Salute

Amianto. Inps condannato a risarcire operaio: la Corte d’appello di Catania ribalta sentenza dopo rinvio dalla Cassazione

Redazione 1

Amianto. Inps condannato a risarcire operaio: la Corte d’appello di Catania ribalta sentenza dopo rinvio dalla Cassazione

Gio, 13/11/2025 - 19:37

Condividi su:

La Corte d’appello di Catania, in sede di rinvio dalla Cassazione, ha condannato l’Inps a riconoscere i diritti dei lavoratori esposti all’amianto a Salvatore Patania, ex operaio del Polo Petrolchimico Enichem di Priolo Gargallo. La decisione accoglie le tesi dell’avvocato Ezio Bonanni, presidente dell’Osservatorio nazionale amianto, che aveva già ottenuto l’annullamento della precedente sentenza della stessa Corte d’appello, e segna un passaggio nella giurisprudenza in materia di esposizione professionale all’amianto, stabilendo che il periodo di rischio deve essere determinato in base alle effettive condizioni di lavoro e alla data delle bonifiche nei siti contaminati.

Patania ha lavorato per oltre quindici anni come montatore alle dipendenze della Siciltecnica e della Clai, in un contesto industriale fortemente contaminato da amianto. Solo dopo il pensionamento e la diagnosi di nodulità polmonare ha scoperto di essere stato esposto alla “fibra killer”. Nonostante i riconoscimenti tecnici dell’Inail, l’Inps aveva negato i benefici contributivi per prepensionamento, ritenendo l’esposizione inferiore ai dieci anni.

Il ricorso del lavoratore era stato respinto sia in primo grado che in appello, finché Bonanni non ha portato il caso in Cassazione, che ha riconosciuto la validità delle prove documentali e ribaltato le due decisioni: “Il termine ultimo di esposizione all’amianto non può essere determinato in base all’entrata in vigore della legge 257/1992, ma deve tener conto delle effettive condizioni di lavoro e delle bonifiche realmente eseguite”.

L’Inps dovrà riconoscere a Patania l’aumento della pensione, in media di 400 euro mensili, con gli arretrati degli ultimi 5 anni che ammontano a 25mila euro circa, il diritto alla rivalutazione contributiva, il pagamento delle spese di tutti i gradi di giudizio, per un totale di oltre 17mila euro, il rimborso delle spese generali e di quelle della consulenza tecnica d’ufficio (Ctu) del primo grado. (ANSA)

banner italpress istituzionale banner italpress tv