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Sicilia, scuole infanzia e asili nido per il 10% dei bambini: l’Europa chiede il 33%

Redazione 2

Sicilia, scuole infanzia e asili nido per il 10% dei bambini: l’Europa chiede il 33%

Gio, 08/04/2021 - 11:48

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Un posto in un asilo nido o scuole dell’infanzia per i bambini di 0 -6 anni, in un Paese, è fondamentale per diversi motivi. Stimola i piccoli a socializzare correttamente, a scoprire le emozioni e potenziare i dati sensoriali affidandosi a formatori esperti e specializzati nel settore. Consente, inoltre, di favorire l’inclusione sociale e far crescere le opportunità di occupazione femminile permettendo alla donna, prima care giver del bambino, di poter trovare o tornare a lavoro.

Nonostante l’Europa al Consiglio europeo di Barcellona del 2002 abbia indicato una percentuale minima pari al 33% da raggiungere entro il 2010, l’Italia e la Sicilia continuano a non raggiungere questo obiettivo.

Meno del 10% dei bambini sotto i tre anni ha un posto in Sicilia nei servizi socio- educativi per l’infanzia, e la percentuale scende al 5,9% se si guarda agli asili nido comunali per la fascia fino a due anni.

Sono dati emersi nel corso di un dibattito organizzato dalla Cgil regionale sul tema di un sistema integrato O/6 anni nell’Isola. Nell’Isola, sono solo 51 i nidi e i micro nidi, per una ricettivita’ di 1.409 bambini su una popolazione di riferimento di 169.674 piccoli da zero a 3 tre anni.

La media nazionale di questi servizi, secondo la rilevazione Istat di marzo relativa al 2019, e’ del 24,7% . Dopo piu’ di 10 anni dalla “scadenza” europea “la nostra regione- ha detto Gabriella Messina, segretaria regionale Cgil – la Sicilia si trova indietro.

Eppure si tratta di un ambito di grande importanza in cui sperimentare i primi passi dell’inclusione sociale, ma anche per la ripartenza e il rilancio della Sicilia .

Il sistema integrato 0.6 anni a’ fondamentale per lo sviluppo e la formazione del bambino- ha sottolineato Messina- per dare garanzia di pari opportunita’ educativa e di cura, per il superamento delle disuguaglianze territoriali ed economiche, e per promuovere la maggiore partecipazione delle donne nel mercato del lavoro”.

“Un nuovo modello di sviluppo- ha sottolineato Alfio Mannino, segretario generale della Cgil Sicilia – passa anche dalla qualita’ dei servizi, a partire da quelli per l’infanzia. Per questo la Cgil e’ impegnata per il loro rilancio”.

Tra nidi (0/2 anni), sezioni “Primavera” (2/3 anni) e scuola dell’infanzia (3/6 anni), l’offerta pubblica nell’Isola risulta insomma ridotta, soprattutto per la fascia fino a 3 anni e rispetto alla domanda effettiva e potenziale.

Complice la crisi finanziaria dei comuni, i servizi per i piu’ piccoli si sono ridotti e “alcuni di questi, come quelli ausiliari – ha detto Gaetano Agliozzo, segretario generale della Fp Cgil Sicilia- sono stati dati in appalto ai privati, che con le loro strutture hanno anche sopperito alla carenza complessiva di quelle pubbliche.

A Catania- ha rilevato- anche gli educatori sono stati reimpiegati, nonostante le lunghe liste d’attesa di chi chiedeva l’accesso ai nidi. Noi chiediamo il rilancio dei servizi pubblici- ha sottolineato Agliozzo – come progetto educativo, opportunita’ per nuova occupazione, sostegno alla genitorialita'”. Per quanto riguarda le sezioni “Primavera” (2-3 anni) ne risultano finanziate nell’anno scolastico 2019/2020, tra Regione e Miur, 273, cioe’ 49 in piu’ rispetto all’anno precedente ma 31 in meno rispetto al 2020/2021, l’anno della pandemia (242).

Nella scuola dell’infanzia (3-6 anni) invece , secondo dati dell’ Usr, nell’anno 2019/2020, si contavano 3.099 sezioni a orario normale, inclusa cioe’ la mensa, e 2.004 a orario ridotto. L’anno successivo (dati Miur) gli alunni della scuola dell’infanzia risultano 101.787, il 15% della popolazione scolastica siciliana, di cui 2.398 disabili ( l’8% della fascia H) e 4462 stranieri (il 18% degli studenti straniera). La scuola dell’infanzia e’ il settore educativo in cui si concentra il maggior numero di studenti delle scuole paritarie, 21.194 alunni, il 71,3% del totale della popolazione scolastica nell’anno 2019/2020. ” Questo a conferma dell’insufficienza dell’offerta pubblica- ha commentato Adriano Rizza, segretario generale della Flc Cgil Sicilia”.

“La scuola dell’infanzia- ha sottolineato- oltre al valore educativo ha anche quello di natura sociale, quale luogo di prevenzione per l’esclusione, di condivisione, di incontro- confronto con altre culture e contesti sociali. Il segmento 0/6 anni – ha aggiunto Rizza- rappresenta un percorso educativo fondamentale nello sviluppo educativo e cognitivo dei bambini”.

Ed e’ per questo che la Cgil punta al rilancio dei servizi socio- educativi rivolti all’infanzia, soprattutto quelli pubblici in un contesto “che ha visto crescere disoccupazione e poverta’ – ha rilevato Gabriella Messina- e che rischia di vedere aumentare le disuguaglianze sociali”. Un percorso, quello da 0 a 6 anni, quindi “importante, in cui – ha aggiunto la segretaria della Cgil- si gettano le basi di reali pari opportunita’ per tutti i bambini e del futuro della nostra terra, oltre a creare le condizioni per nuova occupazione.

Per questo, a partire dalla Regione- ha concluso- occorre costruire un progetto integrato dei servizi socio- educativi, che li rafforzi in modo da dare risposta a una domanda imponente”.

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