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Ministero della cultura in stato di abbandono: “lavoratori insufficienti e assunzioni in incomprensibile stallo”

Redazione 2

Ministero della cultura in stato di abbandono: “lavoratori insufficienti e assunzioni in incomprensibile stallo”

Mer, 13/07/2022 - 12:25

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“Contro l’abbandono del Ministero della Cultura” Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa prosegue la proclamazione lo stato di agitazione delle lavoratrici e dei lavoratori e promuovono per mercoledì 13 luglio un’assemblea nazionaleche si terrà online tramite i canali della Fp Cgil dalle ore 13 alle ore 15.

Al centro della protesta, che segue quella già avviata in presenza lo scorso 4 luglio, sottolineano i sindacati, “la drammatica carenza di personale, con appena 10.567 dipendenti in servizio a fronte di una dotazione teorica di circa 19.000 unità, mentre sono fermi i concorsi al 19/21, con numeri peraltro insufficienti”. Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa rivendicano quindi un piano straordinario di nuove assunzioni per il Ministero e, allo stesso tempo, denunciano “un quadro di mancato rispetto del contratto”, “l’azzeramento del lavoro da remoto” e “il disinteresse con cui vengono affrontati i temi legati al Pnrr”.

Sul Pnrr, infatti, i sindacati sottolineano come sia “di vitale importanza anche la questione della mole dei carichi di lavoro dovuti all’attuazione del Pnrr che sino ad ora non sono stati affrontati con la dovuta attenzione, ovvero assolutamente ignorate dal Soprintendente speciale e non corroborate da adeguati interventi occupazionali”. Queste quindi alcune delle ragioni che segnano la protesta delle lavoratrici e dei lavoratori del dicastero guidato dal ministro Franceschini, ‘Contro l’abbandono del Ministero della Cultura’ appuntamento di Fp Cgil, Cisl Fp e Uil Pa il 13 luglio a Roma al Collegio Romano e davanti alle prefetture di tutti i territori.

A farsi sentire sono stati anche i futuri Assistenti alla fruizione che hanno superato il concorso, avviato con le preselettive a gennaio 2020, e concluso nei primi mesi del 2022 con l’assegnazione di una graduatoria di merito per gli idonei. Graduatorie che, però, non hanno ancora portato a una selezione delle sedi e una regolare assunzione.

“Vogliamo essere vicini ai dipendenti del Ministero della Cultura sentendo già nostri i problemi evidenziati nel corso delle ultime settimane – hanno spiegato i vincitori e gli idonei in una lettera congiunta -. Manifestiamo la nostra solidarietà ai lavoratori e alle lavoratrici, condividendo già da ora la consapevolezza di come le attuali difficoltà stiano mettendo in ginocchio il presente e il futuro del Ministero.

Desideriamo aiutarvi il prima possibile ma il continuo ed inconcepibile rimpallo di responsabilità che ancora oggi, ad esempio, fa rinviare a data da destinarsi la pubblicazione dell’applicativo per l’espressione delle preferenze, dopo un primo annuncio per il 18 luglio frettolosamente cancellato dalle comunicazioni ufficiali, sta frenando il nostro ingresso. Non sono più ammissibili rinvii”.

