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Caltanissetta, Montante: le dichiarazioni dell’ex leader di Confindustria Sicilia

Redazione 2

Caltanissetta, Montante: le dichiarazioni dell’ex leader di Confindustria Sicilia

Ven, 11/06/2021 - 13:36

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L’interrogatorio dell’imprenditore Antonello Montante, secondo quanto stabilito dalla corte d’appello di Caltanissetta si è svolto a porte chiuse.

Prima di entrare, però, l’ex leader di Confindustria che ha guidato l’associazione di Caltanissetta, quella Siciliana e che ha varcato le porte di viale dell’Astronomia come vice presidente nazionale, ha rilasciato alcune dichiarazioni anticipando quanto avrebbe dichiarato in aula.

Confermando la sua fiducia nella magistratura, davanti l’aula bunker di Caltanissetta dove è andato per essere interrogato nel processo che lo vede imputato per associazione per delinquere finalizzato alla corruzione, ha ammesso di essersi sentito “mascairato”, cioè calunniato e che, a posteriori, non cambierebbe ciò che ha fatto ma di essere rimasto deluso da chi, invece, lo ha usato per poi passare dall’altro lato della barricata accusandolo.

“Ho fiducia nella magistratura – ha commentato Montante – sono stato malissimo, il carcere mi ha massacrato psicologicamente. Tutto mi sarei aspettato ma non un provvedimento restrittivo di questo tipo”.

Antonello Montante, che era stato eletto a “paladino dell’antimafia” si è presentato al processo con rito abbreviato sicuro del suo operato: “Senza le istituzioni compresi i magistrati non avrei potuto fare nulla di cio’ che ha fatto. C’e’ stato un rispetto istituzionale dei ruoli e non soffro di vittimismo. C’e’ una frase importante di Papa Francesco che ho fatto mia: nella vita e’ bello non fare male. Con questa frase sono riuscito a resistere e a perdonare i traditori. Io non parlero’ male, parlero’ della verita’. Cioe’ quello che abbiamo fatto: sacrificare la vita per le istituzioni. Ci sono incontri nella vita con le persone a cui dai tutto e poi vedi che se ne vanno dall’altra parte e questo ti fa ammalare, ti puo’ anche fare morire”.

Non è mancato l’affondo alla stampa e all’opinione pubblica poichè “Io ho ricevuto dossieraggi e ricatti vari, non ho mai fatto nulla. E poi, per fare alcune cose non basta avere articoli giornalistici, quello non era il mio mestiere. Io non ho fatto dossieraggio. Voi giornalisti quando volete raccontare la verità lo fate bene. Quando non volete non lo fate”.

Contestata anche l’accusa di aver creato una trama articolata di appunti e annotazioni: “Io scrivevo tutto perché la mia paura era quella di non ricordare. Io non registravo le telefonate. Non è vero, è una cosa falsa, sono alchimie che sono state create queste cose. Lo fa anche la chiesa, i cappuccini.

Ho delle segreterie che trascrivono tutti gli appuntamenti – ha proseguito – e dopo il 2015 quando seppi dell’inchieista rimasi sconvolto. Tutto mi sarei aspettato ma non l’inchiesta e il processo. Ho raggruppato tutte le agende, della Camera di commercio, di Rete imprese e ho fatto un unico file”.

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