BOMPENSIERE – A Bompensiere ieri si è respirato un profumo di festa e di memoria. L’intero paese si è fermato per celebrare i cento anni del signor Mariano Mattina, un traguardo che abbraccia un secolo di storia, di valori e di affetti profondi.
In tanti si sono riuniti in paese , la Santa Messa ha aperto una giornata di grande emozione, trasformando la vita di Mariano in un racconto collettivo di radici e comunità.

Alla cerimonia hanno preso parte le autorità locali: il sindaco di Bompensiere, Salvatore Virciglio, padrone di casa; la sindaca di Sutera, Giuseppina Catania, suo paese natale; e il sindaco di Milena, Claudio Salvatore Cipolla, dove oggi il centenario risiede. Presenti anche il presidente del Libero Consorzio Comunale di Caltanissetta, Walter Calogero Tesauro, e il vicesindaco del capoluogo, Giovanna Candura, che hanno portato il saluto e l’affetto di tutta la provincia.
Ma il protagonista, ieri, era lui: Mariano Mattina, nato a Sutera nel 1925, figlio di una Sicilia autentica e laboriosa. Ha attraversato guerre, emigrazione, sacrifici e rinascite. Da giovane sposò Raimonda Scibetta, la compagna di una vita intera, con la quale formò una grande famiglia: 2 figli Paolino ed Anna, poi sette nipoti e cinque pronipoti, che oggi rappresentano il suo sorriso più grande.
Il loro è un albero genealogico rigoglioso, radicato nel cuore della Sicilia. Alcuni rami si sono spinti lontano: la sorella Carmela e i fratelli Calogero e Onofrio vivono a Londra, dove seguono da anni la loro vita con orgoglio e nostalgia, mentre altri, come la sorella Maria, scomparsa l’anno scorso a 97 anni, e i fratelli Carmelo e Giuseppe, hanno lasciato un ricordo indelebile nel cuore di Mariano.

Nel 1956 emigrò anche lui, per alcuni mesi, in Germania, come tanti italiani dell’epoca. Poi tornò nella sua terra e si stabilì definitivamente a Bompensiere, dove trovò lavoro alla Montecatini Edison e costruì il proprio futuro con tenacia e onestà. Uomo di fede e di mani sapienti, Mariano è noto in tutto il circondario per la capacità di alleviare dolori e tensioni con massaggi, conoscitore dell’antica orazione di Sant’Antonio, di cui è devoto.

Durante la festa, tra i racconti dei familiari e gli aneddoti dei tanti amici, è emerso il ritratto di un uomo buono, sempre disponibile, che non ha mai smesso di trasmettere serenità.
Dopo la Messa, il Parco si è riempito di musica, risate e abbracci: un gruppo folkloristico ha accompagnato il pomeriggio con canti popolari e balli tradizionali, mentre sul tavolo non mancavano torta, arancine, pizzette, salatini e un brindisi che ha unito generazioni diverse in un solo applauso.

Quando in serata il cielo di Bompensiere si è acceso di giochi pirotecnici, tutti hanno rivolto lo sguardo a Mariano: seduto, sorridente, un po’ stanco ma felice, con quella luce negli occhi che racconta meglio di mille parole il significato del tempo vissuto.
Oggi, come ogni mattina, si è già svegliato presto. Perché, come ama dire lui, “chi ha lavorato una vita, non si ferma nemmeno a cent’anni”.

