CALTANISSETTA – I sindaci Angelo Fasulo, Francesco La Rosa e Vincenzo D’Asaro (rispettivamente a capo delle comunità di Gela, Niscemi e Mazzarino) hanno inviato una nota urgente al presidente della conferenza dei sindaci, dott. Michele Campisi, per convocare un apposita riunione di tutti i sindaci della provincia per discutere sulla proposta di creare gli “ospedali riuniti di Gela-Mazzarino-Niscemi” e quelli di “Caltanissetta-San Cataldo-Mussomeli”, da inserire nel piano attuativo della rete ospedaliera 2012-2014 che verrà adottata dalla direzione generale dell’azienda sanitaria provinciale n.2 di Caltanissetta, retta dal dott. Paolo Cantaro.
Tale richiesta fa seguito al piano sanitario 2012-2014 presentato dal dott. Cantaro sei mesi fa e non condiviso dalla conferenza dei sindaci.
Cosa propongono i tre sindaci della zona Sud della provincia di Caltanissetta?
“I Distretti rappresentano strutture dotate di autonomia tecnico-gestionale ed economico finanziaria nonché di adeguate risorse e sono guidati da un coordinatore sanitario e da un coordinatore amministrativo individuati dal Direttore Generale. Gli obiettivi sono: uniformità dell’attività ospedaliera sull’intero territorio di riferimento; riequilibrio della rete ospedaliera anche mediante accorpamento e|o eliminazione di strutture organizzative superflue o sovradimensionate e la rifunzionalizzazione di presidi ospedalieri sottoutilizzati o a bassa complessità ( da notare la grande elasticità di adattamento della legge alle realtà locali ed alle esigenze geografiche del territorio); superamento della frammentazione e/o duplicazione delle strutture organizzative esistenti attraverso l’aggregazione in dipartimenti e la loro integrazione operativa e funzionale”.
Le aziende sanitarie provinciali- scrivono i sindaci Fasulo, La Rosa e D’Asaro- sono enti dotati di personalità giuridica pubblica con autonomia organizzativa, amministrativa e patrimoniale. La proposta organizzativa prevede la creazione di due macroaree che in realtà esistono come distretti Cl 1 e Cl2. Macroarea CL1 ( Ospedali S. ELIA, S.CATALDO, MUSSOMELI) e MacroareaCL2 ( Ospedali GELA, NISCEMI, MAZZARINO). Ciascuna area avrà un Ospedale di riferimento (es. P.O. Mazzarino e Niscemi) con pronto soccorso, medicina generale e lungodegenza,attività di Anestesia e Rianimazione, Chirurgia, Laboratorio Analisi, Diagnostica per immagini, n. 1 unità specialistica nei P.O di Niscemi e Mazzarino che non si trovi in nessun altro P.O di Gela, Niscemi e Mazzarino ed un Ospedale cardine (es. S.Elia per la macroarea 1, Vittorio Emanuele di Gela per la macroarea 2) con Dipartimento Emergenza di 1° e 2° livello, alta specialità e centri di eccellenza di rilievo nazionale. Gli Ospedali di riferimento di territorio offriranno un punto di primo intervento e servizi standard di riferimento per la macroarea consistenti in: chirurgia d’urgenza, chirurgia generale,ambulatori, endoscopia digestiva, venendo così a sgravare gli ospedali cardine da lunghe ore di attesa nell’area di emergenza; lunghe liste di attesa ambulatoriali specialistiche, per la media ed alta chirurgia e per l’endoscopi digestiva. Gli ospedali cardine si occuperanno dell’alta specialità e delle eccellenza, offrendo contemporaneamente alla cittadinanza servizi immediati e senza costi aggiuntivi. Il contenimento dei costi non è solo un esercizio ragionieristico, ma come una opportunità di sfruttare per ottimizzare le risorse a disposizione e puntare ad un miglioramento costante di tutti i servizi che vengono già offerti ai pazienti. Sono presenti professionalità di alto livello capaci di garantire un futuro di sviluppo a questi Ospedali. Razionalizzare i compiti, rispettare i limiti di spesa e a valorizzare quanto di positivo esiste nelle strutture: si garantiranno così per i pazienti e le loro famiglie, cure di qualità in tempi brevi di attesa per le visite, risposte certe alle attese dell’utenza. Bisogna riformare tenendo conto dei costi e delle necessità vere – concludono i sindaci di Gela, Niscemi e Mazzarino- poiché necessitano logiche virtuose e non un processo di dismissione della sanità pubblica senza avere garanzia di potere ricevere cure.
Il contrario vedrà conseguenze catastrofiche riguardo i cittadini che necessiteranno di: urgenze indifferibili; accesso all’unico Pronto Soccorso del S.Elia o di Gela; accesso a prestazioni di piccola e medio alta chirurgia; accesso a prestazioni ambulatoriali specialistiche; accesso a prestazioni endoscopiche e che, inevitabilmente, saranno paralizzate dalla pletora territoriale che si riverserà negli unici centri di assistenza rimasti”.
Sanità, 3 sindaci del nisseno propongono “Ospedali riuniti” in 2 macro-aree
Dom, 29/07/2012 - 02:10
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