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Circolava con l’auto senza revisione: Corte d’Appello di Caltanissetta dichiara donna corresponsabile per un incidente mortale

Redazione

Circolava con l’auto senza revisione: Corte d’Appello di Caltanissetta dichiara donna corresponsabile per un incidente mortale

Dom, 03/08/2025 - 17:07

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Una sentenza che fa giurisprudenza e lancia un monito severo a tutti coloro che circolano con la revisione dell’auto scaduta: non solo sanzioni amministrative, ma anche la possibilità concreta di essere chiamati a rispondereb civilmente in caso di incidente. È quanto ha stabilito la Corte d’Appello di Caltanissetta in una recente decisione che ha parzialmente riformato una sentenza di primo grado, riconoscendo un concorso di colpa a carico della conducente di un’autovettura coinvolta in un tragico sinistro stradale avvenuto il 5 giugno 2018.

A perdere la vita in quell’incidente fu Danilo Cammarata, 35 anni, noto commerciante nisseno, titolare di un bar in via Xiboli. Quella sera, intorno alle 22:10, era in sella alla sua Aprilia RS V 1000 e si stava dirigendo verso il centro urbano per chiudere l’altra attività commerciale di cui era socio. Secondo quanto riportato nei rilievi degli agenti, giunto in prossimità di una curva destrorsa, su un tratto stradale dall’asfalto logoro e con scarso grip, Cammarata avrebbe frenato con una velocità non commisurata alle condizioni del fondo stradale, perdendo il controllo del mezzo e finendo sulla corsia opposta, dove venne travolto da un’auto sopraggiungente. L’impatto fu fatale. Danilo lasciava la moglie, due figlie piccole, i genitori e due fratelli.

Per i familiari della vittima è cominciato un lungo e doloroso percorso giudiziario. In sede penale, dopo un accertamento tecnico preventivo (CTU), la Procura ne aveva chiesto l’archiviazione, ritenendo che la responsabilità fosse esclusivamente del centauro. Ma la battaglia per ottenere giustizia è proseguita in sede civile, dove inizialmente il Tribunale aveva confermato l’impostazione accusatoria, attribuendo la colpa esclusiva a Cammarata per eccesso di velocità.

I congiunti, non rassegnati, hanno deciso di ricorrere in appello tramite il proprio legale, l’avvocato Gaetano Centorbi. La Corte d’Appello ha in parte accolto l’impugnazione, ritenendo fondate le censure sollevate in merito a una valutazione incompleta dei fatti e a contraddizioni nella motivazione della sentenza di primo grado.

Elemento decisivo, rilevato dalla CTU penale e valorizzato in appello, è stato il fatto che l’auto condotta dalla donna (L.A. le iniziali) viaggiava con la revisione scaduta dal 3 maggio 2018, e che al momento dell’impatto stava percorrendo quella strada in un orario – le 22:10 – del tutto incompatibile con l’ipotesi che si stesse recando a effettuare la revisione, unico caso previsto dalla legge per circolare senza sanzioni. La vettura, dunque, circolava in violazione dell’art. 80, comma 14, del Codice della Strada.

Ma c’è di più. La consulenza tecnica ha accertato anche un eccesso di velocità da parte della stessa conducente, che avrebbe superato i 50 km/h previsti per quel tratto urbano. Un comportamento che, unito alla violazione del divieto di circolazione per mancata revisione, ha condotto la Corte a riconoscere un concorso di colpa.

Significativo il passaggio della sentenza a firma del presidente Roberto Rezzonico, che cita la sentenza n. 27903 del 29 ottobre 2024: “Il proprietario del veicolo che viene posto in circolazione, pur non essendo stato sottoposto a revisione periodica, si espone consapevolmente al rischio di porsi in una situazione da cui consegue la probabilità che si produca, a proprio danno, un evento pregiudizievole.” La condotta negligente, dunque, costituisce un antecedente causale necessario del danno.

La decisione finale della Corte d’Appello ha stabilito la corresponsabilità civile della conducente, condannando la compagnia assicurativa – in solido con l’automobilista – al risarcimento del danno per lesione del rapporto parentale in favore dei sette congiunti del defunto. L’importo riconosciuto è stato tuttavia ridotto rispetto a quanto originariamente richiesto, in considerazione del concorso di colpa.

Una sentenza importante, destinata a lasciare il segno nella giurisprudenza locale e nazionale, che richiama con forza l’attenzione degli automobilisti sull’importanza del rispetto delle norme basilari di sicurezza. La revisione non è un semplice adempimento burocratico: è un obbligo di legge che tutela la vita propria e altrui. La sua omissione può costare carissima, anche in termini di responsabilità civile.

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