Le richieste al momento sono state firmate da un numero consistente ma non completo dei candidati poichè, avendo svolto tutte le procedure online, i futuri AFAV sono riusciti a mettersi in contatto soltanto usando i social network. Si tratta di Sara Affuso, Alessia Arena, Gianluca Bianco, Giovanna Bile, Valentina Billante, Giorgio Bisagna, Alberto Boccali, Irene Bocchino, Olimpia Bogazzi, Flavia Bombardieri Isabella Bonadonna, Laura Bourellis, Alessia Braconi, Antonella Bruno, Jessica Bruno, Federica Buonomo, Eleonora Cacciagrano, Gaetano Calderaro, Luca Caliò, Chiara Cammarano, Margherita Cannavicci, Anna Cannito, Lidia Caputo, Rosaluna Capucci, Laura Caraccio, Francesca Caramiello, Ciro Carchia, Maria Rosaria Cardone, Giacomo Carlaccini, Alessandro Carnevale, Massimo Castellana, Roberta Cavallaro, Federico G. Cavallera, Roberta Ceccarelli, Paolo Cinaglia, Sara Cortopassi, Andrea Costantini, Dario D’Amico, Paola D’Amore, Maria D’Angelo, Chiara De Andreis, Roberto De Cia, Matilde De Fazio, Gloria De Faveri, Mariagiovanna De Florio, Pierluigi del Paradiso, Flora De Lucia, Valentina Dema, Giada De Marco, Mauro de Rosa, Alberto Desideri, Niccolò De Simone, Gianluca Dessi, Chiara De Vita, Francesco Di Tommaso, Lucia Di Leva, Francesco Donati, Dario Febo, Valeria Fommei, Giuliano Galante, Francesca Gargano, Paola Giancristiano, Francesca Giuliani, Mario Iagulli, Antonio L’Abbate, Emanuele Lanfranchi, Maria Aurelia Lattaruli, Alessandra Leonardi, Nicola Leoni, Raffaella Mainenti, Maya Marianucci, Sara Marzi, Laura Marzo, Alessio Mastropietro, Moira Matichecchia, Tulliana Maucione, Chiara Stella Mauriello, Giovanni Mautone, Giuseppina Mazza, Salvatore Mazzei, Claudia Meduri, Mario Melagrano, Maria Antonietta Mele, Francesca Melideo, Stefano Meriggi, Federica Miccoli, Claudia Mirruzzo, Eleonora Mirruzzo, Silvia Mola, Annalinda Monopoli, Margherita Montanari, Luana Montedoro, Ilaria Morandi, Samanta Morandi, Antonello Nunfris, Gaetano Armando Paolisso, Deborah Pellicola, Stefania Perini, Emanuele Pes, Emanuele Pesarini, Lilla Pesce, Claudia Pessino, Giacomo Piazzini, Lucia Piccolo, Daniela Pippia, Emanuele Pizzilli, Sofia Polverini, Nicola Porcari, Paolo Potenza, Gianfranco Domenico Pullerone, Bianca Quattrone, Rosa Romano, Tamara Rosi, Paolo Rotunno, Maria Antonietta Ruggieri, Valentina Saetti, Lorenzo Sallustio, Teresa Salvati, Alberto Francesco Sanci, Riccardo Santi, Roberta Santoro, Giovanna Saraceno, Elena Sargiotto, Vanessa Schiavone, Teodora Schiavoni, Fabio Schiuma, Laura Scimia, Cinzia Sergi, Maura Sermoneta, Marialuisa Squitieri, Giuseppe Luca Stagno, Maria Stefanile, Daria Talocco, Annamaria Tanzarella, Raffaele Terzoni, Chiara Timeo, Giovanna Todisco, Grazia Tornese, Giulia Venti, Annunziata Vitale, Nicola Vulpio.

Nella lettera, allineandosi a quanto lamentato dai dipendenti attualmente in servizio al Ministero della cultura, evidenziano i 5 principali punti.

1) ASSUNZIONE IMMEDIATA DEI VINCITORI DEL CONCORSO Procedere all’inserimento in organico senza ulteriori indugi, non soltanto nel rispetto delle persone risultate vincitrici, ma per dare una incisiva seppur piccola risposta alle problematiche che stanno portando al rischio di chiusura e alle riduzioni dell’orario d’apertura dei luoghi della cultura in Italia. Auspichiamo, ora che la graduatoria è stata finalmente aggiornata, la pubblicazione di un cronoprogramma della procedura assunzionale, con una stima realistica delle prese di servizio. Questo perché per molti candidati l’assunzione coinciderà con trasferimenti che necessitano di un tempo ragionevole per essere effettuati. Ricordiamo che, qualunque sia la data della presa di servizio, necessitiamo anche di una congrua formazione al lavoro.

