CALTANISSETTA. Grande successo di pubblico per la presentazione del libro “SOS Sicilia Centrale. Un territorio ferito tra criticità e potenzialità” che ha avuto luogo il 13 giugno 2025 presso la sala conferenze di Sicilbanca. Il volume è una raccolta di schede riguardanti luoghi del centro Sicilia che necessitano di maggiore considerazione, valorizzazione e manutenzione da parte delle istituzioni locali e regionali perché vivono uno stato di parziale o totale abbandono e la loro fruibilità non viene considerata una priorità.
Il Presidente di Sicilbanca, Giuseppe Di Forti, ha aperto la serata dando il suo saluto e dimostrandosi molto sensibile alle tematiche trattate, aprendo un dialogo con le Associazioni per la tutela e la valorizzazione dei luoghi censiti nelle schede.
La Direttrice del Parco Archeologico di Gela, Donatella Giunta, invece ha risposto alle domande sulla gestione dei siti del Parco e sugli interventi che da troppo tempo mancano sulle aree archeologiche, dimostrando che le istanze di questi luoghi vengono spesso e volentieri ignorate dalla politica locale, regionale e nazionale. Al momento i finanziamenti approvati riguardano per lo più il territorio di Gela, mentre poco o nulla è destinato ai siti del territorio nisseno.
Giuseppe Giugno ha moderato l’appuntamento, illustrando, in apertura, i riferimenti normativi in base ai quali sono stati individuati i beni culturali presi in considerazione all’interno del volume. Ha precisato che il libro presentato va inteso come esito di una accurata indagine storico-critica sul territorio della Sicilia centrale, tra le province di Caltanissetta ed Enna, volta a verificare il reale stato di conservazione, valorizzazione e fruizione dei suoi beni culturali. Durante i suoi interventi, intercalati tra quelli dei relatori che hanno preso parte all’evento, si è soffermato sulla necessità, non negoziabile e non procrastinabile, della valorizzazione e fruizione del patrimonio storico-artistico territoriale a partire dalla tutela ‘certa’ dei beni. Ha anche volto la sua attenzione alla necessità di una programmazione strategica delle politiche di valorizzazione del patrimonio culturale che non guardi, per quanto attiene al patrimonio archeologico e non solo, soltanto ai grandi attrattori culturali, ma anche a quei siti meno conosciuti delle aree dimesse della Sicilia centrale.
Salvatore Granata, editore del volume, ha detto: “È un paradosso per le Edizioni Lussografica, che da decenni pubblica libri per promuovere e valorizzare le bellezze della Sicilia e della Sicilia Centrale in particolare, pubblicare oggi un libro che evidenzia, purtroppo, le manchevolezze delle varie amministrazioni nel gestire e privare della normale manutenzione ordinaria i numerosi beni culturali che il Centro della Sicilia potrebbe offrire ad un potenziale turista. Purtroppo le infrastrutture sono carenti o inesistenti, le strade dissestate e difficilmente percorribili i siti chiusi perché inagibili e infestati dalle erbacce. Non si possono ospitare turisti in un ambiente abbandonato. Ancor più grave l’inesistenza di programmi e progetti organici che possano affrontare e adeguatamente risolvere tali problemi. Il libro è costituito da numerose schede di siti redatte da diversi autori appartenenti ad un gruppo di Associazioni riunitesi nel gruppo SOS Sicilia Centrale. Da anni questo gruppo evidenzia e denuncia tutte le criticità che le istituzioni, a partire dalla Regione, hanno ignorato e continuano ad ignorare, come se avessero deciso di escludere il Centro della Sicilia da qualsiasi intervento di sostegno, destinandolo all’abbandono. Non si può continuare su questa direzione, questo ultimo decennio di stasi ha determinato gravi danni sociali ed economici che difficilmente si potranno superare in tempi brevi. Bisogna correre ai ripari, rimboccarsi le maniche e intervenire con grande energia e risoluzione”.
