Salute

Gela, i lavoratori del diretto e dell’indotto del Petrolchimico scrivono al Papa

Redazione

Gela, i lavoratori del diretto e dell’indotto del Petrolchimico scrivono al Papa

Gio, 10/07/2014 - 20:07

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Papa Francesco celebra la domenica delle palmeGELA – Riportiamo integralmente il testo di una lettera che i lavoratori del diretto e dell’indotto del Petrolchimico hanno scritto al Papa. 

Santità,

innanzitutto ci scusi se ci rivolgiamo a Lei al fine di esporre la nostra vicenda ma sappiamo come Lei sia sensibile ai drammi delle cosiddette “periferie esistenziali”.

Noi riteniamo di essere proprio quelle periferie.

Siamo i lavoratori del diretto e dell’indotto della raffineria di Gela e, molto probabilmente, rimarremo senza lavoro.

L’azienda, infatti, dopo averci detto nel luglio del 2013 che avrebbe effettuato investimenti sulla fabbrica, rendendola più competitiva e più sicura, oggi ha deciso di chiudere gli impianti di raffinazione e trasformare il sito in semplice deposito con riduzione drastica del personale.

Siamo delusi e preoccupati per il futuro nostro e dei nostri figli.

Come Lei ha detto il lavoro dà dignità alla persona e noi chiediamo semplicemente quel lavoro e quindi quella DIGNITA’, nient’altro.

La decisione unilaterale è stata presa senza nessuna avvisaglia ma all’improvviso.

Le chiediamo semplicemente di dar Voce a chi non ha Voce, magari davanti al Governo italiano,  e chiedere la sua Paterna Benedizione e Preghiera.

Il 2 luglio scorso nella nostra città abbiamo festeggiato la Madonna delle Grazie alla quale il popolo Gelese è devoto, Le chiediamo di voler richiedere la Sua intercessione perché possa incidere nei cuori e nelle menti di chi ha preso questa decisione, per noi drammatica, e far comprendere che un’economia basata solo sul profitto e che non ha al centro l’Uomo è destinata a fallire.

Certi del Suo interessamento la Salutiamo devoti.

 I LAVORATORI DEL DIRETTO E DELL’INDOTTO