Salute

Papa: attenti a tristezza senza speranza, e’ un demone subdolo

Redazione

Papa: attenti a tristezza senza speranza, e’ un demone subdolo

Mer, 07/02/2024 - 09:53

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“Tutti attraversiamo prove che generano in noi tristezza, perche’ la vita ci fa concepire sogni che poi vanno in frantumi. In questa situazione, qualcuno, dopo un tempo di turbamento, si affida alla speranza; ma altri si crogiolano nella malinconia, permettendo che essa incancrenisca il cuore. E si sente piacere in questo. La tristezza e’ come il piacere del non piacere, Essere contento che questo non sia successo, come prendere una caramella amara, amara, amara senza zucchero. La tristezza e’ un piacere del non piacere”.

Papa Francesco, intervallando con passaggi a braccio, riflette, durante l’Udienza Generale su “un vizio un po’ bruttino”: la tristezza, “intesa come un abbattimento dell’animo, un’afflizione costante che impedisce all’uomo di provare gioia per la propria esistenza”. Questo tipo di tristezza “deve essere combattuto”, sottolinea il Pontefice perche’ e’ “una malattia dell’anima” che “nasce nel cuore dell’uomo quando svanisce un desiderio o una speranza”. 

 “La dinamica della tristezza e’ legata all’esperienza della perdita. Nel cuore dell’uomo nascono speranze che vengono a volte deluse. Puo’ essere il desiderio di possedere una cosa che invece non si riesce a ottenere; ma anche qualcosa di importante, come una perdita affettiva. Quando questo capita, e’ come se il cuore dell’uomo cadesse in un precipizio, e i sentimenti che prova sono scoraggiamento, debolezza di spirito, depressione, angoscia”, spiega Francesco.

“Certi lutti protratti, dove una persona continua ad allargare il vuoto di chi non c’e’ piu’, non sono propri della vita nello Spirito. Certe amarezze rancorose, per cui una persona ha sempre in mente una rivendicazione che le fa assumere le vesti della vittima, non producono in noi una vita sana, e tanto meno cristiana. C’e’ qualcosa nel passato di tutti che dev’essere guarito. La tristezza, da emozione naturale puo’ trasformarsi in uno stato d’animo malvagio”, prosegue.

“E’ un demone subdolo, quello della tristezza – prosegue il Papa -. I padri del deserto lo descrivevano come un verme del cuore, che erode e svuota chi l’ha ospitato. Questa immagine e’ bella e ti fa capire – aggiunge a braccio -: un verme nel cuore che erode e svuota chi l’ha ospitato. Dobbiamo stare attenti a questa tristezza e pensare che Gesu’ porta la gioia della Resurrezione. Ma cosa devo fare quando sono triste? Fermarti e vedere se questa e’ tristezza buona o tristezza non buona e reagire secondo la natura della tristezza. Non dimenticatevi che la tristezza puo’ essere una cosa molto brutta che ci porta a pessimismo, ci porta a un egoismo che difficilmente guarisce”, ha concluso sempre a braccio. 

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