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Cinquanta milioni in nome della legalità

Redazione

Cinquanta milioni in nome della legalità

Ven, 20/05/2011 - 11:58

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CALTANISSETTA – Un territorio in cui fare investimenti per creare nuova produzione e nuovi posti di lavoro grazie ad agevolazioni fiscali e credito d’imposta, con premialità (finanziamenti) sempre e comunque legate al rispetto dei protocolli di legalità che promuovono una nuova immagine di imprenditore “attivo” nel rispetto delle regole. E’ questo il punto di partenza per spiegare cosa è la Zona Franca per la legalità e lo sviluppo nelle parole di Marco Venturi, assessore regionale alle attività produttive, imprenditore del settore chimica con un azienda nella zona industriale di Caltanissetta. Venturi, ex presidente regionale della “Picola” di Confindustria, spiega al “Fatto Nisseno” le novità contenute nella delibera della giunta regionale che ha istituito la ZFL.

Assessore Venturi, parliamo del “fatto”, l’approvazione di una delibera con cui si finanziano la zona franca per la legalità. Cosa significa?

“La zona franca è un fatto importantissimo perchè parte da Caltanissetta, da un’idea di Confindustria e del sindacato del 2004 e oggi dopo la legge antimafia del 2008 che prevedeva l’istituzione delle zone franche per la legalità e lo sviluppo, è stato compiuto l’atto successivo che andava fatto dalla giunta di governo ed è stato fatto. Si sono delimitati i confini della zona franca, la provincia di Caltanissetta, Pietraperzia e quattro comuni della provincia di Agrigento. Su questa zona franca si sono stanziati 50 milioni di euro per gli investimenti e inoltre è stata avviata la procedura per addivenire ad una zona che sia defiscalizzata e questo seguirà i tempi del governo nazionale e della richiesta al commissario dell’Unione Europea affinchè si sancisca, anche a livello europeo, che quest’area definita dalla giunta di governo sia realmente una zona franca”.

Di questi stanziamenti quale parte sarà subito disponibile?

“50 milioni di euro sono competenza regionale e a breve saranno destinate  le risorse, non appena il governo nazionale stanzierà i fondi Fas. Per quello che riguarda la defiscalizzazione, per rendere il territorio veramente una zona franca, aspettiamo la decisione della Commissione europea.

Le amministrazioni locali a diversi livelli, dai comuni piccoli alla provincia, cosa devono fare?

In questo momento è la Regione Siciliana che dovrà fare il regolamento, creare delle zone attrattive per gli investimenti e gli insediamenti produttivi in aree industriali e artigianali, per creare nuovi posti di lavoro e nuova produzione, quindi lavorare e andare avanti. I protocolli sono importanti perchè le aziende si impegnano a rispettare protocolli di legalità già scritti da Confindustria e dalle Prefetture e su quello ci si confronterà”.

Su questo non si transige, come l’obbligo di denuncia. Se si scopre, da indagini, che un imprenditore ha pagato il pizzo?

“Perde il finanziamento”.

Riforma delle Asi. E’  in commissione bilancio il disegno di riforma che porta il suo nome. Delle 4 grandi aree dell’isola, una è Caltanissetta. Un’opportunità?

“Caltanissetta ha una realtà industriale importante. Abbiamo l’Asi che è allocata a San Cataldo, Caltanissetta, Riesi e Grottadacqua. Dobbiamo rendere efficienti e ben fruibili gli insediamenti produttivi che sono già allocati e poi render attrattive le aree che sono vuote, come Riesi e Mazzarino, dove ancora non vi sono insediamenti produttivi”.

Su Grottadacqua prendete un impegno?

“Sicuramente abbiamo 200 ettari di terreno che sono vuoti e lasciarli così non ha senso. Dobbiamo trovare imprenditori importanti, locali o provenienti da fuori, che vengono a investire in questo territorio. La riforma delle Asi è importante non solo per Caltanissetta ma per tutta la regione. Azzeriamo gli 800 posti di sottogoverno risparmiando 4 milioni di euro l’anno e daremo a queste 11 unità periferiche regionali un servizio più efficiente e più efficace alle aziende e ai cittadini. Per Caltanissetta il problema è rendersi attrattiva con gli strumenti che stiamo mettendo in campo. Sicuramente daremo un vantaggio competitivo come territorio e quindi bisogna cercare che tutti quanti facciano la loro parte, le istituzioni locali devono essere al servizio dei cittadini e delle imprese”.

I disegni di legge sulla Zona Franca adesso sono due.

“Forse ce ne sono di più. C’è quello presentato da Lomaglio alla Camera un paio di anni fa, poi quello presentato al senato da Lumia, circa un anno e mezzo fa. Poi ci sono la proposta della Cardinale e per ultimo questa di Pagano, l’importante è che anche loro, tutti quanti insieme perseguano un obbiettivo comune e questo non fa sicuramente male. Più si parla del territorio e più si lavora per il territorio per dare nuove opportunità, più si fa bene”.

Ma voi non avete preferenze?

“Non conosco in profondità il disegno di legge di Pagano e della Cardinale, ho letto molto attentamente quello di Lomaglio e di Lumia che erano molto vicini e avevano molti punti di convergenza. Questi non li ho ancora approfonditi ed è una mia carenza, però ti posso dire che se si fossero unificati ai primi e quindi è una riproposizione degli altri, vanno sicuramente bene”. 

Alberto Sardo