Salute

Mussomeli: dopo il blitz dei NAS, denunciata la “fisioterapista” abusiva

Redazione

Mussomeli: dopo il blitz dei NAS, denunciata la “fisioterapista” abusiva

Sab, 04/08/2012 - 12:46

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MUSSOMELI -Nella mattinata di mercoledì 11 luglio 2012, i Carabinieri della Compagnia di Mussomeli, unitamente ai colleghi del NAS di Ragusa e del Nucleo Carabinieri Ispettorato del Lavoro di Caltanissetta, avevano operato un’attività di controllo a carico di una sanitaria ubicata nel centro di Mussomeli.
Nell’ambito del controllo, i militari avevano rilevato la presenza nel “retrobottega” di una stanza all’interno della quale erano stati rinvenuti oggetti che facevano presumere si svolgesse abusivamente l’attività lavorativa di fisioterapista; in attesa di ulteriori accertamenti, al legale rappresentante venivano elevate due contestazioni di natura amministrativa irrogando una sanzione pecuniaria di circa 1.400 euro più il provvedimento di chiusura dell’esercizio in attesa del ripristino dello stato originario dei luoghi, quest’ultimo provvedimento da emettere a cura del Municipio di Mussomeli.
Qualche giorno fa, i Carabinieri della Compagnia in collaborazione con il N.A.S. di Ragusa, al termine di peculiari accertamenti finalizzati a far luce su un probabile esercizio di attività medica abusiva, hanno deferito in stato di libertà alla Procura della Repubblica di Caltanissetta C.S., classe 1957, originaria della provincia di Messina e residente a Palermo.
Le indagini permettevano di appurare come la donna, avesse esercitato all’interno dello studio ubicato all’interno della sanitaria, la professione di fisioterapista, sebbene non fosse in possesso del prescritto diploma universitario che abilita a detta professione. Le indagini permettevano di verificare come la stanza adibita all’abusiva professione – contemplata nella planimetria quale esclusivo deposito – fosse stata trasformata in studio destinato ad accogliere pazienti, del tutto quindi assimilabile ad uno studio medico; all’interno, venivano rinvenuti: una piccola scrivania, un lettino solitamente utilizzato per finalità mediche, un piccolo armadietto ove erano detenuti guanti monouso, talco profumato, disinfettante e rotoli di carta solitamente utilizzati quale lenzuolo ed una bilancia pesapersone.
Veniva inoltre acquisita una lista di pazienti sottopostisi alle cure della donna; diverse le persone comprese tra i sessanta ed i trent’anni che confermavano di essersi recati e di essere stati visitati dalla donna; emergeva come la donna avesse effettuato manipolazioni di natura terapeutica nonché attività di diagnosi e consultazione di esami clinici e radiografici e trattamenti e massaggi anche a pazienti con gravi patologie all’apparato muscolo-scheletrico ed addirittura neurologico. Insomma, considerata alla stregua di una “santona”.
In realtà, la donna era solo un’estetista.
 

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