Simona Modeo ha puntato ancora una volta l’attenzione sullo stato di degrado e di abbandono dei siti archeologici della Sicilia centrale che attendono da anni interventi urgenti di messa in sicurezza e di ripristino dei percorsi di visita, affinché possano essere restituiti alla pubblica fruizione. Ha inoltre denunciato la carenza dei tecnici della tutela e, in primis, di archeologi nelle Soprintendenze e nei Parchi Archeologici. In particolare, ha sottolineato il fatto che il Parco Archeologico di Gela, che gestisce ben 22 siti (11 dei quali attualmente sono chiusi), non ha archeologi né tra i suoi funzionari né all’interno del comitato tecnico-scientifico dove i due esperti previsti dall’art. 23, comma 1, della L.R. 20/2000 e nominati lo scorso marzo dall’assessore Francesco Scarpinato, sono un avvocato e un docente universitario di Storia moderna. L’assenza di queste figure professionali è una delle principali cause della situazione tragica in cui versano siti come Sabucina, Gibil Gabib, Vassallaggi, Monte Polizzello, Monte Raffe, per citarne alcuni, che subiscono quotidianamente atti di vandalismo e vengono depredati dagli scavatori di frodo nella totale indifferenza di tutti, fatta eccezione per le Associazioni culturali di volontariato che da anni si battono contro quella che hanno definito una vera e propria damnatio memoriae. Così si calpestano la nostra storia e la nostra identità culturale e si perde il contatto con le nostre più ancestrali radici. Il fine ultimo di questo volume, dunque, non è solo quello della denuncia dello stato dell’arte di alcuni dei principali luoghi della cultura del territorio nisseno ed ennese ma anche e soprattutto quello di divulgarne la conoscenza, perché si protegge solo ciò che si ama e si ama solo ciò che si conosce.
Marina Castiglione è intervenuta per stigmatizzare l’assenza della componente politica in una giornata importante come quella odierna. Ha ringraziato i Consiglieri di opposizione presenti, Carlo Vagginelli e Roberto Gambino. Il gruppo di SOS Sicilia Centrale ha lavorato per mesi per offrire uno strumento di ricognizione (parziale e imperfetto, certamente) utile alla politica per conoscere il territorio amministrato e programmare azioni conseguenti. Così ha affermato: «Assessori, consiglieri e sindaco erano stati invitati a discutere insieme, dati alla mano, in occasione del Consiglio comunale monotematico svoltosi il 26 maggio 2025, Consiglio in cui ci venne rivolto l’invito a parlare “delle cose belle della città”. Ma, sfortunatamente, il volume dimostra che non mancano “le cose belle”, manca una politica buona che parta dal confronto e dalla conoscenza. Anche in seno all’audizione in V Commissione fummo propositivi e cercammo di individuare almeno un sito, un intervento, una azione che servisse a far vedere che la città non aspetta di vedere usare strumentalmente i propri beni (culturali, architettonici, archivistici, di archeologia industriale e archeologica, minerari) per le campagne elettorali per poi piangere su una antenna demolita nella ignavia di tutti gli organi competenti. La relazione ampia e dettagliata della dottoressa Giunta ha poi mostrato che le ragioni del nostro esposto del 2020 erano vere e continuano ad esserlo. Uno dei punti di accertamento da parte della Procura che lì individuammo era come fosse stato possibile autorizzare un intervento di svariate centinaia di migliaia di euro a Gibil Gabib senza prevedere un WC presso l’antiquarium. Oggi scopriamo che mentre si spendono, giustamente, finanziamenti del PNRR per i beni diocesani e arrivano svariati milioni di euro per la tutela antisismica a Trabia Tallarita e a Gela, il WC impegnerebbe soltanto 4.000 euro che però non è possibile trovare. Si proponga, allora, una colletta, dato che nessuno si fa carico di interventi così minimi e così essenziali. Quindi, il volume era necessario ed è un vero atto di indifferenza conclamata l’assenza della parte politica, che si limita ad apporre manifesti nelle vetrine abbandonate e a parlare di turismo senza fruibilità e gestione».
Gero Difrancesco citando un articolo letto ne Il centro, settimanale nisseno del febbraio 1946 (esemplare più unico che raro), mette in rilievo la unicità dei beni culturali sia di emozione sia di cognizione con la loro vicendevole integrazione e compenetrazione. L’articolo citato infatti mette in luce l’individuazione dell’anno di costruzione della Chiesa di Sant’Agata al Collegio attraverso la collaborazione tra Archivio di Stato, con il suo direttore Vincenzo Annibale, e l’Università di Palermo rappresentata dal professore Filippo Di Pietro. Attraverso questa emblematica vicenda viene evidenziata la necessità di salvaguardare le emeroteche storiche (con la digitalizzazione dei giornali) e di dotare i comuni, e tra essi il Comune capoluogo, degli Archivi Storici (Sezioni separate d’archivio), entrambi servizi, oltre che beni culturali, di pertinenza comunale e obbligatori per legge a cui neanche la peggiore indolenza può sottrarsi.
