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Venti di guerra in Ucraina Mosca “Ok all’intervento armato”

Redazione

Venti di guerra in Ucraina Mosca “Ok all’intervento armato”

Sab, 01/03/2014 - 20:58

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imageUCRAINA – Precipita la situazione in Ucraina: la Russia e’ a un passo dall’invasione militare della Crimea dove migliaia di soldati di Mosca sono gia’ schierati nella penisola. Il Consiglio della Federazione, la Camera Alta di Mosca, ha approvato all’unanimita’ la richiesta di intervento armato avanzata dal presidente Putin per proteggere la Flotta del Mar Nero in Crimea e la “vita dei cittadini russi”.

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In territorio ucraino sono gia’ presenti migliaia di militari russi e, secondo il ministro della Difesa di Kiev, Ihor Tenyukhe’, Mosca ha portato il contingente totale a 6.000 militari, gli ultimi 2.000 giunti ieri sera con un ponte aereo.
Il ministro della Difesa di Kiev ha avvertito che le Forze Armate nazionali sono state poste in stato di massima allerta nella penisola di Crimea. E il premier Arseny Yatseniuk ha definito “inaccettabile” la presenza di “blindati russi nel centro delle citta’ dell’Ucraina”.
Mosca ha risposto dunque all’appello lanciato dal neo-premier della Crimea, Serhiy Aksyonov, che aveva chiesto aiuto a Putin per riportare la pace sulla penisola a maggioranza filo-russa, sebbene sotto sovranita’ ucraina. “La Russia”, avevano assicurato fonti governative a Mosca, “non ignorera’ la richiesta di assistenza rivolta al presidente Putin, e non la lascera’ priva della sua attenzione”.

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Almeno 10.000 persone sono scese in strada a Donetsk, citta’ ucraina filo-russa nella parte sud-occidentale del Paese e roccaforte del deposto presidente Viktor Yanukovich, per protestare contro il nuovo governo, pro-ue, insediatosi a Kiev.   I manifestanti sostengono “l’aspirazione della Crimea (fino al 1954 territorio dell’ex Urss) di ricongiungersi alla Russia”. Donetsk fa parte della parte dell’Ucraina che nutre simpatie e legami storici piu’ forti con Mosca a differenza della zona orientale, ex territorio austro-ungarico e polacco, piu’ vicino all’Europa.

Ieri la tensione ha conosciuto una nuova impennata, con l’occupazione dei due aeroporti da parte di miliziani pro-russi, e l’invasione di 2.000 soldati russi denunciata da Kiev. Il presidente ad interim ucraino Oleksander Turchinov ha accusato la Russia di aver aggredito il Paese invadendo la Crimea, repubblica autonoma ucraina, e si e’ appellato al presidente Vladimir Putin chiedendogli di porre fine alle provocazioni, che, ha accusato, ricordano quelle che portarono nel 2008 le truppe di Mosca in guerra con la Georgia.

Barack Obama si e’ detto “profondamente preoccuato dalla notizia di spostamenti di truppe russe in Ucraina” e ha avvertito che “ogni violazione della sovranita’ dell’Ucraina sarebbe profondamente destabilizzante” concludendo che sarebbe molto costoso, per qualunque Paese, (Russia, ndr) qualsiasi tipo di intervento militare in Ucraina. “Gli Stati Uniti e la comunita’ internazionale sono certi di poter affermare che qualsiasi intervento militare in Ucraina avrebbe un costo. Ogni violazione della sovranita’ Ucraina sarebbe molto destabilizzante”, ha detto Obama intimando, seppur senza citarla esplicitamente, la Russia a fermare qualsiasi operazione militare in corso.

Nel frattempo arriva il duro avvertimento da parte di ‘Gazprom’ alle autorita’ ucraine, cui e’ stato ricordato il debito “enorme” accumulato nei confronti del colosso energetico russo: piu’ di un miliardo e mezzo di dollari in forniture di gas non pagate, con la conseguenza che Kiev potrebbe tra l’altro perdere gli sconti, pari a circa un terzo rispetto ai prezzi correnti di mercato, previsti dall’accordo firmato il 17 dicembre scorso a Mosca tra i presidenti dei due Paesi, Vladimir Putin e l’allora omologo Viktor Yanukovich. “Con l’Ucraina siamo in buoni rapporti, il passaggio del gas sul suo territorio funziona ma”, ha puntualizzato il capo portavoce di ‘Gazprom,’ Serghei Kupriyanov, citato dall’agenzia di stampa statale ‘Ria-Novosti’, “bisogna semplicemente che loro il gas lo paghino. Il debito e’ pari a 1,549 miliardi di dollari, ed e’ immenso”. Si tratta di una cifra equivalente a oltre 1,12 miliardi di euro. “E’ chiaro che, con un debito del genere”, ha ammonito Kupriyanov, “l’Ucraina puo’ non essere in grado di conservare le riduzioni di prezzo per le forniture. L’accordo sugli sconti”, ha ricordato, “prevede infatti pagamenti completi e tempestivi”.

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