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Krav Maga, Kapap tecnica di autodifesa o solo moda? Parla il maestro Alfonso Torregrossa

Redazione

Krav Maga, Kapap tecnica di autodifesa o solo moda? Parla il maestro Alfonso Torregrossa

Gio, 13/10/2016 - 17:38

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img_5929CALTANISSETTA – Bullismo, furti, stupri, aggressioni, omicidi: le nostre case, le nostre scuole, le strade, i parchi dovrebbero essere luoghi in cui sentirsi tranquilli e sicuri, ma così molte volte non è. Non passa giorno in cui la cronaca non ce lo ricordi. Subire e rassegnarsi oppure ribellarsi e opporsi?

MADE IN ISRAELE — Terza opportunità: fare il possibile per sopravvivere. È ciò che ti permette di ottenere il Krav Maga, che letteralmente significa “combattimento a corta distanza”.  Ne parliamo con il Nisseno Esperto Mondiale in Arti Marziali , Master Teacher Alfonso Torregrossa , considerato, in Italia e all’estero, tra i più qualificati insegnanti italiani di Krav Maga Kapap . Responsabile Tecnico Nazionale Kapap Krav Mgaa dello CSEN – CONI e Capo Istruttore in Europa  della Europe Krav Maga Training®

Il Krav Maga e Kapap sono i mezzi ideali per poter imparare  a difendersi in poco tempo grazie a una tecnica ideata dagli israeliani per difendersi, attraverso un’intelligente e immediata valutazione della pericolosità dell’aggressione e riuscendo a scegliere l’azione più efficace e rapida da utilizzare per salvaguardare la propria incolumità. Questo sistema di difesa, è abbastanza facile da assimilare, in quanto non vi è nulla di superfluo, ma solo pragmatismo, istintività, velocità di esecuzione delle azioni, fino all’eliminazione del problema. Tradotto significa: dileguarsi, o colpire e fuggire, oppure neutralizzare l’avversario. È solo da circa un decennio che il Krav Maga è divenuto una realtà di autodifesa mondiale  anche per i semplici cittadini e non solo per le forze armate.

IL CONTROLLO DELLO STRESS — Questo aspetto di preparazione emotiva occupa circa la metà del tempo dedicato all’allenamento. Dal momento che questa disciplina nasce nel tentativo di sopravvivere a una aggressione improvvisa in un luogo non protetto, vengono utilizzate tecniche particolari che mettono sotto stress il praticante, come ad esempio l’allenamento ad occhi chiusi. Gli allievi si adattano alle nuove situazioni attraverso l’improvvisazione, una caratteristica importante e unica di questa tecnica. Naturalmente, tutto ciò richiede di usare la mente tanto bene quanto il corpo e il Krav Maga sviluppa, attraverso l’addestramento, l’aspetto psicologico così come l’azione fisica.

NON CHIAMATELO ARTE MARZIALE — In effetti, non ha nulla a che vedere, sebbene, dalle arti marziali, in particolare dal Judo, Kung-fu, Karate e Thai Boxe, abbia attinto molto. La differenza sostanziale sta nel fatto che l’arte marziale normalmente predilige un’impostazione attendista, che lascia all’avversario la prima mossa, mentre il Krav Maga punta a una rapida neutralizzazione dell’aggressore prima che questi possa diventare una minaccia o, in alternativa, mira a trovare una via di fuga. Quindi, due modi di concepire ‘il corpo a corpo’ molto differenti. Tant’è che mentre le arti marziali sono sport a tutti gli effetti e quindi con tanto di competizioni, nel Krav Maga l’aspetto agonistico non esiste. Come non è previsto negli allenamenti l’uso di guantoni, caschi e paradenti. È contemplata solo la conchiglia para-genitali per gli uomini.

14063903_1182766351782401_1620044160782845837_nETA’ PER INIZIARE :  preferiamo non insegnare ai bambini il Krav Maga poiché lo riteniamo  un sistema molto invasivo ….preferisco insegnalo solo ai maggiorenni mentre per i bambini diamo la possibilità di seguire un percorso marziale  che li indirizzi nella sana crescita del rispetto e educazione senza mai sfociare  nelle tecniche pericolose  usate dal kra maga .

