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Droga e telefoni nel carcere Pagliarelli di Palermo con la complicità di alcuni agenti, 12 arresti

Redazione 3

Droga e telefoni nel carcere Pagliarelli di Palermo con la complicità di alcuni agenti, 12 arresti

Ven, 23/05/2025 - 10:47

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Introducevano nel carcere di Palermo Pagliarelli droga e telefoni cellulari, anche grazie alla corruzione di alcuni agenti della Polizia penitenziaria in servizio nel carcere che in cambio ricevevano somme di denaro. I Carabinieri del Comando Provinciale di Palermo e gli agenti della Polizia Penitenziaria di Palermo Pagliarelli e del Nucleo investigativo regionale della Polizia Penitenziaria di Padova hanno eseguito un’ordinanza emessa dal gip del Tribunale di Palermo, su richiesta della Dda palermitana, a carico di 12 persone, 7 delle quali già detenute per altra causa, ritenute responsabili a vario titolo dei reati di corruzione per atto contrario ai doveri d’ufficio, accesso indebito di dispositivi idonei alla comunicazione da parte di soggetti detenuti, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, spaccio di sostanze stupefacenti. Le indagini sono state svolte dal Nucleo Investigativo di Palermo e dal reparto Investigativo della Polizia Penitenziaria del Carcere Pagliarelli tra settembre 2023 e aprile 2025 e hanno permesso di svelare l’esistenza di un‘associazione criminale composta da detenuti e dedita all’introduzione all’interno del carcere “Antonio Lorusso – Pagliarelli” di sostanze stupefacenti e telefoni cellulari. Sono stati così ricostruiti gli escamotage con i quali gli indagati facevano entrare lo stupefacente e i cellulari in carcere, avvalendosi, di volta in volta, dei parenti durante i colloqui carcerari, dei detenuti ammessi al lavoro esterno o trasferiti da altri istituti carcerari e degli agenti della Polizia Penitenziaria corrotti. L’introduzione di sostanze stupefacenti e telefonini in carcere è un business estremamente redditizio, essendo stato acclarato che i telefonini e lo stupefacente trasportati illegalmente all’interno delle sezioni carcerarie venivano ceduti a prezzi estremamente più alti rispetto a quelli praticati nel mercato esterno, con ricavi addirittura decuplicati. Dalle indagini è emerso inoltre che alcuni detenuti detenevano il potere praticando metodi criminali quali atti di violenza e spedizioni punitive, agevolati anche dalla connivenza o dalla debole resistenza opposta da alcuni agenti penitenziari, i quali, favorendo tali iniziative criminali o anche semplicemente abdicando al proprio ruolo di contenimento e controllo, generavano una situazione di pericolo per i colleghi più onesti e per la fascia più debole dei detenuti privi, quest’ultimi, di coperture ed appoggi ed utilizzati, se necessario anche contro la loro volontà, per veicolare gli stupefacenti ed i cellulari all’interno dell’Istituto. Nel corso delle investigazioni sono stati complessivamente sequestrati 56 micro cellulari, 25 smartphone, 20 sim card e oltre 1 kg di sostanze stupefacenti tra cocaina, crack, hashish e marijuana. Durante le perquisizioni domiciliari eseguite questa notte, i Carabinieri di Catania hanno trovato a casa di uno degli arrestati circa 5 kg tra cocaina e crack, 9.700 euro in contanti e munizionamento per pistola calibro 7.65. A Palermo, i Carabinieri e gli agenti della Penitenziaria hanno invece trovato a casa degli indagati complessivamente 120 dosi tra hashish e marijuana e 1.200 euro in contanti. È stato anche arrestato in flagranza di reato per detenzione a fini di spaccio il figlio 25enne di uno dei destinatari della misura cautelare.