Salute

Mussomeli, con spirito d’umiltà il silenzio dei lamentatori dell’Arciconfraternita SS. Sacramento della Madrice nei riti quaresimali

Carmelo Barba

Mussomeli, con spirito d’umiltà il silenzio dei lamentatori dell’Arciconfraternita SS. Sacramento della Madrice nei riti quaresimali

Lun, 19/03/2018 - 12:30

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MUSSOMELI – I lamentatori hanno partecipato , ieri,  alle ore 16, al rito quaresimale domenicale pomeridiano   delle Cadute presso l’oratorio  dell’Arciconfraternita  SS. Sacramento della Madrice per ascoltare la catechesi del Cappellano do Pietro Genco e partecipare al tradizionale bacio del Crocifisso. Subito dopo abbiamo intervistato il portavoce Salvatore Castello del gruppo dei lamentatori in ordine al loro silenzio nei tradizionali riti della Via Crucis del venerdì,  come anche , delle Cadute nelle domeniche di Quaresima, a seguito del provvedimento vescovile dello scorso gennaio che riguarda l’Arciconfraternita. Un silenzio motivato con spirito di dichiarata umiltà che profuma di rispetto nei confronti della chiesa.

“Per quanto riguarda il silenzio del gruppo dei lamentatori , ci ha detto Salvatore Castello,  quest’anno, è stata una decisione  presa  e condivisa da tutto il gruppo per diversi motivi,  di cui il più importante è la solidarietà nei confronti della confraternita  e dei confrati che, purtroppo, in questo 2018  tutti stiamo particolarmente vivendo,  dovuta a vicende che  sono successe e che, purtroppo, ci hanno portato a vivere questa situazione che non è delle migliori”. “Il gruppo lamentatori , ha continuato Castello,  non ha voluto portare il canto nelle Cadute e nella via Crucis, proprio come segno di solidarietà con tutti i confrati  perché appunto , tutti insieme, stiamo vivendo questo momento difficile; noi, prima di essere lamentatori, siamo confrati, e ci sentiamo molto vicini a loro. Un altro motivo per cui si è fatto,  anche per dare un segno di umiltà e di unione  nella confraternita ; unità, nel senso che rinunciamo a qualcosa che per noi è importante, bello, tradizionale , passionale, cioè  una passione che noi viviamo ogni anno in maniera entusiasta e che ci sta mancando tantissimo; ma il  rinunciarvi è stato proprio per un buon motivo, ed il motivo è quello che ho detto prima: quello di mettere in evidenza l’unione e la compattezza della Confraternita, tutta intera, tutti messi insieme; questo credo che sia il motivo principale perché non abbiamo voluto cantare non abbiamo voluto lamentare  per le vie Crucis e per le cadute.

E’ un silenzio che è anche parola?

“E’ un silenzio che, forse,  dice più di mille parole. Quelli che ci conoscono, quelli che conoscono le tradizioni di Mussomeli e che conoscono la nostra passione del lamento e tutte le nostre tradizioni , credo che questo silenzio valga più di mille parole e più di mille articoli sui giornali” . “Un’altra cosa volevo dire, ha continuato Salvatore Castello, che forse è meno importante e che però è da mettere in rilievo pure:  il fatto di non cantare mette in evidenza anche il fatto che è una mezza risposta, non una risposta, a tutte quelle persone che dicono che la confraternita, il gruppo lamentatori, la confraternita tutta, è solo esibizione è solo fatto esteriore è solo una tradizione  superflua, ed invece non è così;  se così fosse stato, il gruppo lamentatori non aveva nessuna limitazione, il gruppo lamentatori avrebbe potuto cantare benissimo, avrebbe potuto indossare gli abitini, e fare la quaresima come l’ha fatto tutti gli altri anni, ci abbiamo rinunciato, anche a malincuore, proprio per i motivi che abbiamo detto.

I vostro canto, che è anche preghiera, rimarrà in silenzio anche nella giornata del giovedì santo  e venerdì santo?

No! Nella giornata del giovedì e venerdì santo e, anche nella domenica delle Palme,  i lamentatori canteranno,  ma solo , ha precisato il portavoce dei lamentatori, perché avremo accanto i nostri confrati; quindi sarà la confraternita tutta ad essere presente e, di conseguenza, anche noi canteremo, sempre per quello spirito di unità e di compattezza che vogliamo dimostrare”.

Va detto che si è trattata di una intervista assai  serena rilasciataci dal gruppo dei lamentatori, dai cui volti traspariva una comprensibile amarezza.