Luca Miccichè tra le schede elaborate ha evidenziato lo stato di totale abbandono delle miniere nissene. La politica regionale ha già dichiarato, in fase di chiusura di queste, che tale operazione dovesse avvenire in maniera tombale, un termine forte che non lascia spazio ad un futuro per dei luoghi che hanno profondamente segnato la storia locale, trasformando Caltanissetta nella capitale mondiale dello zolfo donando ricchezza ma povertà allo stesso tempo. Ha evidenziato come dei progetti siano in fase di sviluppo ma questo potrebbe non bastare, purtroppo, soprattutto considerando il grande valore sentimentale che tutt’oggi portano questi luoghi nel cuore dei nisseni. Basti pensare al Cimitero dei Carusi e ai nomi dei defunti scritti sulla lapide, ma per leggerli bisogna farsi spazio tra le alte erbacce. Lo stesso Miccichè ha richiesto, mesi fa, la possibilità di gestire il Cimitero garantendo la sua pulizia tutti i giorni dell’anno ad opera dei volontari della Pro Loco che rappresenta. Inoltre ha ricordato come tutto questo lavoro sia iniziato anni fa con l’impegno delle Associazioni presenti che hanno portato oggi alla realizzazione di questo volume ma allo stesso tempo hanno dato voce continua per la valorizzazione e la tutela dei luoghi citati. Un lavoro di squadra che dimostra la forza delle Associazioni nissene e purtroppo scarso interesse delle politiche soprattutto regionali.
Leandro Janni, impegnato da sempre nella conoscenza, tutela e valorizzazione dell’importante patrimonio paesaggistico e culturale della Nazione conservato in Sicilia con l’Associazione Italia Nostra, ha posto retoricamente questa domanda: «E’emblematica la vicenda dell’antenna RAI di colle Sant’Anna che, dopo anni di infinite discussioni, proposte e promesse, rischia di essere demolita?» Rispondendo: «No, non è emblematica. La cattiva politica, la cattiva gestione del territorio e dei suoi beni culturali e paesaggistici ci hanno già privato di peculiari elementi della storia recente della città di Caltanissetta, di testimonianze di archeologia industriale, di simboli della Caltanissetta moderna: la miniera Trabonella, la Fiat Agricola di viale della Regione, il villino Lomonaco, il mulino-pastificio Salvati. Di certo impediremo con tutte le nostre forze che su colle Sant’Anna, adesso che incredibilmente è stato rimosso il vincolo storico-culturale, si possano porre in atto speculazioni edilizie come si è fatto in passato per il parco Testasecca. E di certo anche l’intero centro storico di Caltanissetta rischia il disfacimento e dunque di divenire luogo di future speculazioni edilizie». Leandro Janni ha evidenziato anche lo sconcertante abbandono dei nostri siti archeologici, come Sabucina e Gibil Gabib, oggetto di incuria, saccheggi e atti vandalici e che, probabilmente, faremmo meglio a restituire alla terra da cui sono emersi. Inoltre, ha evidenziato il grande valore artistico e monumentale del cimitero Angeli di Caltanissetta e le recenti azioni di Italia Nostra volte alla sua tutela e valorizzazione (un’importante mostra su “I luoghi del silenzio”, a Palazzo Moncada nel 2024, e l’iscrizione all’Associazione dei Cimiteri significativi in Europa). Infine, ha citato la scheda del volume dedicata allo storico ponte Capodarso. Ponte che scavalca il fiume Imera Meridionale (detto comunemente “Salso”), al confine tra i territori di Caltanissetta ed Enna, e che oggi versa inesorabilmente in uno stato di preoccupante degrado.
Maria Concetta Cilano ha evidenziato che quando l’Associazione Archeologica Nissena ha deciso di condividere, con altre Associazioni di SOS Sicilia Centrale, il progetto della stesura di un libro sulle criticità e le potenzialità del Centro Sicilia e, precipuamente del territorio nisseno, l’interesse si è incentrato su alcuni siti che per molti nisseni sono “luoghi dell’anima”: il Cimitero Angeli con l’imponente Cappella Testasecca, le cui criticità sono sotto gli occhi di tutti; il Monumento ai Caduti e soprattutto il Sacello del Milite Ignoto che appare vistosamente ferito da una frana lacerante.
Il Sacello versa in condizioni di degrado e necessita di urgenti e improcrastinabili interventi di messa in sicurezza, di restauro e di ripristino di quel decoro che si addice alla sacralità del luogo. Un altro sito amato, la Chiesa dell’Assunta, all’ex Ospedale “Vittorio Emanuele”, quando ancora era chiusa al culto perché pericolante, ha attratto l’attenzione dell’Associazione. La chiesa, nel 2024, è stata riaperta al culto, dopo un intervento di ripulitura e restauro e rappresenta una parabola di abbandono e recupero conclusasi con il lieto fine che, ci si augura, possa accomunare le sorti di tanti altri siti in condizioni di emergenza, ad esempio della fontana abbeveratoio del Canalello o di San Francesco del 1632.
