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Rassegna stampa. Il grande equivoco dell’autostrada Palermo-Catania. Altro che pilone: sfascio da Scillato a Dittaino

Redazione

Rassegna stampa. Il grande equivoco dell’autostrada Palermo-Catania. Altro che pilone: sfascio da Scillato a Dittaino

Mar, 01/09/2015 - 10:59

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Viadotto-Himera(di Claudio Reale – LiveSicilia.it)Dov’è stata l’Anas negli ultimi venti anni? L’autostrada “spezzata” dal cedimento dell’Himera è un calvario di interruzioni. E non basterà certo una bretella a risolvere il problema.

PALERMO – L’inganno della viabilità siciliana gira tutto intorno a un unico grande equivoco. L’idea distorta, imposta dall’evidenza di una fotografia, che quel pilone inclinato del viadotto Himera sia l’essenza stessa dei malanni dei trasporti in Sicilia. L’idea che sia stata l’emergenza, che sia stato l’imponderabile – o forse no, ma questa è un’altra storia – smottamento di aprile a ferire a morte l’autostrada Palermo-Catania, e con essa il collegamento fra le due principali città dell’isola. Eppure basta percorrerla, l’A19, per rendersi conto del Grande Equivoco: da Scillato a Dittaino, anche chiudendo gli occhi davanti allo scempio dell’Himera, l’autostrada è un calvario di restringimenti, rallentamenti, cartelli che segnalano provvisoriamente un inciampo che provvisorio non è. Che non lo è mai stato.

Perché il Grande Equivoco è tutto meno che provvisorio. Non sono molti, ammesso che esistano, i siciliani in grado di raccontare ai figli, o forse ai nipoti, che un tempo, quando l’autostrada era giovane, nuova come si narra sia stata, non esistesse già la carreggiata ristretta cui da decenni ci si adegua dalle parti di Resuttano. Da lì in poi e fin lì, lungo i novanta chilometri scarsi che dal Palermitano si arrampicano fino a Enna e la superano in una sequenza di viadotti, è una via crucis di rallentamenti più recenti: a ridosso di Sacchitello, a Ponte Cinque Archi, vicino ad Agira in questi giorni, con una geografia variabile in cui l’unica costante è la certezza che da qualche parte si nasconda un nuovo cantiere. Rattoppi, palliativi, rimedi estemporanei di fronte ai quali verrebbe da chiedersi dove sia stata l’Anas negli ultimi vent’anni abbondanti.

Basta qualche dato, per averne un’idea. Nel 2014, ultimo anno intero della presidenza di Pietro Ciucci, l’Anas ha speso in Sicilia circa 19,2 milioni per la manutenzione ordinaria e 22,2 per quella straordinaria. Totale 41,4 milioni in un anno. Molto o poco? Basta un breve calcolo per rendersene conto: la bretella per aggirare i 16 chilometri del viadotto Himera costa 7,6 milioni. Con un importo cinque volte superiore, nel 2014, si è cercato di fare fronte ai sintomi del Grande Equivoco su tre autostrade – la Palermo-Catania, la Palermo-Mazara del Vallo e la Catania-Siracusa – e su una cinquantina di strade statali, per un totale di migliaia di chilometri. I risultati si colgono anche lontano dall’A19: dalle gallerie non illuminate della Catania-Siracusa al dissesto permanente di lunghi tratti delle statali che attraversano l’Isola.

L’Anas non ne fa mistero. Anzi: negli uffici romani di via Monzambano, dove ha sede l’azienda delle strade affidata da qualche mese a Gianni Vittorio Armani, c’è anche chi si lascia sfuggire l’ovvio, e cioè che “per rendere l’A19 un’autostrada europea servirebbe un grande investimento”. Giurano, da quelle parti, che il Grande Equivoco sia questione che attiene al passato, o che quanto meno sia destinato a cessare presto. Giurano, in via Monzambano, che l’Anas dedicherà alla Sicilia un’importante fetta della Campagna d’autunno per gli investimenti, un piano pluriennale da 4 miliardi di interventi sulle strade finanziato dal Cipe e annunciato al momento dell’insediamento dal neo-presidente Armani. Che, in un’intervista a “Il Sole 24 ore” di inizio giugno, ha indicato proprio la Palermo-Catania come una delle quattro strade-chiave sulle quali intervenire. Come e con quanti soldi, al momento, all’Anas non lo dicono ancora. Per venire a capo del Grande Equivoco, ancora una volta, ci sarà da aspettare.