I PRINCIPI DEL KRAV MAGA — L’obiettivo primario è quello di riuscire a tornare a casa sani e salvi. Per questa ragione, il Krav Maga prepara un individuo a essere pronto a tutto ciò che è necessario fare per sopravvivere a un’aggressione. Molte delle tecniche insegnate (come i colpi mirati agli occhi o ai genitali) non sono assolutamente permesse negli altri sport quali, ad esempio, la boxe e l’MMA. Un approccio aggressivo e anticipatorio che in situazioni di vita quotidiana, e non bellica, può portare a complicazioni di natura penale. Il secondo principio è la semplicità e l’immediatezza dell’esecuzione. In strada, non essendoci regole, non ci si può permettere scontri prolungati, mentre diviene necessaria una reazione precisa e veloce che riesca a annullare il pericolo imminente. Terzo principio: essere in grado di reagire da posizioni di svantaggio, come ad esempio, contro un aggressore più forte o armato. L’efficacia delle tecniche non è fondata sulla forza fisica, sulla stazza o sulla capacità atletica del praticante, ma sull’economia di movimento e l’esplosività del contrattacco diretto contro punti sensibili del corpo umano. Quarto principio: nel Talmud, il testo classico dell’ebraismo, c’è scritto: “Se hai preso troppo, non hai preso nulla, se hai preso poco, hai preso!” In pratica, non sopravvalutate le vostre abilità, fate il minimo indispensabile per portare a casa la pelle. Viceversa potete rischiare moltissimo.

LE TECNICHE — Come abbiamo già detto, le tecniche proposte durante le lezioni devono poter essere applicate in situazioni di self defense il più reali possibili, perciò, di volta in volta, gli istruttori creano delle circostanze ad hoc, cui l’allievo coinvolto è costretto a reagire. Per questo i partecipanti ai corsi devono imparare a neutralizzare un attacco, colpendo molto rapidamente i punti più vulnerabili del corpo umano, come nuca, tempie, occhi, gola, ginocchia, genitali. Come? Colpi sia a mano aperta sia chiusa, calci e ginocchiate, difesa da attacchi con bastoni, coltelli e armi da fuoco, mosse che possano evitare soffocamenti e prese di vario tipo, ma anche tecniche psicologiche utili a fare per dissuadere l’aggressore.

LA LEZIONE TIPO — Le lezioni si svolgono, per i principianti, una volta a settimana per due ore, mentre per i gradi più avanzati si richiede una frequenza maggiore, almeno tre giorni settimanali. L’allenamento comprende un certo numero di esercitazioni di resistenza cardiovascolare, così come l’allungamento per aumentare la flessibilità e la forza esplosiva. Ovviamente si punta moltissimo sulla velocità, resistenza, reattività e precisione. La prima fase è di riscaldamento e stretching per sciogliere muscoli e articolazioni, quindi si passa al potenziamento muscolare, specie di addominali, spalle, pettorali e gambe. Nella parte centrale della lezione ci si esercita sia sulle tecniche di combattimento da strada, sia sulle tipiche tecniche del Krav Maga. Il tutto viene quindi provato in circuito: un allievo si mette al centro di un cerchio formato da tutti gli altri compagni che, a turno, attaccheranno a piacimento e in velocità.

Il maestro Torregrossa offre indicazioni per chi volesse cimentarsi in questa affascinante disciplina.

Dove rivolgersi a Caltanissetta : asd Samurai Dojo , Via Ernesto Vassallo, 47 Caltanissetta, cell 3803101373, Unica scuola riconosciuta in esclusiva in Israele come centro Europeo di formazione in Krav Maga Kapap  si  occupa in modo esclusivo ed in maniera professionale della formazione al Krav Maga  attraverso corsi e seminari di Difesa Personale, utilizzando il Krav Maga israeliano. La struttura opera in primo luogo a Caltanissetta ed in regione Sicilia, con importanti diramazioni in Italia e all’estero; la Scuola, prima e più prestigiosa sede di Formazione del Krav Maga Kapap a Caltanissetta e in Sicilia, riconosciuta dal Master Galisko, leader mondiale del settore , il quale viene ogni anno a Caltanissetta per aggiornamenti tecnici e per garantite l’ufficialità della scuola Nissena . La scuola  asd Samurai Dojo è uno dei massimi riferimenti in materia di Krav Maga Kapap , a livello nazionale. La direzione tecnica è affidata al Maestro Esperto Alfonso Toregrossa e all’istruttore superiore 3° livello CSEN CONI Paola Romano , Membro della Commissione Tecnica Nazionale Kapap Krav Maga CSEN .