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Villalba. Il 19 novembre il vescovo di Noto mons. Rumeo in visita alla Chiesa di San Giuseppe renderà omaggio a mons. Giuseppe Maria Vizzini

Redazione 1

Villalba. Il 19 novembre il vescovo di Noto mons. Rumeo in visita alla Chiesa di San Giuseppe renderà omaggio a mons. Giuseppe Maria Vizzini

Sab, 18/11/2023 - 14:21

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VILLALBA. Domenica 19 novembre 2023, la Parrocchia San Giuseppe di Villalba festeggia Santa Cecilia e riceve la visita di Mons. Salvatore Rumeo Vescovo di Noto. Mons. Rumeo sarà accolto festosamente dalle autorità civili e religiose; a seguire presiederà la Santa Messa di ringraziamento per la professione religiosa con i voti perpetui di don Marko Cosentino, parroco di Villalba, avvenuta giovedì 16 novembre c.a. a Collevalenza presso il Santuario dell’Amore Misericordioso.

Mons. Rumeo vuole altresì rendere omaggio alla Parrocchia dove iniziò la formazione religiosa il suo lontano brillante e dotto predecessore comprovinciale, Mons. Giuseppe Maria Vizzini Vescovo di Noto (1913 – 1935), a cui verrà dedicato il salone parrocchiale.

Mons. Giuseppe Maria Vizzini nasce a Villalba il 10 novembre 1874, il 29 marzo 1888 Giovedì Santo, entra nel seminario di Caltanissetta. Espletato il corso ginnasiale il seminarista Giuseppe Vizzini, per le sue singolari doti intellettuali e spirituali, è inviato a Roma a proseguire i suoi studi filosofici e teologici presso la Scuola Apostolica. Consegue brillantemente le lauree in filosofia e teologia, il diploma in lettere italiane, latine e greche presso l’Istituto di Alta Letteratura. Il 9 maggio 1897 corona i suoi studi con l’ordinazione sacerdotale; il 26 marzo 1899, domenica delle Palme, celebra Messa sull’altare del suo paese natale Villalba, davanti ai suoi cari e ai tantissimi compaesani credenti.

Chiamato a collaborare nella direzione della Scuola Apostolica è contemporaneamente nominato docente di filosofia scolastica e di storia ecclesiastica all’Istituto Sant’Apollinare ed alla Cattedra di Dogmatica Sacramentaria, il 1° novembre 1911 Sua Santità Pio X gli affida la più prestigiosa cattedra di Teologia dogmatica presso il Pontificio Seminario Romano. In quel periodo il professore Vizzini ebbe l’onore e la ventura di avere tra i suoi studenti Eugenio Pacelli, che sarà Papa Pio XI° e Angelo Giuseppe Roncalli, che sarà Papa Giovanni XXIII°.

Nel 1901 intraprese, dopo avere ottenuto l’approvazione da parte del Papa, l’ardito disegno di pubblicare una collana delle opere dei SS. Padri della Chiesa, in greco e latino, con introduzione e commenti: “la Bibliotheca Sanctorum Patrum. Theologiae tironibus et universo clero accomodata”. Era la prima in Italia. La collana si aprì con un Suo prezioso volume sulla “ Didachè”, che gli meritò l’alto elogio di Papa Leone XIII° che in udienza privata Gli disse: “come avete fatto, voi così giovane, a pubblicare un’opera così profonda”. La collana si arricchì di altri quindici volumi e avrebbe assunto proporzioni più ampie, se la nomina a Vescovo non avesse interrotto il proseguimento.

Il Card. De Lai Lo chiamò alla Congregazione Concistoriale, destinandolo alla sezione seminari. Vizzini si prese cura dei seminaristi recatisi a Roma per studiare, particolarmente di quelli che venivano dalla Sicilia.

Il 19 agosto del 1913 Papa Pio X° nomina Giuseppe Maria Vizzini, Vescovo, destinandolo a una sede siciliana, quella di Noto, contravvenendo alla prassi che prevedeva Vescovi non siciliani in Sicilia.

