Un appello accorato per non essere lasciati soli. È quello lanciato ieri mattina dalle associazioni e dalle comunità che si occupano dell’accoglienza dei minori stranieri non accompagnati, scese in piazza a Caltanissetta per un sit-in davanti alla Prefettura.
Un folto gruppo di operatori, volontari e giovani ospiti si è radunato in viale Margherita con cartelli e slogan, per chiedere attenzione e interventi concreti. Presenti le associazioni Santa Ofelia e Tam Tam di Caltanissetta, la Fenice di Sommatino e delegazioni provenienti da diverse province siciliane: Somed di Piazza Armerina, Vita Nuova di Favara, Terra Accoglienza di Giarre, Liberi di Intrecciare di Trapani, l’Edera di Canicattì, Juvenilia di Campobello di Licata. Al corteo hanno aderito anche rappresentanti di Catania e Agrigento.
Il motivo della protesta nasce da una circolare del Viminale, diffusa lo scorso giugno, che ha modificato il regime di rimborso per le spese sostenute dai Comuni e dalle comunità nell’accoglienza dei minori non accompagnati. Secondo i manifestanti, oggi viene coperto soltanto il 35% di quanto anticipato, lasciando scoperti costi significativi e mettendo a rischio la sopravvivenza delle strutture.
Le conseguenze, denunciano le associazioni, sarebbero pesanti: molte comunità rischiano di chiudere, privando i ragazzi di un punto di riferimento e condannandoli, nella migliore delle ipotesi, a un trasferimento forzato; nella peggiore, a restare senza un tetto.
Alla manifestazione hanno preso parte anche rappresentanti di realtà locali come Sai Etnos e Giordisi di Caltanissetta. Oltre 50 persone hanno sfilato pacificamente, esprimendo la propria indignazione per l’assenza di rappresentanti istituzionali locali: “Ci sembra una strategia per mandar via questi ragazzi – hanno affermato –. Siamo soli e gli enti locali non ci sostengono”.
Unico esponente politico presente, il consigliere comunale di opposizione Armando Turturici. Il vicario del prefetto, Fernando Trombadore, ha incontrato una delegazione composta da Aurora Sardo (Santa Ofelia), Giuseppe Nobile (presidente Santa Ofelia) e Gaia Lo Giudice (Tam Tam).
Nel colloquio sono state illustrate le criticità: molte associazioni seguono minori di età compresa tra i 14 e i 18 anni, ma anche bambini di 3 o 4 anni. La nuova normativa impone il trasferimento dei minori nel circuito Sai, prevalentemente al Nord Italia, poiché le strutture a sud di Roma sono poche.
“Questo significherebbe abbandonare una seconda volta i ragazzi – hanno spiegato i manifestanti –. A loro togliamo un punto di riferimento, interrompendo percorsi educativi e di integrazione”.
Secondo gli operatori, chiudere le strutture significherebbe anche la perdita di numerosi posti di lavoro. Per questo il coordinamento ha deciso di proseguire la mobilitazione, annunciando altre manifestazioni nei prossimi giorni a Palermo e a Roma. “Il problema è reale – concludono – e pretendiamo risposte concrete”.

