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Elezioni in Sicilia, il sondaggio: astensione al 39% e nessun partito sopra il 16%

Redazione

Elezioni in Sicilia, il sondaggio: astensione al 39% e nessun partito sopra il 16%

Ven, 03/08/2012 - 00:41

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PALERMO – Se si votasse oggi per le regionali in Sicilia si recherebbero alle urne solo il 61% degli elettori e il voto sarebbe molto frammentato, con nessun partito al di sopra del 16%. Questo traguardo sarebbe raggiunto solo dal Movimento per le autonomie del dimissionario presidente della Regione, Raffaele Lombardo, che sarebbe il primo partito nella nuova Assemblea regionale. Preossocche’ appaiati il Pd (15,2%) e il Pdl (15%). In netta crescita, al 12,5%, l’Udc. Soltanto sei liste eleggerebbero deputati nella nuova Ars, superando lo sbarramento del 5%. I dati sono del Barometro Politico di agosto dell’Istituto nazionale di ricerche Demopolis, secondo
cui la fiducia dei siciliani nei partiti e’ crollata dal 22% del 2006 al 4% di oggi. Stabile al 7,5% Grande Sud, il partito fondato dall’ex capo del Pdl in Sicilia, Gianfranco Micciche’, al di sotto del Movimento 5 Stelle che otterrebbe il 9,5%. Non supererebbero invece la soglia di sbarramento del 5%, Fli (4,5%), Idv (4,1%), Sel (3,6%), Popolari di Italia domani (3%), La Destra con la lista Musumeci (3%), Api e
Movimento popolare siciliano, considerati assieme (2,5%), Federazione della sinistra (1,3%). Sotto il 2% altre liste minori. Resta da valutare l’impatto della lista guidata dall’ex sindaco di Gela e oggi eurodeputato eletto nel Pd, Rosario Crocetta, che la presentera’ oggi. “All’indomani delle dimissioni di Raffaele Lombardo -afferma il direttore di Demopolis, Pietro Vento- il quadro delle intenzioni di voto dei siciliani appare decisamente confuso e frammentato: al dato dell’astensione dichiarata va aggiunto il numero di quanti non saprebbero per chi votare: il 28% dell’elettorato non esprime oggi una specifica intenzione di voto”.
A meno di tre mesi dalle elezioni di fine ottobre, i quattro principali partiti non hanno ancora deciso con chi allearsi, ne’ hanno identificato un loro candidato per Palazzo d’Orleans: fattori che, accanto al 39% di astensionismo, “incidono significativamente sulle stime di voto degli
elettori”, sottolinea l’Istituto, avvertendo che questi primi dati potranno evolversi sensibilmente in campagna elettorale.