Il nuovo Vescovo aveva 39 anni non ancora compiuti : era il più giovane dei Vescovi siciliani la cui età media era di 56 anni.

Il 14 settembre 1913, il cardinale Gaetano De Lai Lo consacra ufficialmente nella cappella delle Suore della Provvidenza a Roma, alla presenza tra gli altri del villalbese Mons. Giuseppe Scarlata, Vescovo di Muro Lucano.

Mons. Vizzini, che non pensava di dover lasciare Roma, la cattedra, i Suoi amati studi che avevano fatto rimbalzare, apprezzandolo, il suo nome nel mondo accademico e culturale e non solo ecclesiastico, non cercò quella nomina che, alla fine accettò in segno di obbedienza.

Mons. Vizzini come motto del suo Ministero scelse le parole: “Robur in Cruce”.

Il 4 gennaio 1914 faceva il Suo ingresso nella diocesi di Noto.

La formazione di dotti e santi sacerdoti fu il pilastro portante di tutta la Sua attività di Vescovo. A distanza di anni il seminario di Noto dava alla Chiesa le insigne figure: di S.Em. Il Card. Francesco Carpino, di S.Ecc. Mons. Corrado Mingo, di S. Ecc. Mons. Paolo Pappalardo e una corona di dotti sacerdoti.

Rinnovò e rilanciò la Congregazione delle suore domenicane de SS. Sacro Cuore del Gesù, volendo suore solidalmente formate, preparate ai nuovi tempi, fornite di lauree e diplomi. Perciò fece loro varcare la soglia delle aule universitarie e frequentare le pubbliche scuole: cosa allora incredibile.

Compose un Evangelario per i parroci, moltiplicò le parrocchie da 19 a 65. Il collegio dei parroci diventò il “il Suo gaudio e la Sua corona”.

Con speciale amore seguì il nascente movimento della FUCI. Era un movimento congeniale alla Sua spiritualità spiccatamente intellettuale e colta. Nel 1926 la città di Noto fu scelta come sede del Convegno Nazionale Fucino per l’Italia meridionale. Vi partecipò Mons. Giovanbattista Montini, poi Paolo VI°. I giovani fucini rimasero affascinati dall’originalità e profondità del pensiero filosofico e teologico di Mons. Vizzini e nel loro entusiasmo lo salutarono come “il più fucino vescovo d’Italia”.

Per la chiarezza e acutezza delle sue argomentazioni per l’originalità e la vastità della Sua preparazione, fu ritenuto, uno dei Vescovi più lucidi e colti d’Italia e dei più ambiti

per discorsi, conferenze e convegni culturali.

Visse 13 anni della sua vita durante il regime fascista. Ma Mons. Vizzini seppe vivere ed insegnò a vivere “al di sopra dei gagliardetti” e fu un testimone coraggioso della Verità e della Libertà. Per Dio e per la Chiesa era “servo”, per tutti gli altri era “libero”. Per alcuni bisogni della diocesi dovette incontrare il primo ministro e fu ricevuto da Benito Mussolini il quale, affascinato dalla Sua (del Vizzini) conversazione e personalità, dopo averLo trattenuto a lungo, nel congedarlo Gli aveva detto che, se avesse accettato di lasciare la diocesi di Noto e di tornare a Roma, egli (Mussolini) avrebbe istituito la Facoltà di Teologia all’Università di Roma, perché vi insegnasse Lui (Vizzini). Naturalmente Mons. Vizzini non accettò.

Il 13 novembre 1935, in occasione di una visita pastorale a Ferla, si mise a letto con febbre altissima. Si sviluppò una angina flemmosa con conseguente setticemia.

Alle ore 13 ,30 dell’8 dicembre 1935, giorno dell’Immacolata, Mons. Giuseppe Maria Vizzini, a 61 anni, volò al cielo nella pace dei santi.

In occasione del ventennio della Sua scomparsa, la diocesi di Noto eresse nella Cattedrale un monumento di bronzo, inaugurato il 9 ottobre 1955 dall’Arcivescovo di Palermo Card. Ernesto Ruffini.