CALTANISSETTA – Una città intera si è stretta oggi, sabato 16 agosto, attorno alla famiglia di Mario Sicilia, il carabiniere nisseno di 32 anni morto tragicamente in un incidente stradale a Mantova. La Cattedrale di Santa Maria la Nova è apparsa gremita come non mai: amici, parenti, colleghi dell’Arma e semplici cittadini hanno partecipato al funerale, testimoniando con la loro presenza un dolore collettivo che da giorni abbraccia Caltanissetta e Mantova, la città dove Mario prestava servizio.
La celebrazione è stata presieduta da don Onofrio Castelli, Vicario Generale della Curia di Caltanissetta, che ha portato anche il saluto di monsignor Mario Russotto. Con lui ha concelebrato il cappellano militare della Legione Carabinieri Sicilia, don Salvatore Falzone.

Nella sua intensa omelia, padre Castelli ha ricordato la bontà e la generosità di Mario, definendolo “un piccolo uomo dal cuore grande”: piccolo per l’età, ancora giovane, ma grande per l’onestà, il senso del dovere e l’amore verso gli altri che hanno contraddistinto la sua vita. Lo ha poi paragonato a un seme di grano, che purtroppo si stacca troppo presto dalla terra, ma i cui germogli, ha detto, “sbocceranno in Paradiso, dove tutto ciò che Mario ha seminato in questa breve vita fiorirà nella vita eterna”.
A rendere ancora più solenne il rito, un picchetto d’onore composto da sei Carabinieri ha circondato il feretro per tutta la celebrazione, mentre altri due militari in alta uniforme hanno vegliato ai lati. Sul feretro, un cuscino con i colori dell’Arma – il blu e il rosso – è stato deposto il cappello da Carabiniere, simbolo del servizio e della dedizione che hanno accompagnato l’intera vita di Mario.

La partecipazione istituzionale è stata altrettanto significativa: in prima fila il comandante provinciale dei Carabinieri, colonnello Alessandro Mucci, il comandante provinciale della Guardia di Finanza, colonnello Stefano Geesuelli, il questore di Caltanissetta Pinuccia Albertina Agnello, insieme al vicesindaco Giovanna Candura che, con la fascia tricolore, ha rappresentato l’amministrazione comunale.
Il silenzio composto e gli sguardi colmi di emozione hanno accompagnato l’ultimo saluto al feretro di Mario, che lascia la compagna Viviana e la piccola Emma, di soli due anni. In questi giorni i ricordi, le parole e i pensieri condivisi sui social hanno restituito l’immagine di un giovane stimato e amato, capace di lasciare un segno profondo nella vita di chi lo ha conosciuto.

All’uscita dalla Cattedrale, un grande applauso ha accolto il feretro, seguito dal suono potente della sirena dei Carabinieri che ha squarciato il silenzio di una piazza raccolta in preghiera. L’ultima sirena, quella del commiato, ha salutato Mario per sempre, accompagnandolo verso l’eternità.
Sul feretro, il cappello sul quale brillava la fiamma argentata che sovrasta la granata dell’Arma: un simbolo che rappresenta l’ardore, la passione e la dedizione con cui i Carabinieri svolgono il loro dovere. Che il calore di quella fiamma possa ora riscaldare il cuore dei genitori, dei familiari e degli amici di Mario, nel ricordo della bontà di un piccolo, grande Carabiniere.

E in questo spirito, la redazione de Il Fatto Nisseno vuole rendere omaggio a Mario con le parole che da sempre accompagnano l’Arma: la Preghiera del Carabiniere, affidata oggi al suo ricordo.
Dolcissima e gloriosissima Madre di Dio e nostra,
noi Carabinieri d’Italia, a Te eleviamo reverente il pensiero, fiduciosa la preghiera e fervido il cuore!
Tu che le nostre Legioni invocano confortatrice protettrice col titolo di “Virgo Fidelis”.
Tu accogli ogni nostro proposito di bene e fanne vigore e luce per la Patria nostra.
Tu accompagna la nostra vigilanza,
Tu consiglia il nostro dire,
Tu anima la nostra azione,
Tu sostenta il nostro sacrificio,
Tu infiamma la devozione nostra!
E da un capo all’altro d’Italia suscita in ognuno di noi l’entusiasmo di testimoniare, con la fedeltà fino alla morte, l’amore a Dio e ai fratelli italiani.

