Associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani. Con questa accusa i Carabinieri del Comando Provinciale di Potenza, il Nucleo Investigativo, assieme ai colleghi del Comando Tutela del Lavoro di Roma e con l’indispensabile cooperazione della Polizia Moldava e dell’Eurojust, hanno eseguito un decreto di fermo emesso dalla Direzione Distrettuale Antimafia di Potenza nei confronti di 6 soggetti accusati di far parte di un’associazione per delinquere finalizzata alla tratta di esseri umani, all’intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro.
In pratica, secondo quanto emerso dalle indagini, le sei persone accusate avrebbero reclutato badanti che venivano collocate presso famiglie e che, nello stesso tempo, sarebbero state sottoposte a una perdurante intimidazione da parte del gruppo che arrivava a minacciarle o ad aggredirle in caso di insolvenza o di riluttanza da parte delle donne alla rigida sorveglianza a cui erano sottoposte. Le donne, reclutate in Moldavia attraverso il passaparola o i social, una volta giunte in Italia non avrebbero potuto più sottarsi allo sfruttamento del sodalizio criminale, finendo così in un buco nero fatto di minacce, botte, sfruttamento e degrado.
Alle donne sarebbe stato sottratto il passaporto in modo da impedire che potessero circolare liberamente in Italia o rientrare in Moldavia una volta resesi conto che le condizioni di lavoro erano completamente diverse da quelle stabilite. Sarebbero al momento circa 90 i casi di sfruttamento emersi dalle indagini. Molte di queste donne, una volta rientrate in Moldavia, interrogate dalle autorità giudiziarie avrebbero confermato il meccanismo emerso dalle attività di intercettazione eseguite durante le investigazioni. Il procuratore capo di Potenza ha spiegato che è stata ritrovata, oltre ad una quantità notevole di passaporti, anche un libro mastro che potrebbe consentire di individuare ulteriori casi di donne sfruttate e vittime di tratta.