È l’unico esempio di fontana abbeveratoio a carattere monumentale in Città, ormai in disuso e non solo in periodi di carenza idrica. Il pregevole manufatto versa in condizioni di abbandono disarmante. Di tanto in tanto, opere di pulizia dai rifiuti che vi si accumulano, vengono effettuate dai volontari del Quartiere San Francesco-Stazzone. Annualmente, a ridosso del Venerdì Santo con la processione del “Signore della Città”, si assiste ad opera degli Enti preposti ad interventi di restituzione di un certo decoro al manufatto. Si sono rivelati “Luoghi dell’anima” anche alcuni siti minori, nel senso che attengono a contesti più umili.
Lontani dal centro urbano, immersi nella campagna, gli abbeveratoi comunali rurali di via Borremans e di Xirbi da tempo dismessi, sono comunque manufatti di una certa bellezza che versano in condizioni di grande criticità. Il primo è ridotto ad una discarica di detriti di cantiere; il secondo è pericolante per le gravi lesioni dei pilastri e per l’imminente rischio crollo del cornicione in bilico nella parte centrale. Si individuano emergenze anche nell’abbeveratoio di Xirbi/Pescazzo.
Questi siti hanno assolto, per lunghissimo tempo, al ruolo per cui sono stati realizzati: fornire acqua potabile ad allevatori e contadini e assicurare, anche in periodi di grave siccità, l’abbeveraggio quotidiano necessario al bestiame. Pure la popolazione cittadina, in periodi di gravi crisi idrica vi si recava ad attingere ottima acqua da bere. In queste occasioni, le fontane rurali si rivelavamo importanti luoghi di aggregazione e di socializzazione. Attualmente, a fronte del mai risolto problema della mancanza di acqua e della ricorrente siccità, si rimpiange la loro storica funzionalità e utilità.
Marisa Sedita ha parlato delle sue battaglie giornalistiche sulla pagina regionale del Giornale di Sicilia degli anni Sessanta ai fini della valorizzazione del sito archeologico di Sabucina, grazie alla quale le campagne di scavo allora condotte da Piero Orlandini furono finanziate dall’Assessorato Regionale.
“La pagina regionale del giornale – ha simpaticamente rilevato – è stata inaugurata l’8 Settembre del 1964 proprio con il mio articolo Sabucina incendiata e distrutta, grazie al quale, mediante lo stratagemma concordato con lo strillone dell’epoca, il quotidiano ha registrato l’esaurito. Sempre a seguito di mie campagne giornalistiche il sito è stato finanziato negli anni Settanta e negli anni Ottanta.” Ha poi parlato del Sarcofago di Piermaria Rosso di San Secondo ubicato al Cimitero monumentale degli Angeli di Caltanissetta allo snodo di due strade principali, il cui piazzale antistante è occupato dalla Cappella Testasecca.
Il sarcofago potrebbe rientrare in quell’itinerario turistico culturale promosso annualmente dal Parco Letterario “Rosso di San Secondo” e da “La Strada degli Scrittori” il 22 Novembre, in occasione dell’anniversario della morte di Rosso di San Secondo, che prevede, con partenza dal Parco Letterario “Rosso di San Secondo” all’interno della Biblioteca “Luciano Scarabelli”, sede del Liceo Ginnasio “Ruggero Settimo” da lui frequentato, la visita della casa natale di Rosso di San Secondo all’angolo di Via Lincoln, 44 (all’epoca Via S. Lucia, 22) sulla cui parete si legge al primo piano la lapide dettata il 31 Marzo 1960 dal Preside Francesco Saverio D’Angelo. Al secondo piano c’è la casa natale di Rosario Assunto, il famoso filosofo del Giardino, cui di recente è stato intitolato un parco, su cui sarebbe opportuno collocare un’altra targa; seguono nell’ordine i luoghi di ambientazione dei suoi testi: l’ex libreria “Salvatore Sciascia”, l’ex Bar Romano, il teatro “Rosso di San Secondo” , a lui intitolato, Piazza Garibaldi, Villa Amedeo.
Le Associazioni di SOS Sicilia Centrale
(Associazione Alchimia, Associazione Archeologica Nissena, Associazione Trinasoteira, Comitato di Quartiere di Gibil Habib, Italia Nostra Sicilia, Pro Loco di Caltanissetta, piùCittà, Rivista di Studi Storici Siciliani, SiciliAntica, Società Dante Alighieri di Caltanissetta).