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Caltanissetta, operazione Ika Rima. Condorelli: “Questo fenomeno non sarebbe stato possibile a Gela, nigeriani con forte affectio societatis”

Donatello Polizzi

Caltanissetta, operazione Ika Rima. Condorelli: “Questo fenomeno non sarebbe stato possibile a Gela, nigeriani con forte affectio societatis”

Gio, 10/06/2021 - 13:35

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CALTANISSETTA – Una forte connotazione associativa interna, un saldo legame rinforzato da modalità liturgico-religiose, un assetto ramificato che si dipanava in molteplici settori della vita dei componenti del gruppo e delle loro compagne. Le attente indagini svolte dai carabinieri e dalla Dda nissena hanno sviscerato le dinamiche che operavano nella compagine nigeriana che dominava e gestiva il narcotraffico a Caltanissetta. Oggi l’operazione Ika Rima, che ha portato a 16 arresti (due i nisseni), ha sgominato una banda che aveva la propria base nel centro storico del capoluogo nisseno.

Un’articolazione della storica organizzazione criminale nigeriana cultista denominata “Eiye” che nel centro Sicilia ha varato delle regole particolari, per certi versi peculiari: multe per chi non partecipava alle riunioni, sostegno alle famiglie dei componenti della gang arrestati, riti liturgici, addirittura un sostegno per chi volesse scegliere una compagna “stabile”.

Elementi che hanno consentito agli investigatori di “capire” le dinamiche interne della banda che si è specializzata nel narcotraffico, tralasciando lo sfruttamento della prostituzione, invece marchio di fabbrica di organizzazioni simili operanti in altre parti d’Italia. Un’organizzazione che ha preso in mano il mercato della cocaina, della marijuana e dell’hashish a Caltanissetta, senza nessun problema di “convivenza” con la criminalità organizzata locale.

Roberto Condorelli procuratore aggiunto della Dda Nissena nell’intervista post conferenza stampa si è soffermato sulla mancanza di forza della criminalità organizzata di Caltanissetta: “Stiamo parlando del capoluogo nisseno dove la presenza organizzata delle associazioni tradizionali è stata meno forte rispetto ad altri centri della provincia. Io non credo che questo fenomeno sarebbe stato possibili a Gela“.

Condorelli si è poi soffermato sull’unità del sodalizio criminale: “L’organizzazione nigeriana è caratterizzata da una forte coesione interna che evidente nel carattere rituale delle riunioni che richiamano quelle della vecchia mafia ma, sono ancora più liturgiche. All’inizio e nel corso della riunione venivano declamate preghiere ed inni, veniva fatto un appello formale; elementi che danno una forte ‘affectio societatis’ al gruppo”.

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