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San Cataldo, ex assessore Emma al Sindaco Comparato: “nessun astio, mancava l’armonia”

Redazione 2

San Cataldo, ex assessore Emma al Sindaco Comparato: “nessun astio, mancava l’armonia”

Mer, 22/03/2023 - 15:59

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Riceviamo e pubblichiamo una Lettera aperta dell’ex assessore Salvatore Emma al sindaco di San Cataldo (insieme nella foto scattata durante una precedente iniziativa politica)

Caro Gioacchino,

mi è sembrata opportuna questa mia lettera che non vuole avere alcuno spirito polemico (cosa che non mi appartiene, come ben sanno quelli che mi conoscono), ma unicamente lo scopo di chiarire i termini della questione: non certo tra di noi, che la stessa questione conosciamo bene, avendola direttamente vissuta per oltre un anno di attività comune; ma ai cittadini (che stanno fuori dal Palazzo) i quali, se non si usa chiarezza nelle comunicazioni, non riescono a comprendere cosa effettivamente succede.

Anch’io, caro sindaco, sono molto deluso dalla circostanza che ancora oggi non si vuole prendere atto delle difficoltà di coordinamento tra i vari gruppi che hanno composto la maggioranza di cui tu dovresti essere la guida. Difficoltà, che non puoi nascondere, tutte di natura squisitamente politica. Davanti alla nostra – sofferta – decisione di uscire dalla coalizione dandoti l’opportunità di poter aprire un dialogo costruttivo al fine di tentare di ridare vita ad una maggioranza ormai esausta, tu difendi ad oltranza lo status quo (cosa perfettamente lecita), attaccando in maniera non corretta (cosa, questa, meno lecita) chi fino a ieri ti è stato a fianco e ti ha supportato in tutto e per tutto con lealtà e dedizione.

Debbo dire per prima cosa che il riferimento che tu fai, nel tuo commento alle mie dimissioni, su “protagonismi e passerelle” mi offende profondamente. Io, sicuramente, avrò molti difetti. Ma questa smania di protagonismo e di passerelle, per fortuna, non mi appartiene.

Per le poche cose che ho potuto leggere (essendo io estraneo, come tu sai, al mondo dei “social-media”), la questione ha preso purtroppo una piega spiacevole. Si è scesi ad attacchi e giudizi personali del tutto fuori luogo. Per quel che mi riguarda e che riguarda il mio gruppo di appartenenza, nulla di personale è mai esistito e i nostri comunicati, pacati e pacifici, ne sono la dimostrazione. Cosa che non si può dire delle reazioni aggressive (poche in verità) che si sono registrate nei nostri confronti. Del resto, ormai è chiaro che a qualcuno non siamo stati graditi fin dall’inizio del nostro “apparentamento elettorale”.

Riprendendo l’allegoria da te evocata circa l’abbandono della nave in tempesta, debbo dirti che questo Tuo giudizio nei miei confronti, e anche nei confronti del mio gruppo, è del tutto ingiusto, immeritato ed inappropriato. Infatti, in questa vicenda che ci vede protagonisti, nostro malgrado, non esiste alcuna tempesta! Al contrario il vento è completamente assente. In gergo marinaro si potrebbe dire che vi è “bonaccia”. E cosa devono fare i marinai quando manca il vento? Devono remare. E qui nasce il problema. Infatti, se non si rema tutti nella stessa direzione e con il medesimo ritmo, la barca non va avanti. E se il timoniere non vuole o non è in grado di dare il giusto tempo ai propri rematori indisciplinati è meglio, per la barca e per chi vi sta sopra, congedare l’equipaggio e cercare di trovare diverse soluzioni.

Pertanto, e tu lo sai benissimo, nulla di personale contro nessuno da parte nostra. Soltanto la presa di coscienza della mancanza di volontà a voler ricercare la giusta armonia, indispensabile per poter navigare con serenità e per riuscire a portare fuori delle secche ove si è arenata, la barca dove tutti, volenti o nolenti, dobbiamo viaggiare.

In questa situazione abbiamo preferito farci da parte, senza astio o spirito di contrapposizione, lasciando sempre la porta aperta al dialogo e alla ricerca di eventuali nuove soluzioni che si potranno trovare soltanto se tutti lo vogliamo veramente.

Al fine di dimostrare che questa è ed è stata la nostra posizione, fin dall’inizio di questa “crisi”, basta leggere la mia lettera di dimissioni evitando di lanciare sulla piazza discorsi poco chiari ed allusivi che, per forza di cose, fanno immaginare ai più interessi di parte o personalismi del tutto inesistenti.

Ti saluto e Ti auguro, di cuore, ogni bene.

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