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Mafia: caso Palermo, gestione dei beni confiscati. Disciplinare Csm sospende Saguto

Redazione

Mafia: caso Palermo, gestione dei beni confiscati. Disciplinare Csm sospende Saguto

Mar, 03/11/2015 - 11:13

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ROMA -Il Csm ha sospeso dalle funzioni e dallo stipendio Silvana Saguto, l’ex presidente delle Misure di prevenzione del tribunale di Palermo, indagata per corruzione, abuso d’ufficio e riciclaggio dalla Procura di Caltanissetta.

Questa la decisione presa dalla sezione disciplinare del Csm che ha accolto le richieste di misura cautelare disciplinare avanzate dal Pg di Cassazione e dal ministro della Giustizia.
La decisione della disciplinare e’ giunta stamattina, a seguito dell’udienza a porte chiuse di venerdi’ scorso, nella quale Saguto, difesa dall’avvocato Giulia Bongiorno, aveva respinto ogni addebito. Questa mattina Saguto e’ a palazzo dei Marescialli, dove sono in corso le audizioni della prima commissione che ha avviato la procedura di trasferimento d’ufficio per cinque magistrati nell’ambito della pratica aperta sul ‘caso Palermo’. Oltre a Saguto, la commissione ha convocato in audizione anche i giudici Lorenzo Chiaramonte e Fabio Licata.

Sono sei gli illeciti disciplinari che il ministro della Giustizia contesta al giudice, a cominciare dalla violazione dei doveri di imparzialità e correttezza. E ruotano tutti sulla nomina e la liquidazione dei compensi ad amministratori giudiziari “in cambio di incarichi o consulenze assegnate a componenti del nucleo familiare del magistrato da amministratori nominati in occasione di procedure di prevenzione disposte da tribunali diversi da quello di Palermo”. A carico del magistrato “sono ancora in corso accertamenti”, si leggeva nell’atto d’accusa ministeriale, da parte della procura di Caltanissetta su “ulteriori profili rilevanti in sede penale”. “Indipendentemente” dal loro esito, “le verifiche sin qui condotte – scriveva il ministro – riscontrano l’esistenza di gravi irregolarità nella gestione delle procedure di conferimento degli incarichi e di liquidazione dei compensi degli amministratori giudiziari, anche sotto il profilo degli adempimenti di carattere amministrativo”.

Il riferimento è all’atto giudiziario che, come è emerso dalle intercettazioni, Saguto ha scritto “sotto dettatura” del professore Carmelo Provenzano. Provenzano, che è ricercatore all’Università Kore di Enna, viene citato anche in un altro passaggio dell’incolpazione: sarebbe stato lui a scrivere la tesi per la laurea in legge del figlio di Saguto, Emanuele Caramma, dopo averlo aiutato in precedenza nel superamento di un esame. Tra gli “ingiusti favori” che il giudice Saguto – secondo Orlando – avrebbe ottenuto dall’amministratore giudiziario di un’impresa, ci sono anche “derrate alimentari”. E ancora: tra gli “indebiti vantaggi” che il magistrato avrebbe procurato a se’ e a professionisti scelti come amministratori di beni, si parla della vicenda dell’avvocato Walter Virga, “nominato amministratore nella procedura relativa alla Nuova Sport Car Spa e autorizzato a rivestire la carica di componente del Consiglio di amministrazione in numerose società” che “assumeva quale collaboratrice del proprio studio professionale la dott.ssa Mariangela Pantò, legata sentimentalmente al figlio della dott.ssa Saguto”. Ci sono anche altre due accuse: aver “divulgato notizie riservate” (si tratta del contenuto di una nota con cui un amministratore giudiziario chiedeva di revocare il proprio coadiutore); e aver “sottoscritto decreti di liquidazione di onorari agli amministratori giudiziari privi di motivazione”.

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