di ingresso in Italia della droga, ma anche le piazze di spaccio verso le quali gli stupefacenti erano dirette. I quantitativi così massicci fanno ovviamente pensare agli inquirenti che il livello scoperto fosse superiore a quello di vendita diretta al dettaglio, ma che si trattasse di un punto di stoccaggio per la vendita all’ingrosso della droga.

Pubblicità Elettorale