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Buongiorno Sicilia, siamo punto e a capo?

Redazione

Buongiorno Sicilia, siamo punto e a capo?

Lun, 10/12/2012 - 23:01

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CALTANISSETTA – Egregio direttore, solo qualche giorno dopo le prime nomine assessoriali del neo governatore “Saro” Crocetta avevo espresso non poche perplessità (che lei aveva molto cortesemente pubblicato) sulla possibilità che le elezioni avessero aperto una nuova pagina per la Sicilia e che, soprattutto, da progressista convinto, questa sinistra fosse un po’ “stinta”. Non era ancora accaduto nulla se non la presenza strisciante di grossi gruppi di potere, professionisti dell’antimafia (quella, però, con la “a” minuscola”) che erano andati a braccetto con Lombardo.
Da allora, appena poche settimane, di sorprese ce ne sono state davvero tante, forse ancora di più di quelle accumulate in quattro anni dallo stesso Lombardo. Ma partirò dall’ultimo fatto. Crocetta intervistato nel corso della trasmissione di Rai3 “Report” alla domanda riguardante la presenza ingombrante nel suo staff del segretario generale Patrizia Monterosso ha risposto candidamente: “E’ una persona indispensabile”. Aldilà dei meriti della burocrate (assunta appena tre mesi addietro da Lombardo nel corso degli ultimi giorni di governo) l’ex Don Peppone di Gela ha dimenticato tutte le “filippiche” elettorali sulla pulizia da attuare in nome dell’anzidetta legalità dimenticando un piccolo particolare. Che la signora Monterosso è tra gli indagati del “buco” da un milione e mezzo di euro nella “formazione professionale” del 2007.

Patrizia Monterosso

Nel mirino ci sono anche alti burocrati della Regione: fra questi, proprio l’attuale segretario generale di Palazzo d’Orleans, Patrizia Monterosso, ex dirigente della Formazione: a suo carico l’ipotesi di danno erariale è pari a un milione 270 mila euro.
Ma facciamo qualche passo indietro. Si è già detto tanto della presenza in giunta degli “amici di” o delle “figlie di”. Poi il buon Saro ha ingoiato tranquillamente la nomina assessoriale dell’Udc. Patrizia Valenti nel 2009, quando era al vertice del consorzio autostradale siciliano era stata accusata di omissione di atti d’ufficio. Eppure per il governatore non c’era proprio nulla di male. “Non è un reato grave – aveva detto”, dopo qualche giorno di tentennamento e dopo avere annunziato che doveva essere la stessa Valenti a trarne le conseguenze, dimenticando però che nel mezzo c’era l’elezione del presidente dell’Assemblea, aveva chiuso il caso “no problem”. E vabbè!

Lorenzo Zichichi

Neanche qualche giorno di respiro (poveri Saro!) e si è pure scoperto che Lorenzo Zichichi, figlio dello scienziato neo assessore a distanza (ha annunziato di non potere essere spesso in Sicilia) è titolare della casa editrice “Il Cigno” e socio di Mercadante, arrestato per truffa alla Regione (le stessa che governa Crocetta, per intenderci).
Sono solo “bazzecole”, come direbbe Totò, le dichiarazioni di Battiato (mi occuperò solo di grandi eventi), la nomina di una studentessa che non è proprio un esempio per i colleghi avendo una media voti di “22/30”. Più curiosa l’elezione alla presidenza di Ardizzone.
Secondo tante testate giornalistiche sarebbe proprio Crocetta, descritto come un uomo rammaricato ed indispettito dal lusinghiero risultato ottenuto da Giovanni Ardizzone elezioni, l’ispiratore di una congiura che avrebbe dovuto, e potuto, rinviare al giorno dopo la consacrazione del candidato Udc, facendo mancare i voti richiesti dalla maggioranza assoluta. Un emissario di Crocetta, il deputato Malafarina, è questa la prova principale del tradimento, avrebbe cercato i voti dei grillini il giorno prima. Non avendoli trovati, il governatore avrebbe preferito che si soprassedesse, remando contro Ardizzone.
Poiché c’era di mezzo uno “sbirro”, Malafarina, funzionario di polizia, per investigare sul tradimento bisogna cominciare dal movente: quale interesse avrebbe avuto Crocetta a sfasciare il rapporto con il suo principale alleato, quell’Udc che l’ha designato ancor prima del Pd come candidato alla Presidenza della Regione? Che cosa avrebbe “armato” la mano di Crocetta contro Ardizzone, al punto da fargli perdere il controllo politico dell’Aula per la durata del mandato?
Invece che raccontare un risultato che premia la maggioranza relativa Pd-Udc, in debito di voti in Aula (otto per la precisione), i fari si sono accesi su cecchini, franchi tiratori, traditori, per disegnare un patto politico, non solo istituzionale, fra l’asse Pd-Udc e il Pdl, incaricato di scardinare la volontà degli elettori.

Giovanni Ardizzone, presidente dell'Ars

Mercoledì, 5 dicembre 2012, ore 16,00 Giovanni Ardizzone (Udc) viene eletto Presidente dell’Assemblea Regionale Siciliana con un solo voto utile: 46 su 90; un voto che sembra sia stato espresso da un membro eletto in un partito dell’opposizione. Hanno ricevuto voti Antonio Venturino (M5S), 15 voti, e, vedi caso, Giuseppe Lupo (Pd) 4, Antonello Cracolici (Pd), Giancarlo Cancelleri (M5S), Arancio (Pd) e Alloro (PD) 2 voti, tredici schede bianche. Che spettacolo. La Sicilia sulla strada del cambiamento? Egregio direttore, lascio ogni commento ai suoi lettori…
Salvatore Caramanna

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