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A Palermo un murales per raccontare la “Missione” di Biagio Conte

Redazione

A Palermo un murales per raccontare la “Missione” di Biagio Conte

Ven, 29/12/2023 - 15:14

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Un murales per raccontare l’inizio e la fine della ‘Missione’ di Biagio Conte. ‘Il dittico dell’Accoglienza’ è stato inaugurato e benedetto dall’arcivescovo di PALERMO Corrado Lorefice al termine della messa di Natale nella chiesa della Missione di Speranza e Carità di via Decollati. “Il tema centrale è senza dubbio l’accoglienza – spiega Don Pino Vitrano, responsabile della Missione – Le immagini che abbiamo scelto richiamano il dinamismo che ha scatenato in Biagio la voglia di accogliere a PALERMO i fratelli che arrivano da tutte le parti del mondo. Lui, senza volerlo, oggi è la figura rappresentativa di Panormus, la città tutto porto pronta ad accogliere. Con la prima immagine vogliamo dimostrare che se siamo aperti ad una fede profonda, a tutte le religioni ed etnie, PALERMO può diventare veramente una città che può insegnare tanto a questa umanità. Nella seconda immagine è raffigurato il momento in cui Biagio ha accolto il primo fratello che è arrivato alla stazione, si chiama Andrea.

Questa è l’espressione più grande dell’amore e dell’accoglienza che fratello Biagio aveva verso tutti”. L’idea dei murales è nata proprio da Don Pino. “Era la fine dell’estate quando Don Pino mi ha chiamato chiedendomi di passare alla Missione – racconta Igor Scalisi Palminteri, l’artista autore del murale di Biagio Conte allo Sperone – Quella sera stessa ci siamo trattenuti a lungo a parlare su cosa potevamo dipingere: il cuore pulsante della Missione e della vita di Biagio Conte è sicuramente l’accoglienza, per cui ci siamo soffermati in modo particolare su questo aspetto. Il primo muro infatti è visibile dalle ferrovie e chi arriva in città con il treno non può non vedere Biagio Conte a braccia aperte. Sono onorato di aver fatto questo dittico perché sono convinto che Biagio rappresenti tutta PALERMO, non solo quella che accoglie, ma anche quella non accolta degli ultimi e degli emarginati”.

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