A distanza di qualche giorno dalla notizia pubblicata dal Fatto Nisseno sul ritrovamento di alcuni gattini impiccati a Caltanissetta, in un’area tra la zona di Santa Flavia e via San Giovanni Bosco, la vicenda continua a suscitare sconcerto e indignazione. L’episodio, che aveva tutta l’aria di un’esecuzione premeditata, ha innescato un ampio dibattito sui social, dove l’indignazione della comunità si è espressa in maniera compatta e trasversale, con una condanna unanime da parte di cittadini, volontari e semplici utenti.
In queste ore è arrivata anche la presa di posizione ufficiale della LNDC Animal Protection, che ha presentato denuncia formale alle autorità competenti e ha lanciato un appello alla cittadinanza affinché chiunque sia a conoscenza di dettagli utili collabori attivamente con le forze dell’ordine. “Chi sa, parli”, è il messaggio forte e chiaro dell’associazione, che ha messo a disposizione anche uno sportello legale per ricevere eventuali segnalazioni in forma anonima.
«Chi ha premeditato e attuato un gesto del genere, senza pensare di poter dare i gattini in adozione o portarli a una struttura, non può e non deve rimanere impunito», ha dichiarato la presidente nazionale LNDC, Piera Rosati, che ha ribadito la gravità del fatto anche alla luce della recente normativa. Secondo l’art. 544-bis del codice penale, modificato dalla legge del 6 giugno 2025 n. 82, chi uccide un animale per crudeltà o senza necessità è punibile con la reclusione da sei mesi a tre anni, aumentata da uno a quattro anni se l’atto è commesso con sevizie o prolungando la sofferenza dell’animale. Le sanzioni amministrative arrivano fino a 60.000 euro.
«Fatti di questa natura – ha aggiunto Rosati – sono inaccettabili in una società che voglia definirsi civile. Non solo ledono i diritti degli animali, ma rappresentano anche un rischio per la collettività: è noto che chi esercita violenza sugli animali può costituire un pericolo anche per le persone. Non possiamo più permetterci il lusso dell’indifferenza».
LNDC invita quindi chiunque sia a conoscenza di elementi utili a mettersi in contatto con le autorità o a scrivere direttamente all’indirizzo avvocato@lndcanimalprotection.org. L’obiettivo è chiaro: identificare il responsabile di un atto che ha ferito l’intera comunità e riaffermare un principio fondamentale in ogni convivenza civile: il rispetto della vita.