2) SCORRIMENTO TOTALE DELLA GRADUATORIA Pur riconoscendo lo sforzo dell’Amministrazione a procedere ad un primo scorrimento di 400 unità, sappiamo già che tale numero è insufficiente a garantire la copertura delle carenze organiche nella posizione. La graduatoria finale di 2773 concorrenti è sicuramente un primo passo fondamentale per iniziare a ripianare i vuoti del fabbisogno del personale del Ministero. Dobbiamo inoltre ricordare che da parte di più dirigenti del Ministero, nel recente passato, sono giunte dichiarazioni che annunciavano l’auspicio di “un gran numero di idonei”, la possibilità di uno scorrimento della graduatoria da “l’assorbimento completo”, poi subito mitigato verso un “raddoppio” (Osanna, DG Musei, a Radio Rai1, gennaio 2022) ed infine sull’effettivo “ampliamento di 400 ulteriori unità” (Giuseppone, DG Organizzazione, all’incontro con gli idonei del Maggio 2022) relegando il resto alla necessaria autorizzazione del MEF e della Funzione Pubblica. Perché i numeri degli idonei potenzialmente assorbiti sono cresciuti in modo inversamente proporzionale al numero dei siti culturali con problemi di fabbisogno? Cosa impedisce ora di far fede a quelle dichiarazioni? Crediamo ora sia il momento di fare pressioni sul budget destinato alle nuove assunzioni 2023, chiedendo un impegno concreto da parte del Ministero per l’assorbimento, entro fine 2023, di tutti i 2773 componenti la graduatoria finale di 1052 AFAV.

3) PREFERENZE E ASSEGNAZIONE SEDI: MASSIMA CHIAREZZA Nonostante la buona base di partenza della divisione delle sedi per provincia, si può già constatare una palese difformità di trattamento. Soltanto le Direzioni Regionali Musei di Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna hanno specificato le sedi cui gli assegnatari saranno indirizzati. Cosa impedisce alle altre Regioni di fare ciò che è stato fatto da Lombardia, Liguria ed Emilia Romagna? L’attuale impostazione porterà le persone ad evitare le DRM per fuggire il rischio di essere spediti in sedi provinciali particolarmente distanti o disagiate. Esprimere preferenze per l’intero elenco delle sedi disponibili, e non per sole tre di esse; poterne specificare la destinazione anche all’interno delle DRM, sarebbero le chiavi per scongiurare rinunce.

4) MINIMIZZARE LE RINUNCE Gli esiti dei recenti concorsi pubblici hanno testimoniato un alto indice di rinunce per le destinazioni in province lontane da quella di residenza, le cui ragioni principali sono facili da individuare: affitti alti, figli minori di 3 anni, genitori anziani cui prestare cura e assistenza. Chiediamo l’adozione di procedure, già sperimentate in altre amministrazioni che lascino maggior spazio al dipendente nella scelta della regione di assegnazione. Chiediamo da parte dell’amministrazione dialogo e massima attenzione alle cause principali che potrebbero provocare rinunce alla chiamata in servizio tramite: – l’adozione di percorsi celeri per il riconoscimento delle condizioni tutelate dalla legge 104/92; – nelle fasi immediatamente successive al termine dell’espletamento delle assunzioni previste dalla procedura concorsuale, riconoscimento e attuazione delle tutele normate dall’articolo 42 bis del D.Lgs. 151/2001 per il ricongiungimento dei genitori con figli minori fino a 3 anni di età. Diverse persone sono preoccupate di un diniego per precedenti sfavorevoli in cui al dipendente è stata negata questa possibilità.

5) RENDERE L’INGRESSO DI TUTTI GLI AFAV LA PRIORITA’ Per tre anni abbiamo evidenziato come la lentezza della nostra procedura nuocesse all’intero apparato ministeriale. Oggi siamo davvero a un passo dal poter dare concretamente una mano. Ma ci sentiamo da un lato – quello della base – come già acquisiti, anche se con tempi incerti e imprevedibili, nonostante nessuno di noi abbia firmato il suo contratto. E dall’altro lato – quello della dirigenza – come un mero problema burocratico sottoposto ad un inconcepibile rimpallo di responsabilità tra il Ministero e il Formez, quasi ci fosse un oscuro interesse a ritardare il nostro ingresso.