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Curiosità sull’origine dei cognomi: quei “falsi verbi” che nascondono un altro significato

Redazione 3

Curiosità sull’origine dei cognomi: quei “falsi verbi” che nascondono un altro significato

Dom, 25/02/2024 - 10:17

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Siamo veramente sicuri che quello che sembra è ciò che in origine voleva essere? Qual è la vera origine dei cognomi?

Se quelli relativi a un luogo geografico (come ad esempio “Tedesco”, “Francese” o “Russo”) possono realmente rimandare a una persona originaria di quel luogo, per altri cognomi l’origine potrebbe in realtà derivare da una forma dialettale o modo di dire tipico della lingua orale che significa qualcosa di completamente diverso.

E navigando sul web si vanno a ritrovare curiose origini che richiamano quasi tutta l’Italia.

Ecco alcuni esempi.

Il siciliano Infortuna viene da Fortuna e In- segnala solo l’ingresso nella famiglia.

Puzzo non è un presente indicativo, ma un diminutivo di Jacopo o Filippo (Jaco-puzzo, Filip-puzzo), anche se delle volte deriva dal termine “pozzo”. .

Il cognome Prolunghi significa pra’ lungo, cioè “prato lungo”.

Fai è la riduzione, in Veneto, di Bonfado cioè “benfatto”.

Gelato non è un participio passato, ma viene addirittura dal medievale Diolaiuti.

Cucino non è ciò fa il cuoco, ma vale “cugino” (come Cucinotta = Cuginotta).

Ancora, Tocco non è neppure un soprannome per “scemo”, ma deriva dalla località pescarese Tocco da Casauria.

Vinco è l’italianizzazione dell’antico tedesco Vink “fringuello”.

Il ligure Traverso viene da un soprannome per ‘tarchiato, largo di spalle”, oppure ‘“guercio, strabico” e “ostile”.

Infine Muoio non è un grido di disperazione, ma un cognome salernitano che segnala provenienza da Moio della Civitella, un paesotto nei dintorni, secondo la dizione dialettale.

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