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Stato-mafia: pentito, politico Palermo dava obiettivi stragi ’93

Redazione

Stato-mafia: pentito, politico Palermo dava obiettivi stragi ’93

Gio, 10/09/2015 - 11:41

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PALERMO  – “Le stragi in Continente del 1993 sono state fatte per abolire il 41 bis e modificare la legge sui pentiti. Le bombe servivano per scendere a patti con lo Stato. C’era un politico di Palermo che dava gli obiettivi da colpire, gli indirizzi giusti. L’ho gia’ detto in passato ma oggi non voglio fare il nome del politico. Ho paura di finire nuovamente sui giornali, perdere il lavoro. Ho una figlia e ho perso il lavoro”. Lo ha detto il collaboratore di giustizia Giovanni Ciaramitaro, ex sicario della cosca di Brancaccio, deponendo nell’aula bunker del carcere Ucciardone di Palermo dove e’ ripreso il processo sulla cosiddetta trattativa tra Stato e mafia.

Ciaramitaro – collaboratore di giustizia dal 1996 – riferisce, rispondendo alle domande pm Roberto Tartaglia, quanto appreso (dal giugno 1995 fino al nuovo arresto per mafia del febbraio 1996) da altri soggetti mafiosi che con lui trascorrevano la latitanza. Tutti fatti gia’ riferiti da Ciaramitaro in altre sedi processuali e che in questo contesto devono essere confermati. In particolare da Pietro Romeo – che assieme a Cosimo Lo Nigro, Gaspare Spatuzza e Francesco Giuliano facevano parte del commando mafioso che piazzo’ le bombe in Continente – Ciaramitaro seppe dei motivi alla base della scelta. Oggi il collaboratore di giustizia, non sottoposto a nessun programma di protezione e collegato in video conferenza, ha comunicato di “non volere piu’ ripetere il nome del politico perche’ nel 2011, dopo averlo fatto in un processo a Firenze, sono stato individuato. Vivevo in un piccolo paesino della Toscana, ero l’unico che si chiamava Ciaramitaro. Sono finito sui giornali e sono dovuto fuggire lasciando il lavoro a tempo indeterminato. Ma devo pensare a mia figlia…”. Il presidente della Corte, Alfredo Montalto, ha piu’ volte invitato il teste a rispondere per evitare di essere accusato di reticenza. Il processo e’ stato poi provvisoriamento sospeso per consentire al legale Monica Genovese, di conferire con Ciaramitaro, viene ascoltato come testimone assistito.

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