Salute

La presunta agonia del Parco Dubini, Legambiente richiede urgente convocazione di tavolo tecnico

Redazione

La presunta agonia del Parco Dubini, Legambiente richiede urgente convocazione di tavolo tecnico

Ven, 06/12/2013 - 13:38

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logo-legambienteCALTANISSETTA – Legambiente Sicilia ha scritto agli Assessori regionali alla Sanità ed all’Ambiente chiedendo la convocazione di un tavolo tecnico per il Parco Dubini di Caltanissetta. Negli anni scorsi,  Legambiente ha più volte denunciato lo stato di grave degrado ed abbandono in cui versa lo storico parco annesso all’ex sanatorio Dubini, di proprietà dell’ASP di Caltanissetta. Si tratta di uno degli ultimi giardini storici rimasti a Caltanissetta, città perennemente agli ultimi posti delle classifiche nazionali sulla vivibilità e dotazione di verde urbano. Nonostante in passato l’allora Direttore Generale dell’ASP di Caltanissetta, Salvatore Cantaro, su sollecitazione dell’Associazione,, si sia espresso formalmente sull’importanza di recuperare e restituire alla città un bene così importante, chiedendo al Sindaco della città  l’attivazione di un tavolo tecnico, ancora oggi non risulta essere stato attivato alcunché.

Così tra degrado complessivo, atti di vandalismo, mancata manutenzione ed abbandono totale, negli ultimi giorni c’è stata la dissennata devastazione del parco, operata mediante il taglio di circa 50 alberi, anche secolari e perfettamente sani, il tutto in totale sfregio alla normativa vigente: il Parco insiste in area con vincolo paesaggistico di massima tutela che prescrive, tra l’altro, che non possono essere estirpati alberi ad alto fusto; ricade in zona F1 del P.R.G. che specifica attraverso le norme di attuazione che “nella zona F1 comprendente l’ex sanatorio Dubini  (…) sono ammessi esclusivamente interventi di manutenzione e restauro degli edifici esistenti, nonché interventi di restauro dei giardini ornamentali storici“.

Inoltre, le metodologie attuate, l’assenza di autorizzazioni, l’assoluto silenzio in cui è avvenuto il disboscamento, l’avere furbescamente mantenuto le piante perimetrali, l’esistenza di varchi creati nell’antica recinzione in muratura per consentire l’accesso dei mezzi cingolati, l’occultamento di alcuni fusti recisi ed “interrati”, sono sintomatiche di un comportamento torbido che un Ente Pubblico non deve poter permettere!

Legambiente  ha provveduto ad effettuare un esposto alla Procura finalizzato ad individuare le responsabilità di un tale scempio, che ha evidenti ricadute sia in termini di salute collettiva che di decoro urbano.

La Sovrintendenza di Caltanissetta, interpellata sulla vicenda, ha risposto di non essere stata infornata degli abbattimenti degli alberi o di altri interventi, malgrado il vincolo.

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