“Sono arrivato al ministero un anno fa e abbiamo trovato 117 opere commissariate in tutto il Paese, alcune delle quali ferme dai primi anni ‘870, come dighe, strade, gallerie, ferrovie. Progetti finanziati, cominciati e abbandonati. Ho inteso la mia missione al ministero delle Infrastrutture come la missione dell’Italia dei ‘sì’, perché quella dei ‘no’ ci ha portato ai disastri di oggi. Se serve una diga si fa una diga, se ci vuole un porto più grande si fa un porto più grande. Se c’è bisogno di un ponte che dopo 50 anni di chiacchiere unisca non Messina a Villa San Giovanni, ma Palermo a Roma, a Milano e a Berlino, per aiutare non solo gli imprenditori e i cittadini siciliani, ma tutti gli imprenditori italiani, ebbene quel ponte voglio cominciare a costruirlo a partire dall’estate prossima”.
Lo ha detto il vicepremier e ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti, Matteo Salvini, all’assemblea di Alis Italia. “E’ curioso che ci sia qualcuno che dica di no in una terra con una disoccupazione al 50%, con un infrastruttura che porta 20 miliardi di euro di Pil di valore aggiunto, che crea decine di migliaia di posti di lavoro, che dà lavoro a imprese, artigiani, geologi, architetti. I soldi del Ponte si autoripagano con i risparmi economici e ambientali nell’arco di pochi anni”.
