CALTANISSETTA. Le Case Circondariali di Caltanissetta e Trapani, ancora una volta sono teatro di aggressioni nei confronti del personale di Polizia Penitenziaria. Accade ieri, nella mattinata che un detenuto ristretto presso la Casa Circondariale di Caltanissetta, divincolandosi con forza allo sbarramento, usciva dal proprio reparto e si dirigeva presso il reparto media sicurezza dell’Istituto.
Immediatamente intercettato dal Sov.te G.G., queste le sue iniziali, nel tentativo di fermarlo, lo stesso detenuto lo agganciava per il collo tentando di strangolarlo, una unità di Polizia Penitenziaria in servizio in qualità di sorveglianza passeggi, sentito il trambusto, interveniva immediatamente e con professionalità e capacità, non curante del rischio che avrebbe corso, affrontava il detenuto riuscendo a sbloccare la presa in modo deciso.
Lo stesso Assistente Capo Coordinatore D.S. che a gennaio ha evitato un’altra aggressione, riusciva a mettere in salvo il collega e a bloccare il detenuto. Sembra facile ma si ripetono scene da film, dice – Rosario Mario Di Prima – Segretario Nazionale del SiNAPPe (SINDACATO NAZIONALE AUTONOMO DI POLIZIA PENITENZIARIA). Accade, sempre ieri mattina, presso la Casa Circondariale di Trapani, che un detenuto per futili motivi e inosservante delle regole vigenti, sferra un pugno al viso all’Ispettore di Polizia Penitenziaria P.P.B, causandole trauma facciale.
Non stiamo qui a raccontarvi i fatti dettagliatamente ma preme porre l’accento che in entrambi i casi si tratta di detenuti psichiatrici, malati, che come più volte affermato, dice ancora – Di Prima- non dovrebbero stare nelle carceri ma in giuste strutture protette per essere curati. E’ facile pensare che questi soggetti di disturbo alla collettività per le loro condizioni psichiche, stiano bene nei penitenziari italiani, perché scellerata fu quella scelta di chiudere gli Ospedali Psichiatrici Giudiziari che, cosi come sono stati descritti, non erano lager ma centri di cura veri e propri.
In Sicilia esistono solo due strutture REMS, che avrebbero dovuto sostituire gli OPG, a fronte di un numero elevato di soggetti sofferenti che hanno bisogno di cure specifiche e continue non trattamenti sporadici e inefficaci, un vero e proprio fallimento per lo Stato. Speriamo che il D.L. 92/2024 “Carcere Sicuro”, Approvato dal Consiglio dei Ministri il 3 luglio 2024 e presentato quale risposta del Governo all’emergenza carceri, recante “Misure urgenti in materia penitenziaria, di giustizia civile e penale e di personale del Ministero della giustizia”, che nel cercare di istituire l’Albo delle Comunità, saranno scarsamente urgenti come l’istituzione delle REMS, vanificando l’obiettivo rendendosi incapace di dare risposte ai fenomeni che si vogliono arginare, mantenendo il carcere sicuro e più rispondente all’umanizzazione della pena. Esprimiamo la nostra solidarietà direttamente ai colleghi che hanno subito l’aggressione e a tutto il personale di Polizia Penitenziaria in servizio negli istituti di Caltanissetta e Trapani.
Il SiNAPPe, dice ancora Di Prima, vuole evidenziare la situazione organica presso gli Istituti siciliani talmente deficitari che costringono il personale di Polizia Penitenziaria a operare in situazioni di difficoltà, con la contemporanea sorveglianza delle diverse tipologie di detenuti, comunque, riuscendo sempre a dare il meglio della propria professionalità.

