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Sicilia, donna-boss gestiva spaccio con figli minori: 7 arresti

Redazione

Sicilia, donna-boss gestiva spaccio con figli minori: 7 arresti

Mar, 14/11/2023 - 14:37

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Smantellata la piazza dello spaccio di Avola, nel Siracusano, gestita da una giovane donna-boss di 34 anni, con l’aiuto dei figli minorenni. Gli agenti del locale commissariato sono intervenuti in via Miramare con l’operazione “Mater Familias” che ha seguito il blitz “Gemini” dello scorso marzo contro il traffico di sostanze stupefacenti. Cinquanta gli agenti della polizia di Stato che hanno dato esecuzione alla misura della custodia cautelare in carcere nei confronti di 7 persone (tra cui un minorenne), di collocamento in comunita’ nei confronti di una minore e la misura del divieto di dimora nel comune di Avola nei confronti di un altro, tutti indagati per produzione, traffico e detenzione di sostanze stupefacenti, per avere, in concorso tra loro, organizzato attivita’ di approvvigionamento, suddivisione in dosi e spaccio dello stupefacente del tipo cocaina, hashish e marjuana. Al vertice dell’organizzazione la 34enne che si serviva del contributo degli altri familiari, figli minorenni compresi, che materialmente cedevano al dettaglio lo stupefacente dalle prime ore del mattino fino a notte inoltrata. Una piazza di spaccio da 180 cessioni quotidiane con profitti per diverse migliaia di euro al giorno.

Il giro di droga era gestito dalla leader indiscussa del gruppo criminale, che curava l’organizzazione e la gestione di tutta l’attivita’, garantendo il perfetto funzionamento dell’impresa familiare. Si e’ occupata in prima persona delle cessioni, del trasporto, dell’occultamento e del rifornimento dello stupefacente. Curava il rapporto con i fornitori, la gestione finanziaria per l’acquisto delle partite di stupefacenti, la retribuzione dei collaboratori, il recupero dei crediti concessi agli assuntori, il monitoraggio dello stupefacente residuo e il fabbisogno quotidiano della piazza di spaccio. Infine, forniva chiare disposizioni che dovevano essere rispettate dal gruppo criminale, servendosi anche dei figli minorenni. Quando era assente rivestiva tali ruoli il giovane genero, il quale per ogni operazione doveva essere sempre preventivamente autorizzato dalla donna. I figli piu’ giovani, tutti minorenni, svolgevano il compito di ricevere le forniture dello stupefacente occupandosi dell’occultamento e del trasporto dello stesso. L’attivita’ di trasporto era spesso affidata a loro col fine di eludere i controlli delle forze dell’ordine considerata la giovane eta’ e lo status di incensurati. Infine, il figlio piu’ grande si e’ occupato di trovare un’arma da sparo che deteneva, con l’assenso della madre, a casa. Le molteplici cessioni dello stupefacente avvenivano presso il domicilio della famiglia con il sistema del “take away”: i clienti parcheggiavano in una piccola via retrostante l’abitazione di avvicinavano a una persiana semichiusa, effettuavano “l’ordinazione” introducendo la somma di denaro in una fessura per poi ricevere, immediatamente dopo, quanto desiderato. Il rapporto tra la boss e il principale grossista e fornitore consentiva l’approvvigionamento continuo, anche con corrieri messi a disposizione del fornitore. Tra gli arrestati il marito della donna al vertice del gruppo anche per aver violato le prescrizioni imposte dalla misura di sicurezza a cui era gia’ sottoposto. 

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