E TU NON SAI CHI SONO IO ?! francamente non lo so, ma so che sei un peccatore, come me, e come tutti gli altri fratelli. Io non credo che ci sia qualcuno che voglia defilarsi o cercare argomentazioni giustificative per … rifiutare lo status di peccatore.!! Mentre celebriamo il Giubileo della Misericordia, però, ci sembra di poterlo accettare serenamente, perché siamo confortati dalla grande verità, “Dio è misericordia” e noi siamo avvolti nella misericordia, viviamo nel grembo della misericordia. E questa verità comporta non solo la gioia di essere oggetto della misericordia del Padre, ma anche l’impegno ad usare misericordia verso i fratelli. Continuando la nostra riflessione sulle opere di misericordia spirituale ( io mi illudo che ci siano dei lettori interessati, anche se non ho modo di rendermene conto) parleremo di “ perdonare le offese”. E’ chiaro che la radice , cioè il fulcro del discorso è “perdono” . L’agire di Dio è indirizzato a questo:
“ perdonare” ; è questo l’albero maestro dell’annuncio evangelico ed il cuore del vangelo è la misericordia, e il cuore della misericordia è il perdono. Potremmo dire, allora, senza cercare inutili sottigliezze, che l’opera di misericordia più “consona” più concretamente specifica, quasi a dire, “la perla” delle opere di misericordia è “perdonare le offese”. Che lo sia … per parte di Dio, lo diamo per scontato e sicuro. E’ necessario ed opportuno convincere noi che questa “opera” è il segno più qualificante del cristiano, il distintivo per eccellenza. Ma, aggiungiamo subito, tristemente, che è quella più difficile da esercitare e , in pratica, quella più… disattesa. In definitiva, dar da mangiare, da bere, vestire, visitare, … sono opere relativamente più facili; basta un poco di carità sincera e si possono realizzare . Parlando del “perdono delle offese”, invece, ci troviamo dinanzi ad un muro che talvolta facciamo diventare .. invalicabile . Eppure dobbiamo riconoscere che ci auto-condanniamo o ci auto-censuriamo e nello stesso tempo ci auto-costringiamo ad operare nel senso della magnanimità, della fraternità, quando preghiamo: “Perdona a noi, come noi perdoniamo”. E che sia vero ! Di Dio non dubitiamo, ma di noi ? E quante volte ? Settanta volte sette ! ( E’ questo il … conto che ha fatto Gesù) Si è sbagliato ? Ma quello che è più importante rilevare è che questo concetto deve diventare concreta attuazione, nelle concrete situazioni della vita. Non basta cullarsi sulle belle parole . E quali sono le circostanze della nostra vita nelle quali dobbiamo testimoniare “ il senso cristiano della vita “? Anche quelle più semplici e a volte anche … banali o addirittura ridicole, che pure arrivano a causare danni spirituali assai considerevoli e duraturi . In questo modo sembra che vogliamo rimettere all’esistenza la legge del taglione, cioè: “occhio per occhio dente per dente “ ( Che è assai vicino alla … vendetta ) E quali sono le offese più banalmente diffuse ? Qualche torto che .. pizzica la nostra dignità !! Qualche sgarbo in ufficio.! Un piccolo dispetto più ridicolo che malizioso ! Un malinteso magari senza voglia di offendere! Una maldicenza ingiustificata, ma pur sempre una venialità superabile1 Un rancore.. indistruttibile per un rifiuto… di miserabile fattura ! Un risentimento per qualche sopruso magari fatto inconsapevolmente! E purtroppo a trionfare è l’amara sentenza “ l’ha fatto apposta “! Che fare allora ? Rispondere sempre con amore fraterno con la convinzione che l’unità piena con i fratelli, tutti, è un valore che sta al di sopra di tutto. Ricordiamo quel che ha detto Gesù : “ Se due o tre sono uniti, io sono in mezzo a loro “ Ed ha pregato : “ Padre che tutti siano una cosa sola come noi, io in te, e tu in me” Il Giubileo non è una “predica del Papa” né la bella cerimonia alla televisione ! Il Giubileo è nelle nostre azioni , piene di misericordia, nei nostri sentimenti e nella sincerità del cuore !
“E tu non sai chi sono io? (di don Salvatore Callari
Gio, 31/03/2016 - 00:01
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