Salute

Mussomeli, randagi nei pressi dell’ospedale

Carmelo Barba

Mussomeli, randagi nei pressi dell’ospedale

Lun, 30/10/2017 - 16:45

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MUSSOMELI –  Continuano a registrarsi segnalazioni da parte del personale ospedaliero, ma anche dagli utenti che ricorrono ai servizi del “Maria Immacolata-Longo”, circa la continua presenza di branchi di randagi all’interno del perimetro ospedaliero dove, specie quando calano le ombre della sera, cani affamati si aggirano in cerca di cibo. L’ultimo avvistamento, documentato con foto in notturna, è stato fatto attorno alle 21 di mercoledì, quando un branco di cinque randagi è penetrato all’interno dello spazio sanitario, entrandovi dall’ingresso principale e dopo avere rovistato in giro, cercando cibo che ovviamente non ha trovato, s’è allontanato uscendo dal secondo ingresso. Un branco composto da cinque cani adulti che indubbiamente possono rappresentare un serissimo pericolo per chiunque in caso di un loro attacco. Non è la prima volta infatti, ed è storia che dura da diversi anni e non certo da ieri, che la presenza di randagi a Mussomeli è diventata una costante con la quale bisogna fare i conti. E proprio in questa cittadina in passato si sono registrati casi di avvelenamento, di abbandono di cuccioli ed anche un durissimo braccio di ferro tra i titolari di canili e rifugi sanitari del territorio contro l’amministrazione comunale che ha affidato ad un ditta calabrese la cattura dei randagi. Insomma il problema c’era ieri e perdura anche oggi. A margine di questo, segnaliamo un episodio simpatico la cui location è stata sempre il perimetro interno dell’ospedale. L’altra mattina, una dipendente che montava in servizio ha notato un cane che le sembrava di conoscere, aggirarsi nei paraggi. Poco più tardi, tramite Fb ha appreso che dei ragazzi, che lei conosceva, cercavano il proprio cane scappato di casa. A quel punto s’è resa conto che quello avvistato poco prima era proprio il cane “scomparso”, ha quindi telefonato alla mamma dei ragazzi dicendole che il cane si trovava nel cortile ospedaliero, dove in effetti poco più tardi è stato recuperato dai legittimi proprietari.(di Roberto Mistretta)

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