A Roma e’ la giornata del voto finale sul decreto Ucraina, atteso intorno alle 11.
Sul provvedimento, che prevede misure per l’accoglienza dei profughi e dispone l’invio di equipaggiamenti militari a Kiev, il governo ha posto ieri sera la questione della fiducia, blindando sostanzialmente il testo che, invece, e’ stato votato anche dall’opposizione di Fratelli d’Italia, in prima lettura, alla Camera.
Il presidente M5s Giuseppe Conte ha assicurato che il voto favorevole del gruppo alla fiducia. E’ possibile qualche defezione in casa pentestallata, oltre a quella, gia’ annunciata, del presidente della commissione Esteri del Senato Vito Petrocelli, determinato a votare ‘no’ anche davanti alla minaccia di espulsione gia’ esplicitata dai vertici del Movimento. Anche se espulso, ha chiarito, Petrocelli non intende dimettersi dalla presidenza della commsissione.
Ieri il provvedimento e’ approdato in Aula al Senato, ma senza relatore – quindi sostanzialmente nella forma approvata alla Camera – per i ritardi registrati nella commissione Bilancio, guidata dal M5s Daniele Pesco. Da giorni la maggioranza e’ lacerata dalle tensioni sull’aumento delle spese militari al 2% del Pil, tema che vede la contrarieta’ di M5s e Leu, che martedi’ volevano spaccare la maggioranza votando contro l’ordine del giorno a favore dell’impegno all’aumento presentato da FdI alle commissioni Difesa ed Esteri, riunite in seduta congiunta.
Ma il governo ha accolto l’odg dell’opposizione senza chiedere alcuna riformulazione e FdI non ha chiesto il voto. Dopo l’incontro infruttuoso tra Conte e Mario Draghi, ieri e’ stata una giornata di ‘de-escalation’ su questo tema, con i 5 stelle soddisfatti delle dichiarazioni del ministro dem della Difesa Lorenzo Guerini sulla gradualita’ dell’aumento, che ha come prospettiva il 2028. Sul fronte dei rapporti con la Russia, ieri si e’ svolto, infine, l’atteso colloquio tra Draghi e Vladimir Putin. Il capo del Cremlino e’ intervenuto in prima persona sul pagamento in rubli del gas e ha spiegato a Draghi e al cancelliere tedesco Olaf Scholz la richiesta di Mosca di essere pagata in rubli per le forniture in Occidente.
Al centro del colloquio, piu’ in generale, l’andamento del negoziato tra la Russia e l’Ucraina e i suoi ultimi sviluppi. Draghi ha sottolineato l’importanza di stabilire quanto prima un cessate il fuoco, per proteggere la popolazione civile e sostenere lo sforzo negoziale e ribadito la disponibilita’ del governo italiano a contribuire al processo di pace, in presenza di chiari segni di de-escalation da parte della Russia. Draghi e Putin hanno concordato sull’opportunita’ di mantenersi in contatto.

