La necropoli rinvenuta in via Di Bartolo a Gela, durante i lavori di posa della fibra ottica da parte di Open Fiber, si compone di sepolture del tipo ad Enkytrismos, dove in una grossa anfora (Hydria) veniva deposto, rannicchiato, il corpo di un bimbo.
Tra i reperti spicca anche una bellissima coppa su piede del tipo proto-corinzio degli inizi del VII secolo a.C. ancora integra e deposta durante un rito funebre che prevedeva, come dimostrano i resti affiorati anche la macellazione e la cottura di animali di grossa taglia ed una “olpe”, ovvero una brocca con corpo allungato, databile allo stesso periodo. “Il sito – spiega la soprintendente ai Beni Culturali di Caltanissetta, Daniela Vullo – ha una particolare valenza perché si tratta di una necropoli del VI-VII secolo a.C. riferita alla colonizzazione di Gela. È importante perché riferibile ai primi nuclei abitativi della città.
L’archeologo Gianluca Calà, che ha effettuato la ricerca commissionata da Open Fiber, ritiene che questo lembo di necropoli racconti molto della città greca nella fase successiva alla sua fondazione”. “Oggi è davvero una bella giornata – continua Vullo – e la risposta della cittadinanza è chiara. La necropoli di via Di Bartolo è stata rinvenuta diciamo casualmente ma non troppo, nel senso che a Gela qualunque attività di scavo nel sottosuolo, anche di pochi centimetri, viene fatta con la sorveglianza della Soprintendenza proprio perché il territorio è particolarmente sensibile. Dopodiché tramite un accordo tra Soprintendenza e Open Fiber, che ha dato un contributo finanziario importante, si è arrivati anche alla musealizzazione del sito. Questa è una zona particolarmente sensibile, nelle vicinanze c’era già una necropoli rinvenuta da Paolo Orsi ma poiché tutto il centro abitato di Gela è fortemente urbanizzato non è facile effettuare scavi”.
Soddisfazione è stata espressa anche dal sindaco di Gela Terenziano Di Stefano: “Gela oggi è una città in festa – ha detto – e non finisce qui perché a pochi metri c’è l’Orto Pasqualello dove sono state fatte numerosi ritrovamenti e anche lì stiamo lavorando. La città di Gela come è noto è ricca di reperti archeologici e quindi questa è la direzione giusta”. (ANSA).

