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Aggressione da ‘Arancia meccanica’ nel Ragusano: tre rumeni in manette

Redazione

Aggressione da ‘Arancia meccanica’ nel Ragusano: tre rumeni in manette

Sab, 24/10/2015 - 17:30

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carabinieri1RAGUSA – Hanno spintonato e tramortito il marito sull’uscio di casa. Uno di loro ha afferrato la donna per abusarne. Hanno fatto razzia di tutto cio’ che si poteva vendere o piazzare: un marsupio con un migliaio di euro, i telefoni cellulari, oro, persino le fedi nunziali e prima di darsi alla fuga hanno sparato in direzione dei coniugi non colpendoli, fortunatamente, ma disintegrando un comodino nella stanza da letto.

Questo il film ricostruito dal colonnello Fragassi, comandante provinciale dell’Arma di Ragusa, dal maggiore Coassin, comandante della Compagnia di Ragusa e dal capitano Domenico Spadaro comandante del nucleo investigativo che ha portato all’arresto da parte dell’Arma dei Carabinieri di Ragusa di tre rumeni, Florin Ciabotaru, 28 anni incensurato, Paul Emilian Maftei 35 anni e Florin Sandu 30 anni, entrambi pregiudicati. “Ci siamo trovati davanti ad un crimine efferato – ha detto il colonnello Sigismondo Fragassi -, quando il 6 marzo siamo intervenuti nella casa dei due giovani coniugi nella periferia di Marina di Ragusa. Una aggressione da “arancia meccanica”. La coppia e’ stata picchiata selvaggiamente, uno degli arrestati ha tentato di abusarne sessualmente e solo grazie alla difesa strenua della donna e al fatto che ne frattempo il marito si era ripreso leggermente dalla stordimento imbracciando un bastone, la violenza sessuale non si e’ consumata”. I tre entrarono incappucciati nell’abitazione della coppia qualificandosi come “vicini i casa”. E’stata la donna a mettere sulla giusta strada gli investigatori. Nell’aggressione, e’ riuscita a strappare il cappuccio che celava il volto del suo aguzzino Paul Emilian Maftei, riconoscendolo senza ombra di dubbio. E fu lo stesso Maftei a sparare il colpo di fucile. Nel corso della perquisizione effettuata durante l’arresto di questa notte, sono stati trovati anche il marsupio – di fattura molto particolare – e il telefono cellulare della donna. Ci sono altre due persone denunciate a piede libero per ricettazione e ci sarebbe almeno un altro complice attualmente ricercato. Le indagini sono coordinate dal procuratore Carmelo Petralia, arresti convalidati dal Gip Claudio Maggioni su richiesta del Pm Valentina Botti.

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